martedì 14 maggio 2019

Sistemi curativi che devono rimanere occultati.

Ogni giorno al mondo muoiono circa 20.000 persone malate di cancro. E credo almeno altre 10.000 di cui non si ha alcuna notizia. Le vittime del cancro ogni anno sono circa 8 milioni. (Numero riferito ai soli dati ufficiali). 500.000 delle quali sono americane. Oltre 150.000 mila sono italiane. All’inizio del secolo scorso veniva colpita dal cancro una persona su venti. Negli anni 40, la stessa percentuale era salita a 1 su 16. Negli anni settanta una persona su dieci. Oggi una persona su tre, nel corso della sua vita è destinata ad ammalarsi di cancro, e una su quattro è destinata a morire di cancro. (Questi due ultimi dati, contraddicono i dati ufficiali in merito al numero dei malati guariti. Come vedremo più avanti in realtà i dati delle guarigioni sono fasulli). A questi vanno aggiunti i nuovi malati che solo negli Stati Uniti sono circa un milione all’anno. In Italia la stessa sorte, tocca a circa 250.000 mila persone.

Tenuto conto dei veleni che ogni giorno si accumulano nel nostro organismo per gli eccessi nell’uso di fertilizzanti usati dalle multinazionali in agricoltura con alte percentuali di arsenico e altri veleni ambientali, non c’è da meravigliarsi se il cancro è diventato la prima causa di morte. E’ notizia di questi giorni che l’Unione Europea a proposito di arsenico nelle acque potabili, ha reso noto, che in Italia 1500 comuni, con in testa il Lazio, superano di ben 5 volte il valore consentito dalla legge. E tenuto conto, che tutti i richiami all’Italia affinché adottasse misure adeguate per difendere la salute dei propri cittadini, sono stati ignorati, ha decretato la chiusura di 150 dei circa 1500 acquedotti più inquinati in altrettanti comuni italiani, dato che l’arsenico è altamente cancerogeno. Tra alcuni decenni, considerato che le cose andranno sempre peggio, il rapporto di cittadini colpiti dal cancro sarà di 1 a 1. Facendo così la gioia delle case farmaceutiche. Almeno per i primi decenni …..

Il cancro è una malattia che fa precipitare gli ammalati, da un giorno all’altro, in un tunnel oscuro, che cambierà la loro vita per molti anni avvenire. Tra una sequela di esami clinici, controlli, e interventi chirurgici, cadono in totale balia della malattia. In quel tunnel, ogni paziente, alimenta un immenso apparato medico, che genera milioni e milioni di dollari di fatturato per l’industria medica ospedaliera e farmaceutica. Secondo alcuni specialisti del settore, il classico malato di cancro, nel corso della malattia (se riesce a sopravvivere alle costose cure della chemioterapia che è peggiore del male) spende mediamente almeno 50.000 dollari.

Un milione di nuovi pazienti di cancro ogni anno, significa 50 miliardi di dollari in più spesi in terapie solo negli Stati Uniti. Risorse che vengono sottratte alle famiglie per finire nelle casse delle case farmaceutiche, e di medici senza scrupoli. (Li chiamano primari….). Senza considerare la sofferenza di cui nessuno penso possa monetizzare. Il mondo scientifico, i governi e le case farmaceutiche, in accordo con una classe medica corrotta, pur di non rinunciare ai propri criminali guadagni, negano che la vera cura per il cancro esiste da circa novant’anni. Tale cura viene ignorata perché essendo a base di erbe, ed altri prodotti naturali, non può essere brevettata. Sarà per questo che tutti coloro che osano curare con erbe mediche, o altri prodotti naturali, vengono perseguitati, imprigionati e distrutti professionalmente. E se malgrado tutto continuano a resistere, un incidente stradale può sempre capitare …

Il nostro organismo in un ambiente sano, non dovrebbe ammalarsi mai, si ammala perché i cibi sono tossici, manipolati geneticamente e saturi di antibiotici e velenosi fertilizzanti, diversamente per restare in salute, basterebbe che i cibi fossero genuini ed esenti da veleni. Quindi ci ammaliamo perché siamo immersi nei veleni; sia per l’aria che respiriamo che per il cibo che arriva sulle nostre tavole. La malattia colpisce l’organismo quando le difese immunitarie non riescono più a fronteggiare i veleni che assorbiamo giorno dopo giorno, rendendo difettoso il nostro patrimonio genetico che inevitabilmente diventerà causa di trasmissione di malattie genetiche. Nessuno ammetterà mai che le cause delle malattie genetiche sono provocate dai vari veleni rilasciati nell’ambiente. La prova viene dalle continue allergie che aumentano di anno in anno. E questi non sono argomenti campati in aria, o teorie, ma il risultato di studi provenienti dai canali ufficiali.

Ritornando al business delle malattie, e ai costosi farmaci per “curarsi”, Ippocrate di cui la medicina vanta ipocritamente il giuramento, ha insegnato che il medico non deve curare la malattia con sostanze estranee all’organismo ma seguire il decorso della malattia fino alla guarigione, che avverrà spontaneamente per vie naturali. Mi fermo qui, perché quel mondo ormai non esiste più, e purtroppo non esiste più neppure l’uomo che ne faceva parte.

I dati sulle guarigioni dei tumori sono falsi. E come potete immaginare non sono io a sostenerlo ma quei pochi oncologi onesti che ancora resistono alla razzia della coscienza da parte delle case farmaceutiche per tenere sotto controllo l’intero sistema sanitario mondiale, non si fermano davanti a nulla. Sistema, foraggiato anche da Telethon, che come tutti gli anni, anche quest’anno ha raccolto fondi dai cittadini. Prima si chiamava ricerca per il cancro e aids, ora ricerca per le malattie genetiche. In questo modo nessuno potrà ch9iedere conto di come sono stati spesi i milioni di euro raccolti fino ad oggi. Comprensibile, visto che dopo circa 30 anni non sono riusciti a trovare una cura degna di tale nome. E per distogliere l’attenzione, hanno pensato bene di allargare gli obiettivi. Difatti ora i fondi si raccolgono per le malattie genetiche. Ma nessuno sa esattamente come vengono utilizzati tali fondi perché stranamente nel sito di Telethon non c’è traccia di come è stato speso il miliardo di euro raccolti fino al 2012.

