sabato 27 luglio 2013

Albert Caraco

Breviario del Caos

In Albert Caraco, come in altri pensatori illuminati, con grande umiltà, condivido una totale similitudine di pensiero. Di questo, ogni volta, continuo a stupirmi, perché trovo stupefacente vedere il mondo con gli occhi, di esseri che sono vissuti prima di me e in altri casi, a dir la verità rarissimi, di persone del mio tempo, che come me, sono in netto contrasto con la quasi totalità dell’umanità. Tale similitudine di pensiero, rende sempre più forte la convinzione che in qualche luogo, esiste una verità universale, o forse, semplicemente il ricordo di esperienze di vite passate, che attraversano in modo silente l’anima di alcuni esseri che non per loro scelta, sono costretti a subire la miserabile condizione umana.

Albert Caraco, nacque nel 1919 da una ricca famiglia ebraica, passò l'infanzia tra Vienna, Praga e Berlino. La famiglia abbandonò la Germania negli anni trenta per stabilirsi in Francia, per un certo periodo, nella città di Parigi, dove frequentò l'École des Hautes Études Commerciales. Nonostante la sua giovane età già parlava spagnolo e tedesco. Successivamente prima della seconda guerra mondiale, la famiglia chiese la cittadinanza in Honduras, per trasferirsi poco dopo in Sud America: Argentina e Uruguay. In quel periodo la famiglia per opportunità sociale si convertì al cattolicesimo. Per Albert fu autentica folgorazione … tanto che si mise a scrivere poesie religiose, che ebbero premi e onorificenze…. Sic. Nel 1946, la famiglia si stabilì nuovamente a Parigi.

Albert, ebbe un'infanzia assai difficile, benché profondamente legato ai suoi genitori. Visse in completa solitudine, facendosi una cultura completa, in senso classico …. vibrante e lucida come la sua intelligenza. Visse alla continua ricerca di una chiave che le consentisse di penetrare l’assurda tragedia della condizione umana, secondo me, senza riuscirci perché pervaso da una grande rabbia verso il marciume del mondo. I numerosi libri da lui pubblicati in vita a sue spese, furono letteralmente ignorati da tutti i settori culturali.

Albert Caraco si suicidò nel 1971, il giorno dopo la morte del padre, a soli 50 anni.
Secondo il mio umile punto di vista, Caraco fu incompreso da vivo come lo è da morto, perché piuttosto che analizzare il suo pensiero, in merito al marciume del mondo da lui denunciato, si decide di liquidarlo etichettandolo quale soggetto allucinato e reazionario. Una posizione comoda e disimpegnante perché in questo modo si evita di prendere atto della fondatezza delle sue tesi, evitando così di assumersi la responsabilità di correggere l’attuale mostruoso sistema satanico. Caraco aveva raggiunto un tale grado di consapevolezza da sentirsi un estraneo, un espulso dal contesto umano. Fu sicuramente per tali ragioni, e in più la certezza, che l’uomo ormai non era più capace di correggersi, ad indurlo a mantenere la promessa di porre fine alla sua vita dopo la morte di suo padre, unico legame con quel mondo che tanto detestava e allo stesso tempo, amava. Questo secondo la mia esperienza, si capisce dalla rabbia che riversava nelle sue tesi, poiché solo coloro che sono capaci di grande amore riescono a provare una rabbia così estrema verso l’incapacità dell’uomo di rendersi conto di precipitare verso l’autodistruzione.
Le parole di Albert Caraco per un lettore “distratto” possono sembrare ciniche, in realtà con i suoi appassionati libri testimonia esattamente l’opposto.

Ma per onestà mentale, non posso non evidenziare che la sua analisi, il suo pensiero, la sua attenzione, si focalizzarono esclusivamente sull’aspetto fisico della condizione umana, tralasciando secondo me, volutamente, l’aspetto metafisico. Aspetto che sicuramente avrebbe affrontato in un secondo momento, se non avesse deciso di porre fine alla sua esistenza. Decisione che secondo me, maturò perché privo di quei fondamenti che consentono alle persone di talento e di grande sensibilità e consapevolezza, di sopravvivere alla malvagità del mondo.

Breviario del Caos, racconta il nostro mondo quale appare se osservato da uno sguardo di rapinosa, disperata lucidità, e lo fissa in brevi blocchi di prosa dal nitore classico, dove le frasi si allineano con naturalezza, simili alle pietre dei muri antichi. C'è in Caraco una violenza compressa, una furia che fa pensare a Céline e Cioran - e insieme la capacità di dare una forma perentoria, martellante, ultimativa alle visioni più azzardate, come già sa la tribù dei lettori di quel cupo gioiello che è Post mortem. Rare volte la peculiare convergenza di orrori e parodia che contraddistingue quanto ci sta intorno ha trovato un cronista altrettanto percettivo e tagliente.

