martedì 13 marzo 2012
Ermete Trismegisto e Thoth
(1) Tutto questo è vero, senza menzogna, certo e verissimo.
4) Suo padre è il Sole, sua madre è la Luna. Il vento lo ha portato nel suo grembo.
Non è certo nè verissimo quanto la mente della creatura concepisca. Incomprensibile vero è il Creatore. Ciò che è in alto non è come ciò che è in basso. All'alto la magnificenza dell'Unità; al basso la miseria della molteplicità che sembra tutto ed è nulla.
mercoledì 7 marzo 2012
Grecia e Italia ...un paradosso
La Grecia in bancarotta, taglia i diritti ma è costretta a comprare armi
I
greci sono alla fame, ma hanno gli arsenali bellici pieni. E continuano
a comprare armi. Quest'anno bruceranno il tre per cento del Pil
(prodotto interno lordo) in spese militari. Solo gli Stati Uniti, in
proporzione, si possono permettere tanto. Ma cosa spinge Atene a
sperperare montagne di soldi? La paura dei turchi? No, è l'ingordigia
della Merkel e di Sarkozy. I due leader europei mettono da mesi il
governo greco con le spalle al muro: se volete gli aiuti, se volete
rimanere nell'euro, dovete comprare i nostri carri armati e le nostre
belle navi da guerra. Le pressioni di Berlino sul governo di Atene per
vendere armi sono state denunciate nei giorni scorsi da una stampa
tedesca allibita per il cinismo della Merkel, che impone tagli e
sacrifici ai cittadini ellenici e poi pretende di favorire l'industria
bellica della Germania.
Fino al 2009 i rapporti fra Atene e Berlino andavano a gonfie vele, il governo greco era presieduto da Kostas Karamanlis (centrodestra), grande amico della Merkel. Gli anni di Karamanlis sono stati una vera manna per la Germania. «In quel periodo - ha calcolato una rivista specializzata - i produttori di armi tedeschi hanno guadagnato una fortuna». Una delle commesse di Atene riguardò 170 panzer Leopard, costati 1,7 miliardi di euro, e 223 cannoni dismessi dalla Bundeswehr, la Difesa tedesca. Nel 2008 i capi della Nato osservavano meravigliati le pazze spese in armamenti che facevano balzare la Grecia al quinto posto nel mondo come nazione importatrice di strumenti bellici. Prima di concludere il suo mandato di premier, Karamanlis fece un ultimo regalo ai tedeschi, ordinò 4 sottomarini prodotti dalla ThyssenKrupp. Il successore, George Papandreou, socialista, si è sempre rifiutato di farseli consegnare. Voleva risparmiare una spesa mostruosa. Ma Berlino insisteva.
Allora il leader greco ha trovato una scusa per dire no. Ha fatto svolgere una perizia tecnica dai suoi ufficiali della Marina, i quali hanno sentenziato che quei sottomarini non reggono il mare. Ma la verità, ha tuonato il vice di Papandreou, Teodor Pangalos, è che «ci vogliono imporre altre armi, ma noi non ne abbiamo bisogno». Gli ha dato ragione il ministro turco Egemen Bagis che, in un'intervista allo Herald Tribune, ha detto chiaro e tondo: «I sottomarini della Germania e della Francia non servono né ad Atene né ad Ankara». Tuttavia, Papandreou, alla disperata ricerca di fondi internazionali, non ha potuto dire di no a tutto. L'estate scorsa il Wall Street Journal rivelava che Berlino e Parigi avevano preteso l'acquisto di armamenti come condizione per approvare il piano di salvataggio della Grecia. E così il leader di Atene si è dovuto piegare. A marzo scorso dalla Germania ha ottenuto uno sconto, invece dei 4 sottomarini ne ha acquistati 2 al prezzo di 1,3 miliardi di euro. Ha dovuto prendere anche 223 carri armati Leopard II per 403 milioni di euro, arricchendo l'industria tedesca a spese dei poveri greci.