Diversamente da quello che vorrebbero far credere, che io sappia, non risulta che dopo circa 30 anni di ricerca siano riusciti a brevettare una sola cura per le malattie genetiche e per la cura del cancro in particolare. Sul sito oltre alla propaganda di come donare e raccogliere fondi, ci sono solo chiacchiere. Annunci di questo e di quello, ma sostanzialmente nulla di concreto. Tutto è sempre fermo alla sperimentazione. Poi dopo qualche tempo di quella sperimentazione annunciata, non si sa più nulla……

Hanno decifrato la mappa del genoma umano, ed in virtù di questo riescono a far nascere gatti fluorescenti e altri animali, e chimere. Vedi link: http://www.focus.it/ambiente/animali/i-gatti-illuminano-il-futuro-della-medicina.

Modificano geneticamente animali e frumento e altre piante per gonfiare la produzione, ma stranamente non riescono a scoprire una qualsiasi cura per le malattie genetiche, o per il cancro. La ragione è molto semplice: non possono rendere pubblica nessuna delle scoperte che curano il cancro e altre malattie simili, perché non intendono perdere gli enormi profitti che ricavano da queste malattie e da tutte le altre malattie. Se qualcuno ha dei dubbi che la cura per il cancro esiste da circa 90 anni è sufficiente scaricare il film del regista Massimo Mazzucco. https://www.youtube.com/watch?v=1RUrIO3Emws

Introduzione a parte, per evitare il sequestro della pellicola, non occorre un genio per capire che rappresenta tutta la verità perché gli intervistati sono tutti seri professionisti che guarda caso nonostante lanciano accuse durissime al sistema e alle case farmaceutiche, nessuno smentisce tali accuse. Tantomeno la magistratura apre un fascicolo per indagare. Fanno finta di nulla perché temono che una denuncia, produrrebbe esattamente il contrario di ciò che desiderano. E cioè l’attenzione dell’opinione pubblica sulle loro sporche politiche criminali.

Un film che tutti dovrebbero vedere perché il vostro futuro, la vostra vita, dipendono da quanto siamo informati, di quello che potrebbero farci una volta ammalati di cancro, e di altre malattie ritenute incurabili. Le cure per il cancro sono molteplici, ma vengono ignorate, e screditate dai medici affiliati alle case farmaceutiche, che controllano anche le università, avendo nel consiglio di amministrazione loro rappresentanti. Lo scopo del controllo delle università da parte delle case farmaceutiche è importante perché in questo modo sono in grado di intercettare quei studenti brillanti che potrebbero fare scoperte mediche che andrebbero a ledere i loro interessi. Alla faccia di chi soffre. Tutto questo con la complicità dei vari governi, perché curarsi con i prodotti naturali costa pochi spiccioli rispetto al costo dei farmaci della scienza ufficiale, che si aggira intorno ai 50 mila euro. (E’ da precisare che quei 50.000 euro non servono per curare il cancro ma per tenere sotto controllo la malattia. Dato che il cancro è sempre lì in agguato. I dati parlano chiaro!!)

La scienza con la ricerca per il cancro e altre malattie genetiche, stranamente è ferma agli anni 20. E ancora oggi, resta ferma nella convinzione che le cause del cancro sono genetiche. Contrariamente, un italiano, un oncologo romano certo della concretezza della sua ricerca, sostiene che il cancro è un fungo. Ad affermarlo non è un cretino qualsiasi ma un onesto e coraggioso medico oncologo: Tullio Simoncini, che cura il cancro con il bicarbonato di sodio. Autore del libro, Il Cancro è un Fungo. Pubblicato nel 2005.

Il Dottor Simoncini per le sue ricerche è stato radiato dall’ordine dei medici, e condannato in primo grado per frode e omicidio colposo. Tutto nella norme, se non fosse che i pazienti malati di cancro in cura da lui, guariscono, spendendo solo pochi euro. Il Dottor Simoncini, consapevole che le maggiori resistenze ai suoi studi venivano dalle potenti case farmaceutiche americane, decise di affrontare la sfida facendo una serie di conferenze negli USA per informare sia i medici che i media. Oggi, non sono pochi i medici in Italia e negli USA, che riconoscono la validità della sua ricerca, e soprattutto che il cancro è un fungo. Nonostante, le istituzioni sanitarie internazionali e italiane, si rifiutano di sperimentare la cura a base di bicarbonato di sodio del Dottor. Simoncini. Al sottoscritto la ragione appare chiara: sanno perfettamente che funziona ma non possono ammetterlo per non dispiacere le case farmaceutiche che si arricchiscono sulla sofferenza delle persone.

Ma dato che non potevano ignorare tali gli studi, e i risultati ottenuti sul campo. Le case farmaceutiche con la complicità di centri di ricerca compiacenti, sulle riviste specializzate, pagate da loro, fecero pubblicare una ricerca vecchia chissà di quanti anni, che il cancro poteva essere curato con il supporto di una molecola antiacido, sottolineando che la cura ufficiale per curare il cancro, restava la chemioterapia. Un contentino per addolcire la pillola delle cure alternative a base di medicamenti naturali, per poi insabbiare tutto. Omettendo guarda caso, di dichiarare che il bicarbonato di sodio usato dal Dottor Simoncini per la cura del cancro, è un antiacido alla pari della loro molecola. Vedi link:http://salutiamoci.blogspot.it/2010/10/chemioterapia-alternativa-con-gli.html

Al mondo scientifico è noto che la candida essendo un fungo, viene curata con gli antiacidi. Considerando che Il Dottor Simoncini cura il cancro con il bicarbonato di sodio, ( un antiacido) e tenuto conto che la gente guarisce, non ci vuole un esperto per concludere che effettivamente il cancro altro non è che un fungo. Mi chiedo perché le autorità sanitarie rifiutano di sperimentare il suo protocollo di cura?
Forse perché temono di dover ammettere che Simoncini ha ragione? E soprattutto per non perdere quei famosi 50 mila dollari che ogni paziente affetto da cancro versa nelle casse delle case farmaceutiche?