Di seguito una breve sintesi del libro Breviario del Caos:

I nostri peggiori nemici sono coloro che ci parlano di speranza e ci prospettano un futuro di gioia e di luce, di lavoro e di pace, in cui i nostri problemi saranno risolti e i nostri desideri appagati. A loro non costa niente rinnovare le promesse, ma a noi costa enormemente ascoltarli, e quel che abbiamo da guadagnarci sono solo idee sbagliate, più andiamo avanti e più queste idee diventano dominanti e più il giogo dell'equivoco ci piega, noi vacilliamo sotto un cumulo di nozioni oscure e confuse, che vorrebbero essere scientifiche e ci fanno smarrire il ricordo di tutto quello che da ormai tre secoli ci aveva disincantati. La logomachia, chiamata dialettica, permette di dimostrare qualsiasi cosa, secondo le necessità del momento e l'interesse dei suoi dimostratori, perché abolisce i punti di riferimento insieme con le possibilità di resistenza: è la macchina per produrre il caos, fosse pure in nome dell'ordine, è davvero l'ultimo sforzo del nostro intelletto messo al servizio dell'assurdo e grazie al quale la dissoluzione ha campo libero, con i suoi promotori che saranno gli ultimi a perire, dopo aver immolato tutto, continuando a sentirsi importanti nel nulla.

L'ordine prepara metodicamente la propria liquidazione osservando la disciplina che ci predica; gli scienziati moltiplicano le scoperte e l'ordine se ne appropria, in preda alla follia; insomma, tutto si mette al peggio e noi perseveriamo, in nome della morale e della fede, nelle strade che a esso conducono; le tradizioni rivaleggiano in impostura e le invenzioni in malvagità, non sfuggiremo più a tale concorso di cose e l'ordine presiede all'accomodamento, in fondo al quale si spalanca il precipizio. L'assurdo ha la sua logica e noi ne sposiamo le fasi, magari crediamo di improvvisare, mentre non facciamo nulla che non rimandi a quel piano generale, che - senza volere - mettiamo in atto: è un meccanismo i cui migliaia e migliaia di ingranaggi discettano a lungo su una libertà che ritengono attributo dell'uomo, con l'ordine che si accontenta di farsene assurdamente portavoce. Siamo ciechi per dovere e ci affidiamo all'ordine, più cieco di noi e persuaso di essere chiaroveggente: è un raggiro a partita doppia e ormai nessuno sfugge al fallimento che tale operazione prepara in eguale misura a tutti i popoli.

Noi tendiamo alla morte, come la freccia al bersaglio, e mai falliamo la mira, la morte è la nostra unica certezza e sempre sappiamo di dover morire, quale che sia il luogo, il momento, o il modo. Noi, che non ci contentiamo di parole, acconsentiamo a scomparire e siamo lieti di acconsentire, non abbiamo scelto di nascere e ci riteniamo fortunati a non sopravvivere in nessun luogo a questa vita, che ci fu imposta più che donata, vita piena di noi affanni e dolori, dalle gioie discutibili o mediocri. Che cosa prova mai che un uomo sia felice?

Ognuno di noi muore solo e muore interamente: sono due verità che i più rifiutano, giacché i più durante tutta la loro vita sonnecchiano. La solitudine è una scuola di morte e l'uomo comune non la frequenterà mai, l'integrità non si ottiene altrove, essa è dunque la ricompensa della solitudine, e se si dovessero suddividere gli uomini, essi formerebbero tre razze: la massa, o sonnambuli, che sono un esercito; i ragionevoli e sensibili, che vivono su due piani e, sapendo ciò che a loro manca, si sforzano di cercare ciò che non trovano; gli spirituali nati due volte, che vanno alla morte con passo uniforme per morire soli e morire interamente, quando non si dia il caso che scelgano loro il momento, il luogo e il modo, a dimostrazione del loro disprezzo per le contingenze.

Le città che abitiamo sono scuole di morte, perché sono disumane. Ognuna di esse è diventata il ricettacolo del frastuono e del tanfo, poiché ognuna è diventata un caos di edifici, dove ci ammassiamo a milioni, smarrendo le nostre ragioni di vita. Sventurati senza scampo, sentiamo di esserci cacciati, volenti o nolenti, nel labirinto dell'assurdo, da cui non usciremo che morti, giacché il nostro destino è di continuare a moltiplicarci, unicamente per morire innumerevoli.

Gli uomini si sono diffusi nell'universo come una lebbra, e più si moltiplicano più lo snaturano, essi credono di servire i propri dèi divenendo sempre più numerosi, i bottegai e i preti approvano la loro fecondità, gli uni perché essa li arricchisce, gli altri, invece, perché li accredita.
Siamo già troppo numerosi per vivere, per vivere non da insetti ma da uomini; noi moltiplichiamo i deserti a forza di esaurire il suolo, i nostri fiumi sono ridotti a sentine e l'oceano entra a sua volta in agonia, ma la fede, la morale, l'ordine e l'interesse materiale si uniscono per condannarci alla tribù: alle religioni occorrono fedeli, alle nazioni difensori, agli industriali consumatori, il che significa che a tutti occorrono bambini, non importa quello che ne sarà una volta diventati adulti. Ci spingono incontro alla catastrofe e non possiamo mantenere i nostri fondamenti se non andando alla morte, mai si è visto paradosso più tragico, mai si è vista assurdità più palese, mai ha ricevuto più universale conferma la prova che l'universo è una creazione del caos, la vita un epifenomeno e l'uomo un accidente. Non abbiamo mai avuto nessun Padre in Cielo, siamo orfani, sta a noi comprenderlo, a noi uscire dall'infanzia, a noi rifiutarci di obbedire a chi ci fuorvia e immolare chi ci vota all'abisso, giacché nessuno ci redimerà se non ci salveremo da soli.