Un guadagno immorale, secondo il leader dei Verdi tedeschi Daniel Cohn- Bendit. Papandreou ha dovuto pagare pegno anche a Sarkozy. Durante una visita a Parigi nel maggio scorso ha firmato un accordo per la fornitura di 6 fregate e 15 elicotteri. Costo: 4 miliardi di euro. Più motovedette per 400 milioni di euro. Alla fine la Merkel è riuscita a liberarsi di Papandreou, sostituito dal più docile Papademos. E i programmi militari ripartono: si progetta di acquisire 60 caccia intercettori. I budget sono subito lievitati. Per il 2012 la Grecia prevede una spesa militare superiore ai 7 miliardi di euro, il 18,2 per cento in più rispetto al 2011, il tre per cento del Pil. L'Italia è ferma a meno dello 0,9 per cento del Pil. Siccome i pagamenti sono diluiti negli anni, se la Grecia fallisce, addio soldi. Ma un portavoce della Merkel è sicuro che «il governo Papademos rispetterà gli impegni». Chissà se li rispetterà anche il Portogallo, altro Paese con l'acqua alla gola e al quale Germania e Francia stanno Fregate, sottomarini e caccia Quelle pressioni di Merkel e Sarkò per ottenere commesse imponendo la stessa ricetta: acquisto di armi in cambio di aiuti. I produttori di armamenti hanno bisogno del forte sostegno dei governi dei propri Paesi per vendere la loro merce. E i governi fanno pressione sui possibili acquirenti. Così nel mondo le spese militari crescono paurosamente: nel 2011 hanno raggiunto i 1800 miliardi di dollari, il 50 per cento in più rispetto al 2001.
Fonte: Corriere della Sera, PeaceLink
L’Italia crolla per le piogge e anziché stanziare i fondi per mettere in sicurezza il territorio contro il dissesto idrogeologico, continua ad arricchire le lobbies delle armi! Non siamo un paese in guerra, né ci sono avvisaglie di un possibile conflitto con i nostri vicini o di caratura mondiale, eppure, pur essendo il fanalino di coda in tutte le classifiche mondiali “positive”, siamo in grado di competere con le altre nazioni sul piano degli armamenti militari. Secondo le stime servirebbero 40 miliardi (anche solo 10 secondo altri) per rimettere in sesto il nostro territorio, mentre la spesa militare annuale si aggira sui 20 miliardi: basterebbero due anni di risparmio sull’acquisto di carri armati e fregate per missioni inutili per risanare il territorio dell’intera nazione ed evitare così le tragedie cui abbiamo assistito in Liguria e Sicilia. Sarà un caso che il miglior ministro dell’economia europeo (secondo il financial times), lo svedese Borg, nel 2007 ha costretto alle dimissioni il ministro della difesa svedese a causa dei tagli fatti al suo ministero. Tagli che hanno permessoalla Svezia, insieme ovviamente ad altri interventi, di aumentare l’occupazione e di avere l’economia più florida tra i paesi europei. Perché una scelta così semplice non la si fa da noi? Le industrie belliche italiane sono le uniche (insieme alle aziende del macho man di arcore) che in questi anni di crisi hanno visto crescere, smisuratamente, il proprio fatturato: c’è qualche collegamento tra le due cose? Di sicuro le industrie belliche sono tra i poteri forti non solo in Italia, e di sicuro l’Italia è un paese di “aderenze e amicizie”, con nota propensione alla corruzione e al voto di scambio. Si dice che a pensar male non si sbaglia mai…
Fonte: http://kontropotere.wordpress.com/
Fino al 2009 i rapporti fra Atene e Berlino andavano a gonfie vele, il governo greco era presieduto da Kostas Karamanlis (centrodestra), grande amico della Merkel. Gli anni di Karamanlis sono stati una vera manna per la Germania. «In quel periodo - ha calcolato una rivista specializzata - i produttori di armi tedeschi hanno guadagnato una fortuna». Una delle commesse di Atene riguardò 170 panzer Leopard, costati 1,7 miliardi di euro, e 223 cannoni dismessi dalla Bundeswehr, la Difesa tedesca. Nel 2008 i capi della Nato osservavano meravigliati le pazze spese in armamenti che facevano balzare la Grecia al quinto posto nel mondo come nazione importatrice di strumenti bellici. Prima di concludere il suo mandato di premier, Karamanlis fece un ultimo regalo ai tedeschi, ordinò 4 sottomarini prodotti dalla ThyssenKrupp. Il successore, George Papandreou, socialista, si è sempre rifiutato di farseli consegnare. Voleva risparmiare una spesa mostruosa. Ma Berlino insisteva.