Nel mondo tutti coloro che tentano di curare il cancro con medicamenti naturali sono perseguiti e discreditati. Tra questi anche il fu Prof. Di Bella, (il famoso oncologo che fu costretto a lasciare l’Italia perché curava il cancro con medicamenti naturali). Anche se, diversamente dal Dottor Simoncini, la cura del Prof. Di Bella fu ammessa alla sperimentazione. Ma come risultò in seguito, solo per dimostrare che era inefficace. Anzi dannosa…… Dopo la sua morte alcuni medici dichiararono che la sperimentazione fu sabotata per impedire che fosse riconosciuta la validità del protocollo Di Bella. La stessa sorte toccò anche al Dottor Hamer. Difatti, anche questi fu perseguitato, calunniato, espulso dall’ordine dei medici e imprigionato per aver scritto un libro sulla sua ricerca, in cui affermava che avrebbero rivoluzionare la medicina a livello mondiale. Vedi qui.

Hamer, fu perseguitato e incarcerato per 18 mesi, solo perché sosteneva un nuovo e rivoluzionario approccio per curare le malattie. Tanti medici indipendenti in moltissime parti del pianeta hanno dimostrato che il cancro è curabile con prodotti naturali, privi di tossicità, e con una spesa davvero insignificante. Tutti questi pionieri della verità, vengono derisi, umiliati e radiati dall’ordine dei medici. E in tanti altri casi come risulta anche nel film, vengono imprigionati. In casi estremi, assassinati magari da un pirata della strada o da un “malato mentale”, come capitò al fisico statunitense della fusione fredda Eugene Mallove, a pochi passi dall’ abitazione dei suoi genitori. Fu aggredito e ucciso (poveretto…) a colpi di bastone. Una morte orrenda. Sicuramente perché il giorno successivo doveva recarsi al senato americano per riferire i successi ottenuti con la fusione fredda. Difatti, stranamente dopo la sua morte, negli USA e nel mondo non si è più fatto riferimento alla fusione fredda.

Le lobby del petrolio così come quelle produttrici di farmaci, non permetteranno mai al mondo di uscire dalla schiavitù del potere economico di cui sono i padroni assoluti. Le testimonianze che il cancro è curabile con medicamenti naturali sono migliaia. Lo stesso vale per tutte le altre malattie che la scienza attualmente dichiara incurabili. Come del resto, dimostra senza ombra di dubbio il film.
La cura più efficace per curare il tumore e tutte le maggiori malattie incurabili del nostro tempo si chiama ESSIAC. Scoperta da una infermiera canadese di nome Rene Caisse nel 1922. Pensate, non era neppure un medico …… Renè fu perseguitata, minacciata, offesa, derisa e ingannata. Tutto questo per impedirle di divulgare la sua tisana che curava le maggiori malattie del secolo. Un preparato di erbe che ebbe dalle mani di uno sciamano di una tribù indiana (un nativo americano) per curare una zia ammalata di tumore.

(Una bevanda benedetta che purifica il corpo e lo riporta in armonia col grande spirito). Questo rende ancora più chiaro le ragioni per cui i nativi furono sterminati. La spiritualità, l’idea stessa che avevano della vita e della fratellanza, furono le cause del loro sterminio da parte dei ricchi bianchi che invasero le americhe, così come le cavallette invadono un campo di grano. Per tutti coloro, che per qualsiasi ragione, non fossero in grado di scaricare il film di seguito il link della breve storia dell’infermiera Renè Caisse: http://www.zea-mays.it/home/formula_caisse.htm

(Penso sia evidente la ragione per cui, tutti coloro che dichiarano di poter curare il cancro e tutte le altre patologie sopra riportate vengono derisi, distrutti professionalmente, e radiati dall’ordine dei medici. E infine imprigionati. (Oppure, vittime di incidente stradale …..). Se la tisana di ESSIAC fosse riconosciuta ufficialmente, le case farmaceutiche vedrebbero diminuire enormemente i loro profitti. Ma in compenso, ci sarebbe tanta sofferenza in meno. Ma questo a loro non importa. Ciò che conta realmente per loro è il massimo profitto ad ogni costo).

Anche se in misura minore, la stessa cosa capita con tutte le altre malattie. Tra cui le malattie della tiroide. Alla scienza, è noto che le donne durante la gravidanza possono subire uno squilibrio ghiandolare, che coinvolge il funzionamento della tiroide. Negli anni cinquanta la tiroide era curabile. E le donne dopo alcuni mesi di terapia, guarivano definitivamente. Poi è accaduto che è stato inventato un farmaco che sostituisce gli ormoni tiroidei: (L’EUTIROX). Stranamente dal quel momento in poi, la tiroide è diventata incurabile. “Tanto ci pensa l’eutirox a fornire l’ormone indispensabile al funzionamento dei principali organi del nostro organismo”. Quello che i medici non dicono è che l’eutirox nel tempo, provoca devastanti effetti collaterali, in particolare ai reni e cuore. Oltre a provocare irritabilità e altri disturbi collegati.

In altre parole vi convincono che siete malati a vita per indurvi ad acquistare l’eutirox. Che detta così sembra una cosa insignificante perché il farmaco costa poco. Circa 3 euro. Ma se quei tre euro al mese si moltiplicano per un anno, e il risultato per le centinaia di milioni di donne in tutto il mondo, (quasi il 25% dell’intera popolazione femminile mondiale assume l’eutirox) viene fuori una cifra stratosferica. Naturalmente ad affermare che la tiroide è guaribile non sono io, ma seri professionisti con dati alla mano. Vedi qui.

