martedì 14 ottobre 2014

Gli Stati Uniti verso l'abisso



In questa intervista del 2004 Vladimir Putin anticipa lo scenario geopolitico e i temi di politica internazionale di quest'ultimo decennio. Con un'introduzione di Giulietto Chiesa.

Il declino degli Stati Uniti sta ormai galoppando, anche se i media raccontano che l’America avrebbe ritrovato salute economica e fiorente mercato del lavoro. Dicono anche che gli Usa si siano dotati di un futuro energetico veramente roseo e che continuino a essere un modello per l’Europa e per il mondo. Certo, gli indici di Borsa sono alle stelle, ma questo non significa che una società e un’economia siano uscite dalla crisi: il record, si legge su “Leap 2020”, è l’effetto della politica monetaria dei “soldi facili” praticata dalla Fed, mentre gli investitori «non trovano altri investimenti che non siano quelli sui sopravvalutati titoli azionari e sull’ingannevole finanza innovativa».
L’America? È in bilico: «La smisurata arroganza di una nazione che considera se stessa “il paese di Dio”, la “numero uno” su tutte le cose di questo mondo, l’araldo di tutti i valori dell’umanità, sta spingendo gli Stati Uniti verso un abisso». Lo conferma la geopolitica: caos totale in Medio Oriente, dopo 13 anni di impegno militare diretto. Per non parlare della folla sfida lanciata alla Russia in Ucraina.

La crisi ucraina, continua “Leap 2020”, ha le sue radici nella politica americana basata sul “contenimento della Russia”, che risale al celebre “Long Telegram” inviato da George Kennan, ambasciatore a Mosca, il 22 febbraio 1946. Kennan esprimeva la convinzione che, sul lungo termine, la pace con la Russia sarebbe stata impossibile, perché quel paese stava ancora cercando di ampliare la sua sfera d’influenza. Ora, «sarebbe profondamente preoccupante se chi è al potere a Washington non fosse in grado di cogliere la differenza tra l’Unione Sovietica sotto Stalin e la Russia di oggi sotto Putin», sopravvissuta al crollo dell’Urss e alle amputazioni territoriali, strategiche e demografiche. Inoltre, l’economia di Mosca «fu notevolmente compromessa dal programma “riformatore” del Fmi ispirato dagli Stati Uniti, che le fece perdere gran parte della sua ricchezza nazionale, con le famigerate privatizzazioni riservate alla nascente “classe degli oligarchi”». Oggi la Russia è circondata, «sia dall’alleanza militare avversa (la Nato, che si era fortemente ampliata) che dal blocco economico europeo, presente finanche all’interno del suo stesso ex territorio, il Baltico».

L’obiettivo del “contenimento” in versione 2014 è legato essenzialmente a motivazioni di tipo economico: «L’aspirazione dei funzionari americani è quella di aprire l’Ucraina ai prodotti americani, di impossessarsi del suo immenso patrimonio agricolo (la speculazione si sta gettando sul settore alimentare) e delle sue grandi società, e di aprire infine il mercato energetico europeo al gas ed al petrolio di scisto americano». Ma gli Usa, sostiene “Leap 2020”, non dispongono neppure dei mezzi militari per un confronto con Putin. E scontano ancora tutti i fallimenti a catena degli ultimi 13 anni: «L’Afghanistan continua a essere destabilizzato ed è ancora il primo produttore di oppio al mondo, in Iraq l’autorità del governo centrale è implosa, mentre in Siria la lotta contro il dittatore Assad (che è ancora al potere) ha generato un nemico ancor più feroce, l’Isis». Morale: «Tutto ciò a cui i funzionari americani hanno dato inizio, negli ultimi tredici anni, si è trasformato in un disastro». E il conto è salato: da 4 a 6 miliardi di dollari, secondo gli analisti di Harvard, solo nel 2014.

«Ormai da molti anni gli Stati Uniti non sono più la superpotenza in grado di risolvere qualsiasi problema attraverso una campagna militare», sostiene “Leap 2020”. «La causa è da ricercare innanzitutto nello squilibrio tra ambizione e sforzo, e subito dopo nella mancanza di risorse: e visto che il potere globale degli Stati Uniti è stato costruito sul potere militare, questo paese è ormai solo l’ombra di quello che era stato». Non è sorprendente, quindi, che il governo americano abbia riscoperto l’utilità della Nato per muovere le sue pedine in Ucraina: «Ha messo in atto un’enorme pressione sui governi dei paesi membri, perché essi aumentino il loro budget militare, ma l’esito è stato abbastanza incerto». L’obiettivo di effettuare nuove spese militari per un importo pari al 2% del Pil di ogni singolo paese, in effetti, è stato spalmato su un periodo che arriva fino al 2024. La Germania, inoltre, ha ulteriormente ridimensionato il proprio impegno. E la decisione di creare una forza d’attacco rapido, composta da 3.000-5.000 soldati, «impallidisce davanti ad un esercito russo pari a 1,15 milioni di soldati e a 2 milioni di riservisti pronti a combattere». La forza Nato, inoltre, avrebbe solo un equipaggiamento leggero, «in ossequio all’idea, veramente geniale, che tutto ciò permetterà ai soldati di schivare più facilmente i 6.500 carri armati russi».