Il mondo si è chiuso, come lo era prima delle Grandi Scoperte, il 1914 segna l'avvento del secondo Medioevo, e noi ci ritroviamo in quella che gli gnostici chiamavano prigione della specie, nell'universo finito, da cui non usciremo più. E ormai sparito l'ottimismo che per quattro secoli fu il retaggio di tanti europei, la Fatalità ritorna nella Storia, e ad un tratto noi ci chiediamo dove siamo diretti, ci interroghiamo sul perché di quello che ci accade, la bella fiducia dei nostri padri in un progresso illimitato, congiuntamente a una vita sempre più umana, è dunque svanita: noi giriamo in tondo e non riusciamo più nemmeno a capire le nostre opere. Il che significa che le nostre opere ci superano e che il mondo, trasformato dall'uomo, sfugge un'altra volta alla sua intelligenza, più che mai noi edifichiamo nell'ombra della morte.

Gli uomini sono al tempo stesso liberi e legati, più liberi di quanto non desiderino, più legati di quanto non avvertano, giacché la massa dei mortali è fatta di sonnambuli, e all'ordine non conviene mai che escano dal sonno, perché diventerebbero ingovernabili. L'ordine non è amico degli uomini, esso si limita a tiranneggiarli, di rado a incivilirli, ancor più di rado a umanizzarli. Poiché l'ordine non è infallibile, spetta alla guerra riparare un giorno ai suoi errori, e poiché l'ordine continua a moltiplicarli, noi andiamo verso la guerra, la guerra e il futuro sembrano inscindibili. Questa è l'unica certezza: la morte è, in definitiva, il senso di ogni cosa, piuttosto che ripensare finalmente il mondo che egli abita.

La nostra gioventù si sente condannata e perciò le università sono in fermento, essa ha ragione, noi abbiamo torto e stiamo preparandole un'altra guerra. L'ordine e la guerra sono legati, la nostra morale non lo ignora affatto, basta riandare all'insegnamento dei grandi moralisti: questa è l'unica certezza, e noi non possiamo immaginare lo stato di pace perpetua, l'ordine non vi resisterebbe. I nostri giovani credono forse che quaggiù basti dichiarare pace al mondo perché il mondo dia retta? Noi siamo all'Infèrno, e la sola scelta che abbiamo è tra essere i dannati che vengono tormentati o i diavoli addetti al loro supplizio.

L'Inferno che portiamo in noi corrisponde all'Inferno delle nostre città, le nostre città sono commisurate ai nostri contenuti mentali, la volontà di morte informa la smania di vivere e noi non riusciamo a discernere quale ci ispiri, ci gettiamo in lavori sempre nuovi e ci illudiamo di attingere le vette, siamo posseduti dalla dismisura.

Quando si vorrà sapere quali furono i nostri veri dèi, bisognerà giudicarci in base alle nostre opere e mai in base ai nostri principi. Allora non si avrà difficoltà a rispondere, e si dirà ciò che noi ci vietiamo di dire e finanche di pensare: «Adoravano la follia e la morte». In verità, noi non adoriamo più nient'altro, ma non possiamo ancora ammetterlo, perché la follia e la morte sono l'ultimo compimento delle religioni rivelate, e queste religioni le contenevano in potenza, la fede cristiana in primo luogo. Abbiamo messo la follia e la morte sugli altari, professiamo tanto la demenza quanto l'agonia della Divinità suprema, che cosa rimane dopo questo, domando io?

Elevo un canto di morte su ciò che sta morendo, e di fronte ai nostri reggenti da strapazzo, di fronte ai nostri impostori mitrati e di fronte ai nostri scienziati, i più dei quali non hanno raggiunto l'età della ragione, io, solitario e misconosciuto, profeta della mia generazione, murato vivo nel silenzio anziché essere arso sul rogo, pronuncio le ineffabili parole che domani i giovani ripeteranno in coro. La mia unica consolazione è che la prossima volta moriranno con noi, i reggenti e gli impostori e gli scienziati, non rimarrà sotterraneo in cui questi maledetti possano sottrarsi alla catastrofe, non rimarrà isola dell'oceano in grado di accoglierli né deserto capace di inghiottire loro, i loro tesori e la loro famiglia. Rotoleremo tutti insieme nelle tenebre da cui non si ritorna, e il pozzo buio ci accoglierà, noi e i nostri dèi assurdi, noi e i nostri valori criminali, noi e le nostre speranze ridicole. Allora e soltanto allora giustizia sarà fatta, e verremo ricordati come un modello da non imitare più.

La fede non è che una vanità tra le altre e l'arte di ingannare l'uomo sulla natura del mondo.