Centri Medici che operano a Roma. Ma né esistono di simili in tutte le maggiori città europee. Purtroppo le persone lo ignorano, oppure si fidano solo della medicina ufficiale. Ma quando diciamo medicina ufficiale, dovremmo sapere che non è sinonimo di verità e di garanzia di guarigione, ma di (sistema). La gente crede di essere malata di tiroide perché nessuno le dice che la tiroide non produce l’ormone tiroideo perché assumendo l’eutirox, la ghiandola resta in pausa. Ma appena viene meno l’eutirox, la ghiandola ricomincia a funzionare. L’eutirox è indispensabile solo nel caso in cui la tiroide è stata asportata completamente. Ma in tutti gli altri casi è curabile. Tanto è vero che prima, anche in presenza di tumore, la tiroide non veniva asportata completamente, perché anche una piccola parte è in grado di produrre l’ormone tiroideo.

mercoledì 30 gennaio 2019

Il Moto Presunto Della Terra


Il moto presunto della terra del Prof. di fisica Giancarlo Infante.

Giancarlo Infante, laureato in fisica, insegna nelle Scuole Secondarie. E' cultore di filosofia teorica presso l'Università degli Studi di Salerno, nonché redattore della rivista "Scienza e Sapienza". Tra le sue pubblicazioni, gli articoli: Il simbolismo della luce, Milano 1997; Galilei e il simbolismo magico, Brescia 2002; La prigione cosmologica, Udine 2002. Ed i saggi: Il mondo 'pesante' di Newton, Napoli 1994; Discorsi sulla relatività ristretta di Einstein, Salerno 1997; Implicazioni metafisiche nel concetto di materia, Salerno 1999, e autore di molteplici saggi e interviste, tra cui, Il moto presunto della terra, il paradosso dell’atmosfera terrestre, teoria Geocentrica e Eliocentrica della terra etc.

Difficile dire a cosa si riferisse Papa Giovanni XXIII, quando affermò: «Oggi si direbbe che il mondo goda di una generale menzogna in atto; voluta e organizzata. Difficilmente capita di leggere o di ascoltare un'espressione integra, completa, assoluta, di verità. Tante volte si cerca di coprire con rivestimenti del vero ciò che in realtà è il contrario» (1).
In un certo senso, egli non fece altro che ribadire l'attualità di quanto dichiarato da San Giovanni (1 5,19): «Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno».

Infatti, essendo il menzognero, il maligno non può che esprimere il suo potere attraverso la menzogna, esercitata in tutti i modi, dai più grezzi ai più raffinati, ed in tutti i campi, attraverso l'opera della "propaganda".

A proposito del potere di persuasione mediatica, in grado di diffondere con l'ausilio delle più sofisticate tecnologie le più incredibili bugie, viene in mente quanto sostiene Bill Kaysing, prima direttore delle pubblicazioni tecniche presso i laboratori della Rocketdyne Research, ditta che progettò e costruì i motori dei razzi montati sulle navicelle Apollo, poi veemente assertore della falsità dell'allunaggio sulla luna, da lui inteso come una colossale truffa da trenta miliardi di dollari messa in atto dagli americani.

Tra l'altro, egli scrive: «Un ingegnere di Seattle mi ha detto che i numeri sulla gravità lunare sono sbagliati. Ho sempre sentito che se fosse stato fatto un serio tentativo con i dati che per ora sono ristretti all'accesso del pubblico, non sarebbe troppo difficile provare che i voli lunari sono falsi. Ma il problema è questo: la NASA non rilascia i veri dati sui voli Apollo» (2).

Kaysing sostiene inoltre che già i giornali danesi nel 1969 misero in dubbio l'autenticità dell'allunaggio, ovviamente senza essere presi in considerazione.
Sarebbe facile al giorno d'oggi eliminare una volta per tutte queste pesanti insinuazioni, applicando uno dei principi cardini della metodologia induttiva. Quello della riprova. Basterebbe infatti che con i mezzi attuali, estremamente più sofisticati di quelli di quarant'anni fa, si rifacesse lo stesso pioneristico volo.
Se riuscì allora, quanto più dovrebbe riuscire adesso. Pertanto, fin quando questa conferma non viene messa in atto, le perplessità e le illazioni a riguardo, condivise tra l'altro da una larga fascia della popolazione americana, non possono essere completamente fugate. Per quanto ci riguarda, ben altre sono le perplessità che da tempo assorbono la nostra attenzione, concentrandola intorno ad un'idea che riteniamo assurda, difficilmente dimostrabile, perché non rispondente alla realtà. Idea divenuta tuttavia più certa della stessa realtà. Ci riferiamo ovviamente al rapidissimo moto di rotazione attribuito alla Terra dall'affermata teoria eliocentrica. L'argomento è delicato e scomodo, lo abbiamo già verificato. Tuttavia, seguendo per una volta Cartesio - secondo il quale, per amore della verità, almeno una volta nella vita, occorre mettere in discussione tutto, fin dove è possibile -, riteniamo opportuno proporre le seguenti considerazioni alla (si spera) cortese attenzione dei lettori.

Iniziamo pertanto la nostra riflessione, considerando la domanda che Fitzgerald e Lorentz si posero, quando vennero a conoscenza del fallimento della famosa esperienza di Michelson-Morley: «E se il mondo fosse tale per cui il suo movimento non può essere rilevato?» (3).
L'insidioso interrogativo suggerisce che se il movimento relativo della terra nell'etere non viene registrato sperimentalmente, nonostante le ripetute prove ed i sofisticati accorgimenti tecnici apportati, allora la teoria copernicana, pur se razionalmente vera, tuttavia non è reale. Non perché il reale sia contrario alla ragione, ma perché se la ragione non prende spunto dalla realtà effettiva per elaborare i propri modelli, sarà molto improbabile all'intelletto adeguarsi successivamente alla realtà. E la menzogna consiste proprio nella non corrispondenza di un enunciato con la realtà alla quale si riferisce (4).