Allora il leader greco ha trovato una scusa per dire no. Ha fatto svolgere una perizia tecnica dai suoi ufficiali della Marina, i quali hanno sentenziato che quei sottomarini non reggono il mare. Ma la verità, ha tuonato il vice di Papandreou, Teodor Pangalos, è che «ci vogliono imporre altre armi, ma noi non ne abbiamo bisogno». Gli ha dato ragione il ministro turco Egemen Bagis che, in un'intervista allo Herald Tribune, ha detto chiaro e tondo: «I sottomarini della Germania e della Francia non servono né ad Atene né ad Ankara». Tuttavia, Papandreou, alla disperata ricerca di fondi internazionali, non ha potuto dire di no a tutto. L'estate scorsa il Wall Street Journal rivelava che Berlino e Parigi avevano preteso l'acquisto di armamenti come condizione per approvare il piano di salvataggio della Grecia. E così il leader di Atene si è dovuto piegare. A marzo scorso dalla Germania ha ottenuto uno sconto, invece dei 4 sottomarini ne ha acquistati 2 al prezzo di 1,3 miliardi di euro. Ha dovuto prendere anche 223 carri armati Leopard II per 403 milioni di euro, arricchendo l'industria tedesca a spese dei poveri greci.
Un guadagno immorale, secondo il leader dei Verdi tedeschi Daniel Cohn- Bendit. Papandreou ha dovuto pagare pegno anche a Sarkozy. Durante una visita a Parigi nel maggio scorso ha firmato un accordo per la fornitura di 6 fregate e 15 elicotteri. Costo: 4 miliardi di euro. Più motovedette per 400 milioni di euro. Alla fine la Merkel è riuscita a liberarsi di Papandreou, sostituito dal più docile Papademos. E i programmi militari ripartono: si progetta di acquisire 60 caccia intercettori. I budget sono subito lievitati. Per il 2012 la Grecia prevede una spesa militare superiore ai 7 miliardi di euro, il 18,2 per cento in più rispetto al 2011, il tre per cento del Pil. L'Italia è ferma a meno dello 0,9 per cento del Pil. Siccome i pagamenti sono diluiti negli anni, se la Grecia fallisce, addio soldi. Ma un portavoce della Merkel è sicuro che «il governo Papademos rispetterà gli impegni». Chissà se li rispetterà anche il Portogallo, altro Paese con l'acqua alla gola e al quale Germania e Francia stanno Fregate, sottomarini e caccia Quelle pressioni di Merkel e Sarkò per ottenere commesse imponendo la stessa ricetta: acquisto di armi in cambio di aiuti. I produttori di armamenti hanno bisogno del forte sostegno dei governi dei propri Paesi per vendere la loro merce. E i governi fanno pressione sui possibili acquirenti. Così nel mondo le spese militari crescono paurosamente: nel 2011 hanno raggiunto i 1800 miliardi di dollari, il 50 per cento in più rispetto al 2001.