Tutti i problemi sarebbero risolti con l’obiettività, la misura e la coerenza, ma poiché la maggior parte degli uomini ne è incapace, tutti i problemi restano insolubili, la catastrofe sarà sempre l’unica scuola in cui gli indegni riceveranno l’insegnamento che la stupidità e la follia meritano loro. Non possiamo tramutare i sonnambuli in veggenti né far assaporare la luce a questi ciechi dalla nascita, la legge dell’ordine vuole che la massa di perdizione non sia salvata e che si consoli della propria rovina procreando a perdifiato, per poter essere smisurata e fornire instancabilmente un esercito di vittime. Noi intravediamo quello che ci attende e regoliamo la nostra condotta in base a quello che gli occhi ci insegnano, avvertendo altresì che i mortali, per la maggior parte, non capiscono nulla ed escono dal loro sogno solo per piombare nella disperazione, poiché non hanno altra legge se non quella di subire ciò che non comprendono.

L’umanità vuole pienamente ciò che deve subire, rinuncia a ciò che aveva e noi non la obbligheremo a smentirsi, essa si rifiuta di capire quel poco che intuisce, detesta chi la mette in guardia, e di comune accordo il potere civile e il potere religioso ridurranno al silenzio quei pochissimi che disingannano i ciechi turbando i sordi.

La catastrofe è necessaria, la catastrofe è desiderabile, la catastrofe è legittima, la catastrofe è provvidenziale, il mondo non si rinnova a minor prezzo, e se non si rinnova dovrà scomparire con gli uomini che lo infettano. Gli uomini si sono diffusi nell’universo come una lebbra, e più si moltiplicano più lo snaturano, essi credono di servire i propri dèi divenendo sempre più numerosi, i bottegai e i preti approvano la loro fecondità, gli uni perché essa li arricchisce, gli altri, invece, perché li accredita. L’unico rimedio alla miseria consiste nella sterilità dei miserabili, ma l’ordine per la morte, l’ordine dei bottegai e dei preti, ci vieta persino di parlarne. I bottegai e i preti vogliono arricchirsi e dominare, vogliono il profitto materiale e il credito morale, li ottengono dalla nostra idiozia, giacché il nostro disinganno sarebbe la loro fine, così come sarebbe la fine della miseria.

Fonte: Breviario del Caos ed. 2009
ED. Adelphi Milano

sabato 20 luglio 2013

Papa Wojtyla


Non era questo il post che avevo in mente di scrivere, ma quello di un filosofo contemporaneo. Di quelli che quando sono in vita per il coraggio delle loro idee e per la chiarezza di pensiero, portano scompiglio e disagio sia nel mondo culturale che politico. In vita questo personaggio, dai suoi colleghi accademici, e dai midia, è stato boicottato come un lebbroso. Ma come è tipico degli umani clonati, poco dopo la sua morte ….. i suoi libri sono diventati oggetto di studio e apprezzamento.

Ciò che mi ha spinto a rinunciare a pubblicare l’autore sopra, è quanto di più inverosimile potevo aspettarmi. Incredibile a dirsi, ho sognato Papa Wojtyla. Sognare Wojtyla per me, è un po’ come quegli oggetti che non dovrebbero esistere in quel determinato periodo storico perché palesemente fuori epoca. Invece con mio grande stupore è accaduto. Il perché sia accaduto per ora è un mistero, perché malgrado ci pensi, non riesco a trovare alcuna spiegazione. Sognarlo, sarebbe stato logico se fossi stato un suo seguace. Ma dal momento che verso di lui, sono stato critico sia sul suo papato che sulla sua persona …. anche quando era solo un prete, (a mio parere non sempre limpido) figuriamoci da papa. E mi riferisco al suo determinante contributo per la caduta del comunismo. Una scelta miope per i destini del mondo visto che dalla caduta del comunismo sovietico, il mondo è stato pervaso da nuove guerre e nuove ingiustizie, fino a provocare il disastro occidentale che è sotto gli occhi di tutti. Praticamente finito tra gli artigli di una dittatura di gran lunga peggiore del comunismo sovietico: quella dei banchieri e del mondo criminale associato. E non perché penso che il comunismo sovietico fosse il migliore dei mondi possibili ….. anzi!!

Ma semplicemente perché il comunismo faceva da contrappeso, dato che le famose democrazie occidentali per paura che i popoli fossero sedotti da quella dottrina, erano costrette a mantenere una parvenza di volto umano. Che tradotto in termini pratici, significa un minimo di equità sociale. Equilibri che con la caduta del comunismo sovietico, sono saltati. Tanto che le politiche messe in atto dai governi occidentali, hanno dimostrato di essere di gran lunga peggiore del comunismo. Non si può non riconoscere che il comunismo sovietico, aveva il merito di garantire il minimo indispensabile a tutti i cittadini. Attualmente tale principio non ha più alcun valore, tanto che i cittadini più deboli, sono lasciati al loro destino. Un solo esempio: prima non era mai accaduto che uno stato potesse fallire ….. come è accaduto in Grecia, e sta accadendo in altre parti del mondo ….. incredibilmente negli USA, vedi Detroit, lasciando i cittadini nella più assoluta disperazione. Di tale crimine, nessuno può negare che Wojtyla, è quantomeno corresponsabile. Pensate, lo faranno anche santo…. Dai risultati dovrebbe essere incoronato qualsiasi altra cosa, ma non santo ….