Sappiamo che l'esito negativo dell'esperienza di Michelson venne ufficialmente messa in relazione alla teoria della relatività ristretta (anche se su questa convenzione ci sarebbe qualcosa da aggiungere), e che l'ipotesi alternativa, che la teoria copernicana potesse essere in contraddizione con la realtà, non venne assolutamente presa in considerazione.
Infatti, la scienza non poteva mettere in discussione se stessa, e la travagliata scelta del 1600, quando con tutte le forze della ragione, e non solo della ragione, si cercò di dimostrare la fisicità dell'ipotesi eliocentrica, di difficile comprensione, contraddetta dall'evidenza sensibile, non meno complicata di quella criticata.
E' chiaro che la teoria geocentrica al giorno d'oggi è del tutto fuori luogo, e sarebbe una pretesa senza sbocco cercare di riproporla tale quale, sia in chiave aristotelica (fisica), che in quella tolemaica (matematica).

Ribadiamo peraltro ancora una volta, anticipando le obiezioni dei soliti saccenti con i nervi scoperti, che la nostra critica al modello eliocentrico non corrisponde automaticamente all'approvazione dell'opposta teoria geocentrica.
Tuttavia, sarebbe una dimostrazione di profonda ignoranza il voler negare la validità della pur tramontata astronomia geocentrica, niente affatto campata in aria, che dava benissimo conto dei fatti osservati e che rispondeva ai canoni di una visione del mondo fortemente legata al senso del concreto, del sacro e della trascendenza.
Proprio per questo legame con la dimensione divina, gli astronomi del tempo calcolavano accuratamente e con estrema precisione le date degli equinozi, dei solstizi, i movimenti della sfera celeste, eccetera.
Infatti, comprendere la dinamica celeste significava per l'uomo "religioso", attento ad interpretare nel giusto modo l'omologia fra cielo e terra, cogliere i risvolti segreti di una dimensione mitica e divina, che richiede ai suoi cultori una propensione alla mitezza, alla luce della quale gli stessi avvenimenti naturali assumono un senso superiore e sacro. All'evoluzione di questa scienza "soteriologica", hanno contribuito personaggi di tutto rispetto e di altissimo ingegno.

Come Ipparco da Rodi, che intorno al 128 avanti Cristo, con mezzi del tutto rudimentali, sconvolse la concezione del cielo scoprendo la cosiddetta precessione degli equinozi. Egli si accorse, confrontando le proprie osservazioni, relative alla posizione delle costellazioni equinoziali, con quelle dell'astronomo Timocharis suo predecessore (5), di un ulteriore e fino allora sconosciuto movimento della sfera celeste. Da queste anomalie sperimentali, Ipparco dedusse che anche la cosiddetta sfera delle stelle fisse (ovviamente, in prospettiva geocentrica), oltre che ruotare giornalmente intorno alla Terra, dovesse ruotare molto lentamente, spostandosi essa stessa in modo preciso e manifesto, lungo la linea dell'equatore celeste (6).
La scoperta della precessione degli equinozi costituì pertanto un vero e proprio sconvolgimento scientifico e spirituale per gli antichi, soliti ad interpretare il moto della sfera delle stelle fisse come indice di assoluta regolarità, che peraltro costituiva il carattere proprio della divinità venerata. Ma questa fondamentale scoperta dimostra anche l'attendibilità della teoria generale dalla quale essa scaturì, per nulla ovvia e semplicistica, che non venne assolutamente messa in crisi da tale nuovo fenomeno, che anzi confortò e rese ancora più affidabile l'interpretazione geostatica del cosmo.

Con l'affacciarsi nell'orizzonte culturale del rinascimento della teoria eliocentrica, si determinò una nuova esigenza: quella della dimostrazione dell'ipotesi.
Infatti, mentre la quiete della terra è evidente e non ci fu mai bisogno di dimostrarla, l'idea di una sua rotazione, proprio perché presunta, rese necessario l'apporto di prove che la dimostrassero. E' risaputo che nessuna prova sperimentale seria venne portata a favore dell'ipotesi eliocentrica dai filosofi rinascimentali. Copernico non produsse nemmeno delle tavole dei moti celesti affidabili, dal momento che «chiunque cercasse di utilizzare la posizione di un pianeta utilizzando le tavole di Copernico si trovava presto in una situazione frustrante» (7), semplicemente perché non funzionavano. Infatti dovette intervenire Erasmus Reinhold nel 1551, per correggerle in modo opportuno. Nella prefazione a queste tavole, dette Prutenicae, Reinhold scrive: «Copernico... tuttavia si sottrasse alla fatica della costruzione delle tavole, così che se si usano le sue tavole per fare i conti, il calcolo non è neppure in accordo con le osservazioni su cui si basano le fondamenta del lavoro» (8).
Peraltro, Copernico riprese alcuni degli argomenti filosofici proposti da Buridano e da Oresme, tra i quali: l'aria condivide la rotazione diurna della Terra, la rotazione è più appropriata all'ignobile terra che al nobile cielo (9).

Galilei da parte sua presentò a favore della rotazione terrestre l'assurda prova delle maree, che Keplero più correttamente aveva attribuito agli "influssi" lunari.
Dunque, nessun argomento incontrovertibile, come quello rilevato ed interpretato da Ipparco in prospettiva geostazionaria, venne sollevato dagli eliocentristi rinascimentali. Che, come abbiamo più volte segnalato, caldeggiavano questa dottrina soprattutto alla luce del suo grande significato simbolico e religioso, contrario a quello dominante, in ordine al quale l'astro veniva interpretato come espressione del culto pitagorico del "Grande Fuoco": «Prima di Keplero dunque, non si abbracciava il copernicanesimo per la sua maggiore economicità o precisione. Accettarlo era un atto di fede, come lo definì chiaramente il più convinto e agguerrito dei copernicani italiani: Galileo Galilei» (10).
Il fatto che, come si dice erroneamente, il modello eliocentrico fosse più semplice di quello geocentrico, non costituisce peraltro un motivo sufficiente per giustificare l'oscuramento di una teoria plurimillenaria, che funzionava benissimo, e che veniva migliorata quando i dati dell'osservazione lo richiedevano, a favore di un'altra appena abbozzata e non corrispondente all'evidenza sensibile.
Se dunque il quadro generale dell'astronomia antica restò sempre il geocentrismo, per migliaia di anni, non fu perché gli uomini di allora, rispetto a noi sapienti, fossero rozzi e ignoranti, incapaci di ragionare o immodesti, come afferma qualcuno (11).
Ma perché la teoria geocentrica era fondata su una base logica e scientifica del tutto affidabile, ricavata dall'evidenza del reale.

