sabato 4 gennaio 2014

Aggiornamenti e social network


Maxi causa contro Facebook: "Spia i messaggi, risarcisca utenti"
"Privacy violata", studio legale avvia una class action:
"Fb paghi 10mila dollari a ogni iscritto"

L’articolo che segue dimostra che il sottoscritto quando pubblica le notizie, di qualsiasi natura, lo fa dopo essersi accertato oltre ogni dubbio che la notizia o l’argomento trattato riflette la realtà dei fatti. Per me è una regola inviolabile, dato che non ho altro scopo se non quello della verità. Si avete letto bene: VERITA’ …… che non è una cosa che si mangia, oppure come ritengono alcuni truffatori e mistificatori, spacciatori di verità negate che cercano di convincere che la verità è soggettiva. Coloro che affermano che la verità è soggettiva, intendono imbrogliarvi per scopi di profitto personale, o per controllare la vostra vita.

Quindi nel post all’indirizzo che segue Qui
ho riportato notizie che mi sono costate quasi una settimana di lavoro, per accertarmi della fondatezza di quanto pubblicato. Peccato che l’unico commento ricevuto, è stato lasciato da un perfetto idiota, uomo o donna che sia. Questi, del mio lavoro, di quella ricerca, su argomenti che dovrebbero riguardare tutti perché riguardano la nostra sicurezza personale, non ha trovato di meglio che soffermarsi su di me, chiedendomi chi cavolo mi credevo di essere!
Tutti penso, credono di essere in un determinato modo, e tutti in qualche modo danno un valore al loro modo di essere. Io personalmente non devo dimostrare nulla a nessuno, anche perché quello che sono è ampiamente dimostrato nel blog. Diversamente dai tanti che non hanno neppure il coraggio di lasciare uno straccio di indizio su chi diavolo sono … come per esempio gli anonimi. Detto questo, in ragione di quanto sopra vi raccomando di leggere l’articolo di Affaritalia.

Facebook spia (senza comunicarlo) i messaggi privati. E uno studio legale americano ha deciso di dichiarare guerra al social network per fare ottenere a tutti gli utenti un risarcimento. Il Lieff Cabraser Heimann & Bernstein di San Francisco ha avviato una class action nei confronti di Facebook per violazione della privacy. Gli avvocati sono convinti che la società di Mark Zuckerberg "legga" anche i messaggi privati per far sfruttare le informazioni a fini pubblicitari.

Il colosso Usa smentisce e si dice pronto a difendersi in tribunale. La studio legale californiano mira a un risarcimento pari a 100 dollari al giorno per tutto il periodo di tempo in cui Facebook ha infranto le regole di riservatezza. La somma arriverebbe a cifre ragguardevoli. In alternativa, la class action prevede un risarcimento forfettario di 10mila dollari per ogni utente che decidesse di aderire all'azione legale collettiva.

Una causa simile aveva coinvolto Google. Con una differenza decisiva: Mountain View esplicita chiaramente nelle condizioni che i messaggi pubblicitari sono resi "più utili e interessanti per te" grazie ai sistemi automatici. "Google non cederà in licenza, venderà o condividerà mai a scopi di marketing le informazioni personali che ti identificano senza il tuo consenso esplicito". Le accuse sono da confermare, ma su Facebook non compare nessun avviso di questo tipo.

Pubblicato il 03/01/14 da Affaritaliani.it in Economia
Affaritaliani.it

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