Nel confronto con la Russia, secondo “Leap 2020” la Nato «è come un’ape davanti a un orso», prova del fatto che «i funzionari americani hanno perso qualsiasi senso della realtà». Così, «il “colpo di stato” orchestrato dall’Occidente ha fatto perdere legittimità al governo centrale ucraino nei riguardi della popolazione di lingua russa, e ha quindi aperto la strada all’acquisizione dell’Ucraina Orientale da parte della Russia, probabilmente sotto forma di un’ampia autonomia all’interno di uno Stato Federale Ucraino, sottoposto ad una forte influenza russa». Analogamente a quanto già avvenuto in Medio Oriente, la politica e il comportamento del governo degli Stati Uniti, «basati sull’infallibilità delle strategie e sull’onnipotenza dell’America», hanno gettato nel caos un’intera regione, rafforzando in fin dei conti «le forze che si opponevano agli Stati Uniti».
Fonte: libreidee.org
LEAP 2020

2 commenti:

  1. Il fatto che la Russia non abbia mai reagito militarmente contro lo strapotere degli Stati Uniti, ma, al contrario, abbia subito passivamente tutte le decisioni prese a suo danno (crisi ucraina docet), non lascia presuppore che un reale equilibrio delle forze sia, allo stato, veramente effettivo.

    RispondiElimina
  2. Dal tono della tua riflessione, capisco che il post lo hai letto, ma rifiutato il contenuto come non rispondente ai fatti. Scusami, non ti offendere perché non è nelle mie intenzioni, ma hai persino ignorato che l’articolo non è stato scritto da una persona qualsiasi, ma da un giornalista della rivista LEAP 2020, una rivista europea sovvenzionata dalle maggiori nazioni per seguire e anticipare gli avvenimenti politici nel mondo. Da questo capisco pure che della Russia non conosci altro che quello che la propaganda Occidentale ha iniettato nel tuo cervello. Ma non conosci nulla, neppure degli USA e dell’Europa in generale. Io non posso risponderti compiutamente perché per farlo dovrei scrivere un libro, ma ti posso dare dei codici di lettura che se vorrai potrai sviluppare personalmente, oppure continuare a nutrirti di propaganda e menzogne:

    Quello che sta accadendo in Ucraina è già accaduto in Giorgia ma pare che tu non ne tenga conto, oppure sei poco attento agli eventi che accadono nel mondo. In sintesi:
    Nel 2008, gli USA si “avvicinano” alla Giorgia e la regione del sud, Ossezia si ribella e inizia una guerra di liberazione. Per farla in breve, la Russia in meno di una settimana invade la Giorgia e le intima la resa, annettendosi l’intera regione. Gli americani prima di questa operazione scatenarono fulmini e saette contro la Russia minacciando chissà quale punizione. Alla fine, visto che la Russia di Putin faceva sul serio, si misero la coda tra le gambe e tornarono a casa.
    Ucraina 2014, stessa storia. Le regioni ai confini delle Russia si ribellano al potere di Kiev conquistato con un colpo di stato orchestrato dagli USA. Iniziano una guerra di indipendenza da Kiev. Gli USA e l’Europa minacciano fuoco e fiamme, e iniziano le sanzioni economiche contro la Russia. La Russia risponde con il divieto di importazioni alimentari dall’Europa: Per l’Europa un danno enorme, per la Russia, un favore fatto ai contadini e agli stati della federazione Russa.
    Poco dopo, in una sola notte la Russia si prende la Crimea, con la stessa disinvoltura di uno che si porta una tazzina di caffè alla bocca, e gli USA e l’Europa, strillano minacciano e rimangono fermi. Non fanno un fiato. Come dire abbaiano ma non mordono semplicemente perché hanno paura della risposta di Putin che è uno che non abbaia, non minaccia, ma agisce….
    Nel frattempo le popolazioni dell’est dell’Ukraina Donetsk, Donbass, e Lugansk con una milizia di solo 15.000 uomini tengono testa alle forze armate Ucraine, alle formazioni naziste, ai mercenari mandati dagli usa e alla guardia nazionale, e in poco tempo si impossessano di tutto il settore est che confina con la Russia. Successivamente le regioni ribelle si dichiarano repubbliche indipendenti.
    Per non farla lunga, la settimana scorsa, Poroscenko il golpista, con un decreto ha praticamente riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche ribelle. Attualmente si scambiano ancora qualche colpo di artiglieria, ma nella sostanza ancora una volta gli usa e l’Europa si mettono la coda tra le gambe, e tra non molto torneranno a casa, cercando di salvare la faccia con la speranza che Putin dopo un po’ perdona la sfrontatezza dell’Europa e il tentativo di Obama di testare la risposta militare della Russia, che a detta degli esperti occidentali, è meglio lasciare in pace.

    E questo senza valutare le differenze artistiche e culturali tra l’Occidente e il pianeta Russia, che personalmente paragono la RUSSIA ad un delfino e agli USA e EUROPA ad uno squalo.
    Detto questo se sei intelligente e desideroso di evolverti per una nuova consapevolezza incomincerai una ricerca per scoprire la vera realtà in cui esisti, diversamente libero di continuare a vivere in Matrix.

    Ti ringrazio del commento perchè mi ha dato modo di fare un po’ di chiarezza, anche verso alcuni lettori bisognosi di verità e di giustizia. Ma il vero problema è che gli USA devono imparare a cooperare con gli altri popoli, invece di comportarsi come predatori perché la storia insegna che i predatori prima o poi fanno una brutta fine.

    RispondiElimina

I commenti sono sottoposti a controllo.