Ed uno dei dati innegabili forniti dall'evidenza sensibile è appunto la quiete terrestre. Se ancora oggi, per comodità, la terra viene considerata per certi aspetti come praticamente in quiete, ci sarà pur un motivo.
Infatti, questa interpretazione, oltre che semplificare alcuni problemi legati al senso comune, giustifica il quadro armonico che si presenta da sempre agli occhi degli uomini. Tutto insomma nel mondo rimanda ad un senso di pace e di quiete, anche fisica, inconciliabile con l'incomprensibile turbinio al quale sarebbero soggetti il nostro pianeta e l'intero sistema solare.
Si pensi infatti che la velocità del sole e del nostro sistema attraverso la galassia viene reputata all'incirca 2,6 milioni di chilometri all'ora!
Come è noto, Galilei cercò di dimostrare l'infondatezza della sensazione comune di quiete della terra, presentando in un famoso passo dei suoi "Dialoghi" la ragione per la quale non ci accorgiamo della rapidissima doppia rotazione terrestre.
Con affabile retorica, lo scienziato spiega quella che a suo avviso costituisce l'esperienza infallibile: «con la qual sola si mostra la nullità di tutte quelle prodotte contro al moto della terra».
Per bocca dell'interlocutore Salviati, che impersona lo stesso scienziato, Galilei dopo aver proposto di far cadere da una torre un uccello morto ed uno vivo (!), per dimostrare che quello morto cadrà nello stesso modo di una pietra, mentre quello vivo volerà liberamente in qualunque direzione, aggiunge che i nostri sensi non colgono il movimento terrestre, per un'evidente ragione:
«Rinserratevi con qualche amico nella maggior stanza che sia sotto coverta di alcun gran navilio, e quivi fate d'aver mosche,  farfalle e simili volanti ... » (12).

All'interno di questa cabina, spiega lo scienziato, non riuscireste a dire se la nave sia ferma o in moto rettilineo uniforme, perché in entrambi i casi valgono le stesse leggi fisiche. Le mosche che si muovessero all'interno di questo ambiente non urterebbero contro le pareti, nemmeno quando la nave si muovesse, come invece prevedeva la teoria dell'"impetus", inteso da Buridano (1330 - 1358) come una sorta di motore impresso da ciò che muove a ciò che è mosso (13).
Ma al contrario, gli insetti volerebbero proprio come se la nave fosse ferma, e via dicendo. La rilevante importanza di questo brano dipende dalla sua relazione con i moti relativi ed i cosiddetti sistemi di riferimento inerziali; nei quali le leggi della fisica sono invarianti, essendo l'accelerazione uguale a zero.
Al contrario dei sistemi non inerziali nei quali, essendo l'accelerazione diversa da zero, quiete e movimento non sono equivalenti. L'accelerazione infatti provoca effetti fisici evidenti.
Se lasciamo cadere una goccia in un vaso in un sistema inerziale, esempio galileiano, la goccia cade perpendicolarmente nel vaso; se il sistema fosse accelerato, no.
Se un treno accelera, o frena, noi di certo eviteremmo di versare l'acqua nel bicchiere.

In realtà Galilei ripropone quanto, un centinaio di anni, prima il cardinale Nicolò Cusano (1401-1464) aveva affermato, riguardo alla relatività dei moti.
Ovvero che: «La Terra si muove veramente, anche se non ne avvertiamo il movimento. Non riusciamo ad accorgerci del moto che in relazione a qualcosa di fisso. Se uno non sapesse che l'acqua scorre e non guardasse alle rive stando sulla barca in mezzo al fiume, come saprebbe che la barca si muove? Per questo, poiché a ciascuno, si trovi egli sulla Terra, sul Sole o su un'altra stella, sembra sempre di stare in un centro immobile e che tutto il resto invece si muova, egli immaginerebbe continuamente poli diversi stando sul Sole, sulla Luna o su Marte, e via dicendo. La macchina del mondo avrà il centro dovunque, e la circonferenza in nessun luogo, poiché la sua circonferenza e il suo centro sono Dio, che è dappertutto e in ogni luogo» (14).
Questo argomento si fonda tuttavia su una contraddizione di fondo. Quella di ritenere non solo la terra alla stregua di un sistema inerziale, ma anche che l'aria ruoti insieme ad essa, come se fosse contenuta all'interno di una cabina chiusa. Questo avverrebbe se la terra non ruotasse, ma se si assume che essa ruoti, non si può pretendere che si comporti come se non ruotasse. Infatti solo se la terra non ruotasse potrebbe paragonarsi all'interno di un «gran naviglio ... ». Il ragionamento è circolare.

Da una parte dunque la terra viene considerata in rotazione, ma per dimostrare il perché non ci si accorge di questa rotazione, viene reputata come un sistema inerziale. Violando così anche il basilare principio di non contraddizione. La terra infatti in questa prospettiva al tempo stesso ruota e non ruota. D'altra parte, se la terra ruotasse effettivamente, allora non ci sarebbe alcun bisogno di dimostrarne la rotazione attraverso sofisticate esperienze, dal momento che tutti si accorgerebbero degli effetti del suo moto rotatorio.
Infatti: «Se siamo in un sistema accelerato, per esempio una giostra, noi ce ne accorgiamo perché sentiamo il continuo cambiamento di velocità: essa infatti muta direzione in ogni istante» (15). Se una comune giostra ruotante non può essere considerata come un sistema inerziale, per via degli evidenti effetti (forze inerziali, accelerazioni di Coriolis, eccetera) che si sviluppano durante il suo moto rotatorio, che dire di una giostra che non solo ruota intorno a sé, ma anche rispetto ad un centro esterno (Sole), ed anche rispetto al proprio asse (precessione), e che inoltre rallenta ed accelera nel suo moto di traslazione (seconda legge di Keplero), al pari di una trottola misteriosa, teoricamente soggetta ad un moto rapidissimo, ma praticamente ferma?