Fonte: Corriere della Sera, PeaceLink
L’Italia crolla ma loro comprano cacciabombardieri
Sapevate che l’Italia è all’8° posto al mondo per spese militari, davanti anche alla Russia di putin? Sapevate che il nostro esercito professionale conta ancora 190mila uomini, tra i quali il numero dei comandanti -600 generali e ammiragli, 2.660 colonnelli e decine di migliaia di altri ufficiali- supera quello dei comandati? L’Italia è un paese di santi, navigatori e marescialli, il cui aiuto alla causa ancora non si è ben capito (se non quello alla propia causa)! E adesso la Commissione Difesa della camera è pronta a stanziare altri 500 milioni per l’acquisto di nuovi armamenti militari (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/23/blindati-carri-armati-shopping-list-della-difesa-costa-milioni/172552/).L’Italia crolla per le piogge e anziché stanziare i fondi per mettere in sicurezza il territorio contro il dissesto idrogeologico, continua ad arricchire le lobbies delle armi! Non siamo un paese in guerra, né ci sono avvisaglie di un possibile conflitto con i nostri vicini o di caratura mondiale, eppure, pur essendo il fanalino di coda in tutte le classifiche mondiali “positive”, siamo in grado di competere con le altre nazioni sul piano degli armamenti militari. Secondo le stime servirebbero 40 miliardi (anche solo 10 secondo altri) per rimettere in sesto il nostro territorio, mentre la spesa militare annuale si aggira sui 20 miliardi: basterebbero due anni di risparmio sull’acquisto di carri armati e fregate per missioni inutili per risanare il territorio dell’intera nazione ed evitare così le tragedie cui abbiamo assistito in Liguria e Sicilia. Sarà un caso che il miglior ministro dell’economia europeo (secondo il financial times), lo svedese Borg, nel 2007 ha costretto alle dimissioni il ministro della difesa svedese a causa dei tagli fatti al suo ministero. Tagli che hanno permessoalla Svezia, insieme ovviamente ad altri interventi, di aumentare l’occupazione e di avere l’economia più florida tra i paesi europei. Perché una scelta così semplice non la si fa da noi? Le industrie belliche italiane sono le uniche (insieme alle aziende del macho man di arcore) che in questi anni di crisi hanno visto crescere, smisuratamente, il proprio fatturato: c’è qualche collegamento tra le due cose? Di sicuro le industrie belliche sono tra i poteri forti non solo in Italia, e di sicuro l’Italia è un paese di “aderenze e amicizie”, con nota propensione alla corruzione e al voto di scambio. Si dice che a pensar male non si sbaglia mai…
Fonte: http://kontropotere.wordpress.com/
giovedì 1 marzo 2012
Kevin Warwick e L’uomo Cibernetico
Kevin Warwick professore di cibernetica all'Università di
Reading. Conduce ricerche nel campo della robotica e delle interfacce uomo macchina.
Convinto che con la sua ricerca a breve, l’uomo sarà integrato con la
cibernetica per potenziare e ampliare le sue potenzialità. In altre parole
Kevin è deciso a dotare l’uomo degli stessi poteri dei super eroi. Questa è la
promessa per indurre l’uomo ad accettare l’integrazione con la cibernetica. Ma
come accade in questi casi, c’è il rovescio della medaglia che Kevin non svela.
E cioè che nel momento stesso che l’uomo sarà integrato con la cibernetica,
perderà definitivamente quel poco di umanità rimasta. Questo perché gli sarà
impedito di esprimere e sviluppare pensieri propri, dal momento che il cervello
sarà controllato da microchip.
Kevin promette grandi meraviglie, tra queste anche la
capacità telepatica a qualsiasi distanza. Ma anche tale possibilità è solo un
grande inganno, perché di telepatico in realtà non c’è nulla. Almeno secondo il
senso etimologico della parola. Questo perché riuscire a trasmettere a
qualsiasi distanza come tutti sanno è cosa che facciamo da almeno un decennio
con i telefonini e da oltre 50 con il telefono fisso. Quello che cambierà in
realtà sarà, che diversamente dall’attuale, il telefonino miniaturizzato alla
misura di un microchip sarà impiantato nella scatola cranica connesso alla rete
neurale. In questo modo la voce invece che attraverso l’orecchio esterno,
giungerà direttamente alla zona del cervello deputata all’udito. Lo stesso
varrà per le immagini. Ma questo caro Kevin non è telepatia, ma una forma
invasiva di usare la tecnologia. Come Steve Jobs, anche Kevin vende solo
illusioni. La vera telepatia diversamente, non agisce attraverso il silicio, ma
attraverso un profondo percorso spirituale che nel tempo trasforma la coscienza
fino a raggiungere un elevato grado di consapevolezza e conoscenza. Conoscenza
che renderà possibile liberare le potenzialità spirituali dell’anima ….. le
stesse potenzialità che esprime nel luogo dove realmente esisteremo dopo che ci
saremo liberati dal ciclo della vita e della morte ad opera degli artefici o
demoni, che controllano la nostra esistenza in questo universo.
