sabato 4 ottobre 2014

Diritto di separazione



© Foto: RIA Novosti/Michael Klimentyev

Il presidente Vladimir Putin ha assicurato gli imprenditori che il potere non si devierà dalla linea prescelta nonostante le difficoltà interne e internazionali. Mosca accoglie con calma le sanzioni occidentali, sebbene costituiscano una violazione dei principi fondamentali del WTO e compromettano la fiducia nei confronti delle istituzioni finanziarie internazionali.
L’intervento di Putin di fronte alla pleatea del Forum d’investimento “La Russia chiama!” era improntato all’ottimismo. “Rilevo l’essenziale: i fattori fondamentali, che garantiscono la stabilità, da noi sono molto forti: bilancio paritario, riserve notevoli e una salda bilancia dei pagamenti”, - ha detto il capo dello Stato. Pare ovvio che il Cremlino non sia preoccupato dal tema delle sanzioni antirusse. È certo che alla lunga la guerra delle sanzioni nuoce a tutta l’economia mondiale, ma chi ne subisce maggiormente sono coloro che l’hanno cominciata. Secondo gli esperti, gli imprenditori d’Europa hanno già provato sulla propria pelle l’entusiasmo di Bruxelles.

C’è da dire però che questo “entusiasmo” è in gran parte forzato. Giorni fa il vice presidente USA Joseph Biden ha riconosciuto che l’UE non era entusiasta delle sanzioni e le ha varate soltanto sotto una forte pressione da parte di Washington. In tal modo gli americani hanno fatto litigare Bruxelles e Mosca, riassume lo storico Akeksandr Galkin dell’Istituto di sociologia dell’Accademia delle scienze della Russia.
Hanno il quadro completo della situazione reale. Le sanzioni sono il risultato di una determinata manovra politica, per la quale la situazione in Ucraina era solo un pretesto. Gli Stati Uniti stanno perdendo il loro ruolo dell’unica potenza dominante. Da questo punto di vista temono che l’UE possa riorientarsi verso l’altro schieramento. Pertanto vogliono far litigare, seriamente e per anni in avanti, l’Europa e la Russia. Gli attuali dirigenti dell’UE partecipano malvolentieri a questo gioco, ma comunque cedono alla pressione. La situazione in Ucraina non ha alcuna importanza. Qualunque cosa noi facciamo, il sistema delle sanzioni, che ha lo scopo di far litigare seriamente l’Unione Europea e la Russia, continuerà a lavorare.

Per ora i leader europei non hanno fretta di revocare le sanzioni imposte alla Russia, dicendo che la situazione nell’Est dell’Ucraina rimane tesa e controversa. C’è chi pensa che l’Ucraina sia solo un pretesto: Bruxelles non vuole semplicemente riconoscere i propri errori. Dice Nadezhda Arbatova che dirige il laboratorio di ricerche politiche europee presso l’Istituto di economia mondiale e di relazioni internazionali dell’Accademia delle scienze.
L’UE ha fatto sapere che le sanzioni potranno essere revocate se gli accordi di Minsk saranno implementati con sucesso. La Russia ha partecipato a questi accordi e ha appoggiato il memorandum di Minsk. Dal punto di vista dei rappresentanti permanenti tenuti a informare il Consiglio europeo dell’attuazione degli accordi di Minsk, nonostante determinato progresso, la tregua non è completa, perché ci sono delle violazioni sia dall’una che dall’altra parte. Pertanto il Comitato dei rappresentanti crede che sia prematuro parlare della stabilità del processo di pace in Ucraina, ma è con il successo di questo processo che viene condizionato il ritiro delle sanzioni.

È ovvio che Washington stia conducendo un doppio gioco. Dal punto di vista della concorrenza, l’UE, per gli USA, non è meno pericolosa della Russia, fa notare il professor Andrey Manoylo dell’Università “Lomonosov” di Mosca.
Agli USA piacerebbe forse poter colpire entrambi i concorrenti approfittando della crisi ucraina. Colpire la Russia, perché negli ultimi anni è cresciuta rapidamente. Oggi la Russia non solo può esprimere la propria opinione in merito agli eventi nel mondo, ma è anche in grado di promuoverla nell’arena internazionale. Quanto all’UE, gli USA cercano di coinvolgerla nei loro progetti, in primo luogo quelli politici. D’altra parte però colgono ogni possibilità per compromettere la sua potenza economica e allontanare il momento in cui l’Europa diventerà definitivamente unita e si presenzierà nell’arena internazionale come uno stato unico. Per Washington oggi è molto importante incastrare l’Europa con il conflitto ucraino e farla litigare con la Russia, indebolendo così entrambe le parti. Quando l’economia dell’Ucraina sarà definitivamente distrutta, il peso del problema lo dovranno sostenere i vicini d Kiev, cioè la Russia, in primo luogo, ma non per ultimo anche l’Unione Europea.

Evidentemente, la Russia dovrà accollarsi questa responsabilità. I russi più degli altri vogliono avere un vicino affidabile e prevedibile. Come ha detto Putin, “l’Ucraina non è un paese a noi estraneo. Nonostante tutta la tragedia di cui oggi siamo testimoni, specie nel Sud-Est, il popolo ucraino è sempre stato e rimane il popolo fratello più vicino a noi”. È sulla base di questi principi fondamentali che la Russia svilupperà le sue relazioni con l’Ucraina e farà tutto il possibile, affinché questo sviluppo possa iniziare quanto prima. Quanto alle sanzioni antirusse, le restrizioni esterne servono solo a consolidare la detemrinazione delle autorità della Russia ad adoperarsi per il conseguimento dei risultati sulle principali direttrici di sviluppo, che sono: crescita economica, modernizzazione dell’industria e delle infrastrutture, creazione di nuovi posti di lavoro e una nuova qualità della vita dei cittadini.

Serghei Duz
3 ottobre 2014, 18:47

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