A rigor di logica, la soluzione non può che essere questa: se la terra approssimativamente si può considerare come un sistema inerziale, allora vuol dire che lo è. E dunque essa può ritenersi approssimativamente ferma. Pertanto, proprio il fatto che il nostro pianeta venga reputato, all'interno della stessa teoria eliocentrica, alla stregua di un grossolano sistema inerziale, rappresenta la prova evidente che lo sia realmente. Peraltro il rapidissimo moto terrestre possiede un che di davvero misterioso.
Una composizione di altissime velocità ed accelerazioni che tuttavia non producono nessun effetto altrettanto macroscopico nemmeno nella nostra atmosfera. Che per nostra fortuna, come si dice, ruota tutta compatta, solidale alla terra, come se fosse chiusa in una scatola, o meglio in una sfera planetaria invisibile. Un vagone perfetto ed invisibile con i finestrini chiusi e sigillati all'interno del quale non si sente la minima corrente, la minima vibrazione. Viene tuttavia da chiedere, per quale legge fisica l'atmosfera dovrebbe ruotare insieme alla terra, come già affermava Buridano, dal momento che il nostro pianeta costituisce un sistema aperto?

La terra infatti somiglia ad una macchina che viaggia non solo con i finestrini, ma anche con il tettuccio aperti, dal momento che l'atmosfera non è contenuta in nessun involucro. Dunque, l'atmosfera terrestre non può essere trascinata per inerzia dalla terra nel suo moto roto-traslatorio, proprio perché essa non costituisce un sistema chiuso. Nessun "coperchio trasparente" racchiude gli ottocento chilometri d'aria che sovrastano il nostro pianeta, nessuna sfera invisibile li contiene.
La Terra pertanto da una parte viene considerata praticamente come un sistema inerziale, dall'altra è oggetto di indagine sperimentale finalizzata a dimostrarne il suo impercettibile moto. A partire dall'esperienza di Guglielmini, del 1792, il quale fece cadere una serie di pietre dalla torre degli Asinelli di Bologna per verificare se cadessero perpendicolarmente o verso est. Fino a quella più famosa del pendolo di Foucault, del 1851.
Per provare che la terra si muove Foucault appese alla cima del Pantheon di Parigi una fune di 67 metri, alla quale era legata una sfera di bronzo di 28 kg.
Foucault dimostrò in tal modo che il piano di oscillazione del pendolo ruotava in 24 ore Al di là della spiegazione ufficiale di tale esperienza (la forza di Coriolis che si manifesta nei sistemi rotanti, forza tuttavia molto debole perché la terra compie solo una rotazione su se stessa al giorno, eccetera), intendiamo mettere in evidenza che l'esperienza del pendolo di Foucault è stata interpretata dalla scienza accademica per accreditare a posteriori una tesi già saldamente accettata a priori, circa trecento anni prima, sulla base della fede pitagorica.
Peraltro, è probabile che Ipparco da Rodi avrebbe interpretato questa esperienza in modo contrario a Foucault, ossia, come la prova evidente della rotazione dei cieli, dell'esistenza e dell'azione del famoso etere, quintessenza aristotelica alla quale gli astri devono il loro perenne moto periodico. E' noto infatti che, dal punto di vista aristotelico, la terra viene considerata ferma, e la sfera delle stelle fisse in rotazione, da est verso ovest. Ed il piano del pendolo di Foucault ruota proprio da est verso ovest, solidale cioè alla rotazione delle stelle fisse.
Dunque, la terra è in quiete e le stelle in movimento, avrebbe concluso Ipparco da Rodi. Probabilmente.

Ma la questione si complica ulteriormente; infatti, chiedersi se la terra, o i cieli, o ambedue ruotino, implica l'esistenza o meno delle rotazioni assolute. Newton era convinto che esistessero moti e rotazioni assolute. Cercò di dimostrare questa sua convinzione con il famoso esperimento del secchio rotante (16). Proprio la diversa forma della superficie dell'acqua contenuta nel secchio rotante attorno a una corda, venne ritenuta da Newton come la dimostrazione, ed il criterio corretto, per stabilire e distinguere i moti relativi da quelli assoluti. Ma il vescovo di Berkeley contestò questo punto di vista, affermando che ogni moto per sua natura è relativo, e non può essere compreso senza essere messo in relazione ad un riferimento certo.
Il filosofo Mach confermerà il punto di vista di Berkeley, prendendo in esame l'esperienza del secchio di Newton. Egli giunse alla conclusione che l'inerzia non è una proprietà intrinseca della materia, ma una proprietà di cui essa gode solo grazie all'esistenza di altra materia nell'universo (principio di Mach).
Ragion per cui l'esperienza del secchio può essere descritta in modo equivalente in due opposti modi: sia considerando il secchio in rotazione, e le stelle fisse immobili, o immaginando il secchio fisso, e l'insieme delle stelle in rotazione intorno ad esso.