Quindi in ragione di cosa, Wojtyla mi è venuto in sogno, visto che io non ho mai approvato le sue scelte politiche sia nel mondo che nella chiesa, e soprattutto perché non è presente in nessun modo nei miei pensieri. Per il momento, non è dato sapere. Anche se non posso negare di essere stato coinvolto dalla sofferenza patita per la sua malattia. Ma questo solo a livello umano, dal momento che ho grande rispetto per la sofferenza delle persone a prescindere dai comportamenti e dalle idee. Questo perché sono convinto che coloro che soffrono, nel bene e nel male, perdono il proprio passato. Ciò che rimane di loro è solo la sofferenza.
Resta il fatto che non avrei in nessun caso dovuto sognare questo papa. Averlo fatto, penso che riguarda più la metafisica che il mondo fisico.
Sarebbe stato normale se a sognarlo fosse stato un cristiano suo seguace, ma non io che non mi sono mai lasciato incantare dalla sua dialettica e scelte politiche. Per esempio come si adoperò per insabbiare lo scandalo dei preti pedofili ….. tanto per citare un caso.
Poi il modo in cui l’ho sognato è davvero incredibile.

Wojtyla nel sogno era giovane, e vestiva con una tunica nera, quindi da sacerdote. Cosa che mi appare incredibilmente strano, perché avrei dovuto perlomeno sognarlo da vecchio, quindi da papa. Inoltre il luogo dove l’ho sognato, potrei definirlo un non luogo perché intorno a noi non c’era assolutamente nulla. Solo un indefinibile spazio bianco ….. uno spazio in cui il tempo era assente. Eravamo seduti l’uno accanto all’altro, come se occupassimo delle poltrone. Poltrone che in realtà non esistevano perché ogni forma si perdeva in quello spazio bianco. Visto frontalmente ero seduto sulla destra …. quindi alla sua sinistra. Il suo braccio pendeva verso di me, come per indurmi ad avvicinarmi. Io stranamente, mi sentivo attratto dalla sua figura che percepivo ascetica ….. figura che emanava una benefica e coinvolgente energia. Energia che mi invadeva sempre di più. E come per ripararmi in lui, presi tra le mani il suo braccio, per meglio sentire la forza di quella energia scorrere in me fino a raggiungere il cuore, che si aprì per scindersi in due metà, che si espandevano a dismisura, tanto che fui preso dalla paura che stessero sul punto di esplodere.

In preda alla paura, mi sono svegliato zeppo di sudore.
Quando questa mattina mi sono svegliato non avevo ricordo del sogno. Mi è ritornato in mente mentre ero in macchina. Così semplicemente, senza un riferimento preciso che potesse rievocare il sogno. E’ davvero raro che io rimanga sorpreso di qualcosa ….. ma questa volta non so proprio dove approdare per dare un senso a ciò che ho sognato. Forse più avanti, come è accaduto altre volte, la spiegazione verrà da sola.

In questo periodo faccio sogni assurdi. La settimana scorsa, per esempio ho sognato la madre di Sara, una mia carissima AMICA. Se ricordo bene, sono sicuro di non averla conosciuta nemmeno in foto, eppure sono certo di poterla descrivere nei minimi particolari, con la certezza di non sbagliarmi. Sono solo coincidenze …..

lunedì 1 luglio 2013

FARMACI KILLER E FALSA MEDICINA


Ad affermarlo non è un semplice cittadino ma un serio e bravissimo medico che opera in una struttura sanitaria Pubblica. Sono in tantissimi …. troppi, negli ultimi decenni ad affermare che la medicina ufficiale è una grande truffa perché nella migliore delle ipotesi, quando non ti uccide, si limita ad alleviare i sintomi. E lo fa con farmaci che se da una parte alleviano i sintomi, dall’altra minano gravemente la salute, e sovente in modo permanente. Le persone bersagliate dalla pubblicità dei farmaci come fossero caramelle, ignorano che per curare un banale raffreddore, o lenire un dolore rischiano la vita, perché la totalità dei farmaci, anche il più banale come l’aspirina può provocare gravi danni alla salute e in certi casi provocare la morte. Se poi vi avvicinate alla gamma degli infiammatori, dovete sapere che correte rischi gravissimi dato che molti e tra questi cito il “meno pericoloso”: il BRUFEN, può causare gravi danni anche a distanza di anni.

I medici sono quasi sempre consapevoli del rischio a cui andate incontro assumendo tali farmaci, ma come dire …. diciamo che sono disinteressati alla vostra sorte. A loro salvo eccezioni, importa solo una cosa: essere compiacenti con le case farmaceutiche perché sono generose. (Altrimenti perché i medici nei loro studi ricevono i rappresentanti delle case farmaceutiche?)
Se poi il vostro medico è un cinico incallito, potrebbe prescrivervi anche un farmaco come il TORA-DOL in gocce. Scritto in rosso per evidenziare la pericolosità. Se leggete gli effetti collaterali vengono i brividi lungo la schiena. (Assumerlo equivale a suicidarsi). Questo farmaco è un vero potenziale killer, e viene prescritto per quei casi in cui il dolore è davvero insopportabile. Si può assumere per un periodo massimo di 5 giorni, se non morite prima! Altrimenti vi spappola gli organi vitali, come cuore,reni, fegato, pancreas, stomaco ….. e vi risparmio il resto. Di tali danni il medico in generale non ne tiene conto, e se chiedete la pericolosità di detto farmaco, quasi tutti si limitano a rispondere che è innocuo, oppure, che è risaputo che i farmaci possono essere pericolosi. Ma stranamente non dicono mai quanto sia pericoloso quel determinato farmaco.