Quindi caro kevin tu prometti il paradiso, ma alla fine quel
paradiso risulterà il peggiore degli inferni, perché una volta che l’uomo sarà
interfacciato con la tecnologia cibernetica, perderà qualsiasi connotazione umana,
perché ogni suo pensiero e azione saranno programmate secondo il bisogno e gli
interessi dell’elite. Bisogni e momenti non generati dall’attività umana, quali
per esempio i sentimenti e quant’altro attiene all’umano, ma secondo gli
interessi economici di coloro che attualmente sovvenzionano le ricerche del
signor Kevin, che come un qualsiasi bravo umano privo di scrupoli, pensa solo
alla notorietà e alla ricchezza. Mi chiedo che tipo di vita potrà condurre un
essere integrato con la cibernetica. Sicuramente le sue braccia saranno forte
come l’acciaio, ma saranno anche fredde come un corpo privo di vita. Immaginate
una carezza ad un bambino con un braccio bionico. Perché sarà a questo che si
arriverà, dato che il processo di fusione con la cibernetica si fermerà solo
quando di umano non resterà più niente. Tale trasformazione culminerà nel
trasferimento totale, della personalità e della memoria, in un corpo totalmente
cibernetico, pur avendo sembianze umane.
Diversamente dall’elite che conoscerà una reale
“immortalità”. Immortalità, conquistata attraverso la manipolazione del DNA.
Perché dovete sapere che la morte così come la conosciamo, dalla scienza è
considerata una malattia. Una malattia da cui si può guarire, sconfiggendo sia
la morte che le malattie stesse. Tanto è vero che quello che non dice Kevin, è
che parallelamente alle sue ricerche, esiste un altro gruppo di scienziati che
fa ricerca sul DNA per scoprire e modificare i geni responsabili del processo
di invecchiamento e delle malattie. E’ solo questione di tempo, un tempo
non molto lontano. Dopodiché, l’elite conquisterà l’immortalità …. o qualcosa di
molto simile. C’è da dire che già oggi riescono a manipolare il DNA con
risultati che fanno presagire che quel tipo di immortalità non è un miraggio.
Per esempio riescono a rendere luminescente un gatto e sono in grado di
bloccare le malattie nei vegetali con innesti di DNA animale ecc. Riescono a
far crescere mandarini privi di semi e due diversi tipi di frutta, in un nuovo
frutto dalle proprietà miste. E udite, tra non molto nei supermercati
acquisterete carne clonata e non avrete nessuna possibilità di saperlo perché
non c’è l’obbligo di fornire informazioni da parte di chi la produce. Anche
questo è libero mercato …. o meglio, libertà di compiere crimini senza subire
conseguente. E pensare che nel codice penale, chi ruba una mela rischia una
condanna fino a 6 anni ……
Non avete idea di cosa combinano in certi laboratori: sperimentano ibridi umani e animali, e altri orrori simili …
Mi dispiace per tutti coloro che per il 2012 si aspettavano
l’onda che avrebbe cambiato la natura del genere umano. Da demoni ad angeli.
(La famosa onda quantica) I seguaci di tale dottrina, lo chiamano salto quantico. Ebbene è in arrivo, ma io non
l’auguro neppure al peggiore dei nemici. Nulla potrà fermare tale nefasta trasformazione perché sarà propagandata quale mezzo per ripristinare funzionalità sensitive e sostituzioni di parti difettose o mutilate da incidente ed atro. La stragrande
maggioranza degli umani inizialmente vedrà in tale innovazione l'opportunità di riacquistare funzionalità andate perdute.
Quanto sopra accadrà almeno ad un terzo della popolazione
mondiale, gli altri due terzi, saranno tenuti nella più totale schiavitù e
sofferenza così che i padroni di questa dimensione potranno ricevere quanto le
spetta e i signori della terra (l’elite) disporre di una consistente quantità
di umani per continuare gli esperimenti e per sostituire i soggetti che
moriranno durante le fasi dell’ibridazione. Lo so, sembra la trama di un film
di fantascienza, se non fosse che siamo ben oltre la fantascienza, e purtroppo la
stragrande maggioranza degli umani non è cosciente di tale realtà.
Per maggiori info: