martedì 13 ottobre 2015

Trasformazione gender, la Russia dice NO


TU CHE FAMIGLIA VUOI?

Una nuova analisi di Luigi Nevola, esperto di questioni legate alla famiglia, su come l'Europa e la Russia affrontano in maniera diversa la questione "gender".

Sono in moltissimi interessati a capire cosa realmente sia l’ideologia gender e, soprattutto, qual è il fine reale degli ideatori di questa nuova dottrina ideologica. Dopo anni di attenta osservazione sulle dinamiche sociali del nostro Paese e dell’Occidente in generale, credo di poter affermare che il “Gender” sia in realtà un fraintendimento antropologico oltre che un sottoprodotto della deriva culturale, sociale e ideologica dell’intero sistema capitalistico. Il modello economico americano, basato sul consumismo sfrenato e senza limiti, che considera l'uomo come mezzo e non come fine, che lo annovera e lo etichetta come merce da consumo, ha edificato un impero finanziario e politico che mira alla cancellazione di ogni forma di limite, di differenza, di coscienza critica, unico elemento in grado di ostacolare il rullo compressore del famelico sistema economico globalizzato. L’accelerazione del progresso scientifico e delle trasformazioni sociali dal dopoguerra ad oggi non hanno permesso ai singoli individui e alla società intera, un’interiorizzazione consapevole e mediata delle ideologie generate dalle contestazioni degli anni Sessanta. Femminismo, liberalizzazione sessuale e dei costumi, le cosiddette “conquiste sociali” sono ahimè, per lo più metabolizzate, accettate e integrate nella coscienza soggettiva e collettiva.

L'ideologia gender quindi è quella teoria che nega l'esistenza di uomo e donna o meglio nega la distinzione sessuale tra uomini e donne e dei relativi ruoli sociali che ne derivano, stravolgendo la concezione ontologica naturale, quale mero costrutto storico e culturale. Oggi rappresenta quasi un’esasperazione del desiderio di riconoscimento della libertà individuale nella costruzione di se stessi e della propria identità, una strumentalizzazione di un diritto legittimo e sofferto.

“Gender” tradotto letteralmente significa “genere” riferito all’identità di un individuo, una realtà biologica, psicologica e sessuale ampia e complessa. I cultori di questa teoria sostengono che la definizione di uomo e donna sia una mera speculazione storica e culturale, obsoleta e inadeguata e disconoscono la distinzione in maschio e femmina della natura umana e tutti i costrutti sociali ad essa legata. Una manipolazione scaltra, astuta e ingegnosa. Questa teoria è in fortissimo errore quando nega l'esistenza biologica dei due sessi, tertium non datur, quando omette per ideologia che l'essere umano esiste grazie a questa differenza naturale.

E' quella che i filosofi chiamano “unità ontologica”. Riscontriamo una realtà incontrovertibile della natura umana: ci sono due sessi. Maschio e femmina. Due generi innegabili e complementari. Questo il dogma indubbio. Tutto il resto sono considerazioni e manipolazioni.

Rendere la società più equa, solidale, giusta e retta è auspicabile e ammirevole. Disintegrarla è folle, criminale e delittuoso. Attribuire pari dignità alla donna è innegabilmente sano e costruttivo, sdoganare l’orientamento sessuale di una minoranza discriminata è doveroso, rispettare la diversità è maturo e saggio. Il resto è solo ideologia. Mentre in Russia, il Presidente Putin ha firmato una legge che impedisce gli atti di propaganda omosessualista destinati ai minori, per garantire la sicurezza dei bambini dalla propaganda consumistica e ideologica delle lobby LGBT, che influenza il loro carattere in modo negativo, in Italia il governo attraverso il DDL “Buona Scuola” si fa promotore di tale nefasto messaggio. La Duma, inoltre, ha votato anche un’altra legge che impedisce l’adozione di bambini per coppie di persone dello stesso sesso che provengono da paesi che hanno legalizzato le unioni fra omosessuali. Insomma, la Russia, nel panorama mondiale oggi è tra i pochi Paesi al mondo che difendono apertamente e nel concreto la famiglia naturale.

Il consumismo sfrenato legato al capitalismo mira a una società manipolabile e sbandata, soggiogata e destabilizzata, vulnerabile. Così eccoci privati di ogni riferimento stabile e saldo. Niente famiglia, niente differenze biologiche, nessun freno morale, nessuna spiritualità, nessun orientamento sessuale peculiare, nessuna identità. Esseri androgeni, intercambiabili, “queer”, in movimento, proiettati nella virtuale realtà della rete e dei suoi scenari più torbidi e cupi, alienati, mortificati, avviliti, asserviti. Non più individui completi e unici. Ma esseri indefiniti, unisex, vittime perfette del consumo bulimico, che non valorizza le differenze, le peculiarità individuali. Folle. Inumano. Una teoria devastatrice ed estremista.

Nessuna libertà in questa dottrina progressista, nessun rispetto delle differenze, ma unicamente manipolazioni e rielaborazioni furbe, perspicaci e menzognere. Snaturati, totalmente asserviti alle logiche di potere, politico ed economico, di tutte le lobby legate agli interessi economici mondiali, vittime di una globalizzazione indiscriminata e spietata.

Quindi restiamo noi stessi, vigiliamo sulla nostra unicità, vantiamoci della nostra specificità, vestiamoci con orgoglio della virilità e della femminilità, esaltiamo la paternità e la maternità, riconosciamo la splendida diversità complementare che intercorre tra maschi e femmine. Non vergogniamoci di noi stessi e di ciò che siamo stati, che siamo e che sempre saremo. Difendiamoci da questo assedio mediatico e culturale, dalla immorale intenzione di omologare l’umanità imprigionandola in cliché surreali e deliranti, indirizzandola verso posizioni fantascientifiche e faziose. Quindi non confondiamo bontà con buonismo e difesa dell’eterosessualità quale ricchezza e valore universale con omofobia. Per rispettare la diversità occorre riconoscerla, accoglierla, comprenderla e integrarla nell’ordine costituito. Non dobbiamo identificarci con lei diventando la diversità, ma restare noi stessi.

Luigi Nevola

Fonte:http://www.russia.it/opinioni/index.php?option=com_easyblog&view=entry&id=340&Itemid=647

2 commenti:

  1. Aveva visto giusto Albert Caraco: questa società si sta avviando sempre più verso il caos indefferenziato. Il concetto di diversità costituisce la spina dorsale di qualsiasi sistema culturale degno di questo nome, senza di esso si cade nella barbarie.

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  2. Mai avuto dubbi sul pensiero di Caraco, salvo un intervento risolutore. Come diceva Caraco, la perdizione è alle porte. Personalmente sono talmente schifato che vivere tra questi (non saprei come definirli) non ha senso. Forse il senso della vita riferito a Caraco, è un non senso. Lui ha avuto il privilegio di abbassare il sipario ... Purtroppo c'è chi non può permetterselo perchè altri che vedono in modo diverso .... o forse non vedono, pagherebbero un prezzo altissimo, quindi bisogna andare avanti per le persone che si amano. Fosse per me, sceglierei una foresta per vivre in mezzo agli animali e la natura perchè hanno più intelletto e umanità della stragrande maggioranza degli Umani.

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