Pensate un po’, per curare il dolore artritico, muscolare ecc. prescrivono un farmaco che non potete assumere più di 5 giorni, come se il percorso di guarigione di tali malattie durasse meno di 5 giorni. Hanno tolto dal mercato tutti i farmaci naturali in grado di curare o prevenire le malattie, come per esempio la cannabis, fuori legge perché catalogata tra le droghe pesanti solo perché essendo un prodotto naturale non poteva essere brevettato. Ma stranamente prima di essere dichiarata illegale la medicina ufficiale usava i suoi principi attivi per curare la stragrande maggioranza delle malattie. Tutto questo con la complicità dei governi. Gli stessi che dichiarano di preoccuparsi della vostra salute: mettono fuori legge un potente farmaco naturale e spacciano senza alcuna pietà per le vittime, sigarette e alcol, che mietano milioni di vite in tutto il mondo civilizzato e pure tecnologico. E diversamente da quanto propagandano della marijuana, la stessa, anche quando viene fumata, non solo non fa vittime, ma eventuali malattie presenti, regrediscono.

Questo è davvero un mondo assurdo …… a tal punto che la stragrande maggioranza dei cittadini plagiata dalla propaganda di regime, si è fatta convincere che la marijuana è una droga e non un potente e benefico dono della natura per curare le malattie.
E i media che sono a conoscenza di tale delitto criminale contro i cittadini, tacciono per convenienza personale. E quando è proprio impossibile tacere una notizia, la riportano in modo confuso e ambiguo per seminare dubbi, con lo scopo di vanificarla, come per esempio, che negli stata uniti. Lo stesso paese che ha messo fuori legge la cannabis e le altre medicine naturali, e che ancora oggi, punisce con il carcere quei medici che dichiarano che malattie come il cancro e altre simile possono essere curate con prodotti naturali, vengono o imprigionati oppure muoiono vittime di strani incidenti. Ebbene come dicevo sopra, in alcuni stati i principi attivi della marijuana, vengono venduti nelle farmacie, e altri derivati commercializzati per altri usi, dato che la cannabis può essere impiegata anche per produrre la carta ….. risparmiando così gli alberi delle foreste che ci forniscono la materia prima per la vita: l’ossigeno.

La stessa politica proibizionista, vale anche per l’Europa sempre di più inquinata, avvelenata dal criminale liberismo americano. E badate bene, non USA in quanto paese criminale, perché le persone sono buone e cattive in ogni luogo della terra, ma USA in quanto impero dominante sul resto del mondo. Impero che pur di difendere e potenziare la propria potenza economica e militare, come tutti gli imperi del passato, è disposto a tutto ... salvo poi finire nella polvere, come tutti gli imperi della storia. Ma come se nulla fosse, a dispetto della storia, come un malefico sortilegio, poco dopo in qualche parte del mondo, nasce un nuovo impero, come un ciclo che si ripete. Un ciclo che durerà, finchè gli uomini stupidi saranno il triplo degli esseri intelligenti.
Questi mostri condannano le persone a sofferenze indicibili … fino alla morte, solo per potersi arricchire sempre di più.

Non io, ma seri studiosi, affermano con prove alla mano, che la cannabis è il più efficace farmaco naturale in grado di curare quasi tutte le malattie. Dalle più gravi, come il cancro, al raffreddore. Oltre ad essere il più potente antidolorifico conosciuto per la sclerosi multipla. Tanto è vero che negli usa, in alcuni stati la cannabis è riconosciuta dal sistema sanitario nazionale. E da alcuni anni, anche in Italia è possibile acquistare il principio attivo, ma guarda caso con tempi burocratici talmente lunghi, che alla fine il paziente muore, prima di avere il farmaco. L’assurdo di tale criminale proibizionismo è testimoniato dal fatto che il mondo scientifico conosceva i benefici effetti curativi della cannabis anche prima che venisse messa fuorilegge. Tanto è vero che in storie risalenti a centinaia di anni fa, la marijuana, e tante altre erbe mediche, dagli indigeni era considerata una potente medicina.

