Studiosi di tutto il mondo da sempre si domandano da cosa
nasce l’ispirazione e la creatività. Quel momento magico, quel miscuglio
indescrivibile che rende possibile comporre un’opera d’arte. Cioè dipingere,
scolpire o modellare un qualcosa che riesca a coinvolgere l’inconscio, evocando
scene che provocano intense emozioni e sublimi stati d’animo. Stati d’animo che
in esseri più sensibili provocano addirittura estasi.
L’ispirazione e la creatività, dal momento che non sono
caratteristiche comune a tutti gli esseri umani, e che non è possibile
sviluppare artificialmente, devono per forza avere un’origine, nascere da
qualcosa Oltre l’uomo. Gli umani, alcuni anche del mondo scientifico,
ipotizzano che l’ispirazione nasce da uno stato alterato della mente, o se
preferite da zone mal funzionanti del cervello. Insomma dalla pazzia, o da
momenti di follia, questo perché soprattutto nei pittori spesso si riscontrano
comportamenti irrazionali e poco controllabili rispetto ai modelli comportamentali
dell’epoca. Penso che tale definizione, o meglio limite, nasca soprattutto dall’incapacità, che si
trasforma in frustrazione, per non riuscire a comprendere tale sottile
fenomeno, o se preferite, peculiarità di alcuni esseri “di questo mondo”.
Per la mia esperienza, l’ispirazione e il momento creativo,
fluiscono nell’animo dell’artista attraverso una porta, un filo che tiene in
costante contatto l’anima con la dimensione da cui proviene. Uno stato, una
energia mai interrotta che unisce la somma di particolari e intensi momenti di
passate esistenze. Un miscuglio di scene, immagini, momenti di vita, di
sofferenza, di gioia, di sentimenti e di luoghi di inimmaginabile bellezza che
si accendono nell’animo, quando l’anima si trova al cospetto di qualcosa che in
qualche modo rievoca tali sublimi visioni, ricordi ed emozioni. Quindi è
qualcosa che non proviene dal mondo materiale, ma che si accende, quando trova
in esso, anche solo un frammento di quella emozione oltre l’umano. Generalmente
tale stato d’animo si accende quando si perde anche solo per pochi istanti la
cognizione del tempo e dello spazio. Quel particolare momento di mezzo in cui
l’anima comunica a livello emozionale con l’origine metafisica delle passate
esistenze.
L’artista non sa mai quando arriva l’ispirazione, né sa
esattamente cosa dipingerà o realizzerà in generale. Questo perché affinché
l’ispirazione sia completa, deve subentrare, fondersi con il momento creativo,
la visione di un qualcosa che sappia contenere, completarsi, congiungersi come
due parti separate, affinché diventino parte dello stesso quid, di quel
particolare istante che ha unito i due mondi.
Seguono due lavori di una serie di 10 tavole dipinte con
tecnica mista realizzate nell’estate del 2011. Lavori che non hanno nessuna
pretesa di grandi opere, ma come si evince sopra, nascono da un’ emozione, e
dal successivo tentativo di materializzare quell’emozione.
Lavori che i più esperti sapranno cogliere le influenze di
atri artisti, tra cui Modigliani, un pittore che ho sempre amato e soprattutto
Picasso, un pittore che non ho mai amato ma sicuramente rispettato perché sotto
l’influenza del periodo africano, ha avuto il merito di aver fatto conoscere al
mondo un nuovo genere di espressione artistica che successivamente segnò
positivamente la sua vita: il cubismo.
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti sono sottoposti a controllo.