domenica 11 settembre 2011

Virginia Woolf

Virginia Woolf 
Virginia Woolf nasce a Londra nel 1882 in una casa al civico 22 di Hyde Park Gate. Suo padre, sir Leslie Stephen fu un notevole autore e critico. Sua madre, Julia Prinsep-Stephen  nacque in India e in seguito si trasferì in Inghilterra dove iniziò una carriera come modella per pittori. A parte i rispettivi figli di primo letto e Virginia, gli Stephen ebbero altri tre figli: Vanessa, Thoby e Adrian.
A Virginia, l’istruzione e la cultura le fu impartita prima di tutto dai suoi genitori. La madre si premurò di darle direttamente lezioni di latino e francese, ed il padre le consentì sempre di leggere i libri che teneva nella biblioteca del suo studio.

Virginia manifestò precocemente l’inclinazione verso l’arte, infatti mise su un giornale domestico che chiamò (Hyde Park Gate News), in cui scriveva storie inventate, e altre ispirate dalla vita familiare. Secondo le memorie della Woolf, i ricordi più vividi e sereni della sua infanzia furono quelli trascorsi nella località di Saint Ives in Cornovaglia, dove con la sua famiglia trascorreva le vacanze. Perché fu in Cornovaglia che conobbe le persone che più di tutte influenzarono la sua vita. Virgilia scrive che furono le memorie e le esperienze anche piacevoli di quelle vacanze che la iniziarono alla narrativa. Tanto che quelle esperienze confluirono in uno dei suoi scritti di maggior successo, (Gita al faro). Tuttavia il periodo di felicità non durò molto. Nel 1895, a soli tredici anni Virginia fu colpita da un grave lutto: muore la madre.

Purtroppo le anime più sensibili, sono anche le più fragili perché non sono preparate a gestire quel diluvio di emozioni e percezioni che affluiscono nell’anima. Poi quando le emozioni sono tanto terribili quanto può essere la perdita della persona più cara, se non c’è nessuno al loro fianco, queste emozioni, quel dolore così profondo, scava enormi voragini. Voragini che come lame, provocano profonde e doloranti ferite che con il tempo divorano tutto di se stessi. Per esempio se la scultrice Camille Claudel, non avesse perso il padre, l’unico a sostenerla e a capire il suo animo e la sua arte, non sarebbe mai finita in manicomio.

Due anni dopo Virginia dovette affrontare un altro terribile colpo: la morte della sorella, e successivamente quella del padre. Per Virginia fu l’inizio del suo calvario. Difatti fu colpita da un grave esaurimento nervoso. Ma a turbare la sensibilità della sua fragile e impreparata anima, non furono solo la perdita delle persone che più amava, ma anche i traumi patiti nella sua giovane età, insieme alla sorella Vanessa. Virginia nel racconto biografico “Momenti di essere e altri racconti”, confessa gli abusi sessuali subiti da parte dei fratellastri, Gorge e Gerald Duckworth.

(I traumi subiti e la perdita delle persone che erano anche i pilastri della sua esistenza, secondo me, furono le maggiori cause sia delle crisi depressive che del suicidio).

I moderni macellai …i psichiatra, affermano, in virtù delle moderne tecniche diagnostiche, ma non dicono quali, dato che la psichiatria è rimasta all’età della pietra in quanto di scientifico ancora oggi, non c’è nulla, tanto è vero, che le diagnosi si basano su opinioni personali di questo o di quel psichiatra che spesso sono in conflitto tra loro, che secondo una diagnosi postuma,  Virgilia soffriva di un disturbo bipolare. E dato che amano non farsi mancare nulla, per rendere più credibile le loro sciocchezze hanno aggiunto anche una psicosi. Sicuramente sviluppatosi negli ultimi anni della sua vita….. aggiungono, per concludere in bellezza.

(Nella psichiatria cari luminari, le uniche scoperte fatte, sono che i farmaci che prescrivete a quelle povere vittime, inducono al suicidio).

Nel 1912 Virginia sposò Leonard Woolf. Un teorico della politica. Il suo primo libro The Voyage Out (La crociera), fu pubblicato nel 1915. Conobbe alcune donne tra cui  Violet Dickinson, Vita Sackville-West,  e Ethel Smyth, che influenzarono profondamente la sua vita e le sue opere letterarie. Ma nel 1913, dopo aver scritto il primo libro, ricade in una profonda depressione che la portò a tentare il suicidio. Per farle trovare fiducia ed equilibrio il marito le propone di fondare un'impresa editoriale, la (Hogarth Press) ove pubblicarono i maggiori talenti dell’epoca: Katherin Mansfield, Italo Svevo, Sigmund Freud, Thomas Stearns Eliot, James Joyce e naturalmente lei stessa. Virginia fu una grande scrittrice, la sua carriera letteraria fu molto ricca e influenzò fortemente la sua epoca.

Nell'estate del 1940 pubblica l'ultima opera: (Tra un atto e l'altro), mentre la Gran Bretagna è in guerra. Intanto le sue crisi depressive si presentano sempre più violente. Virginia ama circondarsi di persone ma quando è sola ricade nello stato d'ansia e di sbalzi d'umore tipico della “malattia”. Infine il 28 marzo del 1941, si riempì le tasche di sassi e si getto nel fiume Ouse dove trovò la morte, non lontano da casa, nei pressi di Rodmell. Al marito lasciò un commovete saluto d’addio:

(Sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che chiunque avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questo come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n'è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi. Virginia).

Fonte delle notizie:
Virginia Woolf –Editore EDIPEM – I Cento Volumi – 1973

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