I governi assoggettati a banchieri e faccendieri, hanno messo fuori legge, tutte le cure naturali conosciute, e occultate le scoperte degli ultimi due secoli. Quelle scoperte che garantivano benessere con energie e altri benefici a basso costo, come per esempio le scoperte di Nicola Tesla, per quanto concerne le energie non inquinanti e a costo quasi Zero.
E guarda sempre il caso, Nicola Tesla, morì in circostanze mai del tutto chiarite, l'8 gennaio del 1943 a New York, dopo essersi incontrato con rappresentanti militari del governo americano per chiedere finanziamenti per una ricerca in merito ad una particolare fonte di energia inesauribile. Secondo me, un atto ingenuo da parte di Tesla che le costò la vita. E guarda ancora il caso …la stessa strana e inspiegabile morte è toccata a tanti ricercatori della fusione fredda. “Pensate quanto è incredibile il caso”. Ancora oggi tutti coloro che affermano di aver raggiunto importanti risultati sulla fusione fredda o di averla addirittura scoperta, muoiono in circostante misteriose. E’ davvero tutta colpa del caso?
Dovete sapere che per le case farmaceutiche e per la stragrande maggioranza dei medici un cittadino in buona salute, è visto come un attentatore al proprio potere. La nuova classe medica, sorta sulle cenere della distruzione della vecchia, quantomeno capace di fare una diagnosi. Contrariamente la nuova, di fronte all’incapacità di fare una diagnosi corretta, che non fosse un banale raffreddore o influenza, si è data nuove regole: non fa più diagnosi. Tutto ciò che va oltre il raffreddore o l’influenza per essere diagnosticato necessita di analisi esplorative. ….. costose analisi, naturalmente a carico dei cittadini.

E se non bastasse questo, con i protocolli in uso, la cura diventa standardizzata. Ossia le persone bisognose di cura vengono curate in virtù di protocolli uguali per tutti, come se le persone fossero tutte uguale. Questo spiega perché un macellaio, o un gelataio se indossa il camice bianco e si trova in un presidio sanitario lo chiamano dottore. Vi consiglio di leggere attentamente l’articolo del Dottor Giuseppe De Pace perché tali informazioni potrebbero salvarvi la vita.
La Medicina Ufficiale Non Cura Le Malattie


Il dott. De Pace, un vero medico, ma soprattutto una persona che ama la verità, rispetta la vita e si preoccupa della sofferenza delle persone.

Il Dott. Giuseppe De Pace, dopo vent’anni di professione, mette in discussione la medicina ufficiale, in quanto incapace di curare le malattie. Nato a Napoli, ha svolto i suoi studi presso la I Facoltà di Medicina e Chirurgia di Napoli ed ha continuato con la Specializzazione in Ortopedia.
E’ iscritto da vari anni al SUM (Stati Uniti del Mondo) che si prefigge di risolvere le cause e non gli effetti dei problemi che affliggono l’uomo, considerando l’uomo stesso parte integrante del Tutto e non entità separata. E' intervenuto in vari seminari locali sull'alimentazione, proponendo il modello Vegetariano per la riconquista ed il mantenimento della Salute dell'Uomo e della Terra:
Sono un chirurgo ortopedico con circa vent’anni di professione (quindici in ospedale), svolti nella continua ricerca di terapie efficaci. Ho passato parecchio del mio tempo allo studio sulle strategie terapeutiche e dei nuovi farmaci, a volte provandoli su me stesso per saggiarne l’efficacia....
Ho raggiunto degli obiettivi di rilievo, sapendo, alla fine, di poter ottenere ciò che volevo. Ma la conquista più importante ottenuta è l’aver capito che la “medicina ufficiale” è falsa ed è solo strumento di potere delle Multinazionali della Salute.
Noi medici siamo plagiati, fin dall’inizio, dagli insegnamenti universitari che ci vengono propinati da un manipolo di “professori” che hanno il solo interesse di lasciarci nell’ignoranza sulla vera origine delle malattie. Alcuni di noi, alla fine, raggiungono la consapevolezza e mettono in moto delle grosse energie per il benessere delle persone.

Da molto tempo mettevo in discussione la “medicina ufficiale” in quanto incapace di curare le malattie, al massimo poteva lenire i sintomi apparenti spostandoli su altri organi. Ed è proprio su questo equivoco che si basa tutta la piramide della “medicina della malattia”. Se la malattia “A” ha come sintomi - x, y, z - , sopprimendoli si ritiene che il paziente sia guarito. Non interessa che, come conseguenza, si sia sviluppata la malattia “B” con i sintomi - j, k, w - in quanto avremo il farmaco per bloccare anche questi ultimi, e così via. Non si capisce, o non si vuole capire, che la malattia “B” è solo l’espressione del blocco della malattia “A”, cioè di un meccanismo di difesa dell’organismo che cerca una nuova via per disintossicarsi. In definitiva, come dice Tilden, le malattie non sono altro che sintomi di un’unica malattia: la tossiemia. (Cioè una grande quantità di tossine che avvelenano il sangue, alla base di tutte le malattie).