Proprio alla luce di queste due opposte interpretazioni, Mach afferma che dal momento che il sistema del mondo ci è dato una sola volta, la teoria tolemaica e quella copernicana sono entrambe ugualmente valide, come già in sostanza affermavano, ovviamente in termini diversi, Buridano ed Oresme (17).
Di conseguenza, la prova del pendolo di Foucault non prova la rotazione assoluta della Terra. Ma conferma invece la validità di quello che Einstein definì come "principio di Mach", che abbiamo riportato sopra.
D'altra parte, in chiave tomista, dagli effetti è impossibile risalire alla causa, perché: «niente vieta che gli effetti derivino da principi diversi non considerati o ignoti». Pertanto, una dimostrazione che spieghi la causa con gli effetti, e non con la riduzione ad un principio superiore, non è che ipotetica: «Le conseguenze non provano i principi... Le supposizioni non sono provate dall'esperienza,  perché l'esperienza (apparentiate) confermerebbe anche postulati diversi» (18).
Ed ipotetica è appunto la scienza astronomica, nonostante la tendenza dei suoi cultori a presentarla come scienza del reale, indubitabile e certa, ed a proiettare nel misterioso ambito celeste, per nulla riducibile come vorrebbero loro a quantità e regola geometrica, l'esperienza dedotta in un ambito del tutto estraneo e limitato, come quello terrestre.
In conclusione, parafrasando Copernico, lasciamo l'eliocentrismo agli eliocentristi. Lasciamo cioè che la terra venga fatta ruotare dagli scienziati, almeno nella loro mente, al pari di una banale pietra. Nonostante sia l'unico pianeta sul quale c'è vita, nel più alto grado, e dove Dio stesso si è incarnato.
Per quanto ci riguarda, preferiamo andarcene per strade solitarie. Ricercando in letizia, nei limiti estremamente ristretti delle nostre possibilità, una "imago mundi" che ponga nel centro la sua stessa Causa e Fine (19). Ed intorno, tutta la realtà sensibile.

Prof. Giancarlo Infante 1) "Breviario di Papa Giovanni", Garzanti, Milano, 1966, pagina 346.
2) B. Kaysing, "Non siamo mai andati sulla luna - Una beffa da 30 miliardi di dollari", Cult Media Net edizioni, 1997, pagina 203.
3) In D. Park, "Natura e significato della luce", McGraw-Hill, Milano, 1998, pagina 313.
4) A. Llano, "Filosofia della conoscenza", Le Monnier, Firenze, 1987, pagina 59.
5) Tolomeo, "Almagesto", 7, 1-2.
6) La precessione degli equinozi causa un lento movimento a ritroso dei punti equinoziali lungo lo zodiaco, che impiegano 2.160 anni ad attraversare ogni costellazione, e coprono così l'intero zodiaco in 25.920 anni. Al momento attuale, l'equinozio di primavera ha luogo quando il Sole si trova nella costellazione dei Pesci, ma prossimamente sarà nella costellazione dell'Acquario, quando appunto nascerà la cosiddetta Era dell'Acquario.
7) W. Shea, "Copernico: un rivoluzionario prudente", I grandi della scienza, numero 20, ottobre 2004, Mondadori, Milano, pagina 47.
8) Ivi, pagina 48.
9) Ivi, pagina 64.
10) Confronta E. Grant, "La scienza nel Medioevo", il Mulino, Bologna, 1997, pagina 95.
11)  «L'ostinazione non è però una virtù, e la lunghezza delle storie non garantisce la validità dei punti di vista: basti ricordare il numero dei secoli durante i quali abbiamo immodestamente creduto che la Terra fosse immobile al centro dell'Universo o che i nostri corpi fossero animati da una qualche vis vitalis», E. Bellone, "I corpi e le cose", Mondadori, Milano, 2000, pagina 2.
12) G. Galilei, "Dialoghi sui due massimi sistemi, giornata seconda".
13) Lanciando una pietra, la mano imprime alla pietra un impeto, proporzionale alla velocità (Quanto più velocemente il motore muove quel mobile, tanto più forte impeto gli imprimerà). Buridano, oltre ad individuare una relazione di tipo quantitativo tra impeto e velocità, lo collega alla quantità di materia di un corpo (Quanto più un corpo contiene materia, tanto più, e più intensamente, può ricevere di quell'impeto). L'affinità concettuale fra impeto medievale e quantità di moto newtoniana è evidente. Ma Buridano riconosce altresì nell'"impetus" la tendenza a conservarsi quantitativamente, dal momento che la sua diminuzione ed esaurimento (insieme al moto del corpo) dipendono dalla resistenza del mezzo ("L'impeto durerebbe all'infinito se non fosse diminuito e corrotto da una resistenza contraria o dalla inclinazione a un moto contrario"), intuizione questa che anticipa di tre secoli la formulazione newtoniana di inerzia. A differenza di Aristotele che metteva in relazione il moto degli astri con la loro divinità, Buridano interpreta il moto degli astri come conseguenza dell'"impetus" o forza iniziale impressa ad essi dal Creatore nel momento iniziale della sua opera. Il moto degli astri si conserva inalterato perché nei cieli non c'è alcun tipo di resistenza. Confronta M. Clagett, "La scienza della meccanica nel Medioevo", Feltrinelli, Milano, 1972, pagine 548-549.
14) Cusano, "La Dotta Ignoranza - Le congetture", Rusconi, Milano, 1988, punto 162, pagina 173.
15) F. de Felice, "Gli incerti confini del cosmo", Mondadori, Milano, 2000, pagina 40.
16) Viene fatto ruotare un secchio pieno d'acqua appeso ad una corda verticale. Prima l'acqua rimane ferma rispetto alle pareti rotanti del secchio, e la sua superficie rimane intatta. Mentre la rotazione del secchio continua, anche l'acqua al suo interno inizia a ruotare sollevandosi ai bordi ed allontanandosi dal centro. Pertanto, inizialmente l'acqua ruota rispetto al secchio, ma rimane in quiete rispetto allo spazio assoluto, perché la sua superficie è piana. Successivamente, essa è ferma rispetto alle pareti del secchio, ma in rotazione rispetto allo spazio assoluto, perché la sua superficie si incurva.
17) Confronta E. Grant, "citato", pagine 94-96.
18) Confronta G. Morpurgo - Tagliabue, "I processi di Galileo e l'epistemologia", Edizioni di Comunità, Milano, 1963, pagine 35 e 36.
19) «Cristo è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura, perché per mezzo di lui e in vista di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui», San Paolo, Lettera ai Colossesi, 1, 15-17.