Ho vissuto in prima persona il dramma di un bambino di undici anni, affetto da linfoma non-Hogkin. La letteratura internazionale parla di sopravvivenza dell’80% con i nuovi protocolli chemioterapici, notizia molto confortante anche per me che vivevo per la prima volta da vicino questa esperienza. L’equivoco, questa volta, si gioca sul fatto che se il paziente muore anche dopo un mese per insufficienza renale o epatica, superinfezioni, ecc. provocati chiaramente dalla chemio, per la statistica non è morto di linfoma! Ritornando al bambino, questi fu sottoposto per diciotto mesi a dosi massime di chemioterapia ed irradiazioni total-body, per cui i periodi che non faceva terapia, rimaneva in ospedale per curare gli effetti devastanti della chemio. Il suo ultimo mese di vita lo ha passato paralizzato nel letto, intontito dagli stupefacenti e quasi cieco.
A cosa è servito tutto ciò? Come si può pensare di eliminare i pidocchi da una persona dandole fuoco? Questa triste esperienza è stata per me fondamentale in quanto mi ha definitivamente risvegliato la consapevolezza e, grazie anche all’aiuto delle persone dell’ASSOCIAZIONE S.U.M. - Stati Uniti del Mondo - (di cui oggi sono membro), ho compreso che si deve agire sulle cause per risolvere ogni problema.

Il concetto, quindi, di SALUTE non è, la non-malattia come ritiene la medicina ufficiale, ma è un perfetto equilibrio tra mente e corpo (mens sana in corpore sano). D’altronde non si spiega perché un farmaco non abbia la stessa azione in tutte le persone o una infezione non colpisca tutti i soggetti esposti. Ci deve essere una variante molto importante!
Ultimamente ho sentito dire da alcuni autorevoli (!) colleghi che una terapia è efficace se dà almeno il 55-60% di risultati positivi, vale a dire all’incirca la stessa percentuale dell’astensione al trattamento! Se un’auto non frena le vengono sostituiti i freni e per tutte le auto che hanno lo stesso problema il rimedio è lo stesso. Se una persona ha mal di testa, non è detto che prendendo un antalgico possa passare il dolore! Quindi ci deve essere una seconda variante che interferisce sul processo di guarigione. È la Mente. Mentre il Corpo lo curiamo con una sana alimentazione, disintossicandolo e dandogli i supporti necessari per reagire alle aggressioni esterne (radiazioni, inquinamenti, ecc), la Mente la preserviamo stando in pace con noi stessi e con gli altri, amando Tutto e Tutti, senza fare differenze e mettendosi veramente al posto dell’altro. Solo dal perfetto equilibrio tra Mente e Corpo scaturisce la Salute.

Sono stato operato un anno fa di lobectomia tiroidea per ipertiroidismo (!) e condannato, come d’altronde è la regola, a prendere l’Eutirox a vita. Nonostante seguissi scrupolosamente le indicazioni datemi, continuavo a soffrire di dolori muscolari agli arti e di astenia (considerate che avevo smesso di fumare da oltre un anno proprio perché soffrivo di dolori agli arti).
Cambiando dentro sono cambiato fuori, ho modificato completamente la mia alimentazione (eliminando la carne e gran parte delle proteine animali, immettendo sostanze essenziali e non raffinate, combinando bene gli alimenti), ho eliminato completamente l’Eutirox e gli altri medicinali, rivolgendomi alle sostanze naturali. Il risultato è stato la scomparsa dei dolori muscolari e la normalizzazione dei valori ematici non solo tiroidei. Ho sempre sofferto di influenza e raffreddore frequenti specie nella stagione invernale, e mi è stato sempre obiettato che ero un soggetto “linfatico” perché nato pretermine e quindi non avevo sviluppato bene il sistema immunitario! Oggi io non soffro più di raffredore o influenza, anche stando a contatto con soggetti influenzati, io non prendo più niente (…ma allora la teoria sui germi di Pasteur forse non è molto esatta!!) e mi sento pieno di energia e vitalità.

Soffrivo di “verruche piane” al volto che ho trattato con crioterapia ripetutamente senza grossi risultati. Dopo sei mesi di “giuste abitudini alimentari” non è più presente alcuna verruca.
Perché nel popolo americano vi è una alta incidenza di infarto da ipercolesterolemia mentre nel popolo giapponese è bassissima? Perché nei paesi più industrializzati è in crescente aumento il diabete mentre nei cosiddetti paesi sottosviluppati è pressoché assente? È lampante che la variabile è l’alimentazione, ma i padroni della Sanità non lo dicono, raccontandoci la favola della genetica e della predisposizione familiare! Infatti si è visto con il fenomeno dell’emigrazione cambiare, nell’ambito della stessa razza, l’incidenza delle malattie.
Penso che non ci siano dubbi sulla veridicità di queste mie dichiarazioni, che provengono da una mente estremamente razionale e che si è sempre mossa nei canoni della scienza e della ricerca. Tutto è ulteriormente avvalorato dal fatto che, tengo a sottolineare, ho parecchi anni di professione, svolti sempre attivamente ed ho raggiunto obiettivi ragguardevoli, almeno secondo i canoni della Medicina Ufficiale.

C’è tanta gente che non vuole cambiare le proprie abitudini sbagliate; ma c’è tanta altra gente che è alla ricerca di qualcosa di concreto e di vero e noi gli daremo il nostro aiuto a percorrere la strada della Sanità e della Consapevolezza.

L’articolo del Dottor. Giuseppe De Pace dal titolo: La Medicina Ufficiale Non Cura Le Malattie è tratto dal sito http://frontelibero.blogspot.it/

La terza guerra mondiale è in atto ed è basata sulla modificazione del clima e sul cibo avvelenato.