giovedì 23 luglio 2015

USA – afroamericana arrestata e "morta" in carcere per non aver segnalato un sorpasso


Il mondo, quello davvero civilizzato, deve fermare la barbarie che si compie negli USA dalla polizia a danno delle popolazioni afroamericane e cittadini inermi. Non è più tollerabile che il paese che vanta democrazia e diritti civili, in realtà è la nazione dove sono maggiormente calpestate le libertà e i diritti dei cittadini, specialmente della popolazione di colore. Questo crimine deve cessare perché è insopportabile e satanico, uccidere delle persone innocenti solo perché sono di colore diverso, perchè troppi poliziotti sono dei veri psicopatici.

Esistono tante organizzazioni a livello mondiale che a parole dichiarano di difendere i diritti dell’uomo, ma nella sostanza questo non avviene allora mi chiedo quale sia la vera ragione dell’ONU e di Amnesty International e di altre organizzazioni simili che non fanno altro che chiedere soldi. Perché queste organizzazioni non intervengono presso il governo USA per obbligarlo a porre fine a questa barbarie, non è possibile morire per delle banalità, o perché difendeva i diritti della sua gente. Trovo sia criminale ammanettare, puntare la pistola, maltrattare e arrestare una persona solo perché non ha segnalato un sorpasso. Nessuno, sano di mente e in buona fede, può credere che la donna si sia suicidata dopo l’arresto con un sacchetto di plastica. Una scusa da parte della polizia che oltretutto, ritengo demenziale. Trovo che sia vile e sinonimo di disprezzo verso le persone di colore puntare una pistola in faccia ad una persona pacifica e soprattutto innocente, solo perché ha dimenticato di segalare un sorpasso. In Italia e penso in qualsiasi parte del mondo, da un po’ è quasi normale, non segnalare svolte, sorpassi o cambi di direzione….. cosa volgiamo fare, li ammazziamo tutti??? Segue l’articolo di Repubblica:

Sandra Bland, 28 anni, è deceduta lo scorso 13 luglio in una cella della contea di Waller. Era stata fermata dagli agenti perché aveva cambiato corsia, in auto, senza segnalare con le frecce. Nel documento si sente la donna protestare perché un agente le aveva sbattuto più volte la testa sull'asfalto.

WASHINGTON - Le autorità del Texas hanno diffuso un video dell'arresto di Sandra Bland, la giovane donna di colore di 28 anni, poi morta in un carcere della contea di Waller lo scorso 13 luglio. La versione ufficiale è che la donna si sarebbe tolta la vita utilizzando un sacchetto di plastica. Alla versione del suicidio la famiglia di Sandra Bland pero' non crede e ha chiesto un'autopsia indipendente e un'indagine approfondita, che terrà adesso conto anche del video appena diffuso dalle autorità del Texas. Bland era un'attivista per i diritti civili, e si trovava nella zona di Houston per iniziare un lavoro alla 'Prairie View A&M University'.

Le immagini, riprese da una telecamera della polizia, mostrano un agente, bianco, che punta la pistola contro la donna, disarmata, che si lagna del trattamento riservatole solo per aver cambiato corsia senza mettere la freccia. Il poliziotto la conduce al margine della carreggiata e la ammanetta. L'uomo poi l'accusa di aver resistito all'arresto e di averlo colpito con un calcio, e ne segue un alterco che però non è stato ripreso dalla telecamera. (SIC – ndr)

Afroamericana morta in cella, le immagini dell'arresto

Si sente tuttavia la voce di Bland che protesta con toni accessi e un linguaggio colorito, e che accusa il poliziotto di averle sbattuto la testa sull'asfalto. Il video ha suscitato molte reazioni sdegnate, e tra queste quella del senatore democratico del Texas Royce West. "Dopo aver visto questo video credo che sarete d'accordo con me che Sandra Bland non meritava di essere arrestata", ha detto West ai cronisti dopo aver incontrato la famiglia della donna.

Il vice governatore Dan Patrick, che ha incontrato anche lui congiunti della donna, ha parlato di "tragedia" e ha aggiunto: "Ha perso la vita in carcere, ed è a questo che dobbiamo guardare".

Fonte:
http://www.repubblica.it/esteri/2015/07/22/news/texas_diffuso_video_della_polizia_su_arresto_di_afroamericana_morta_in_carcere-119565625/

giovedì 16 luglio 2015

Europa sotto dittatura della Troika


I greci hanno festeggiato troppo presto per la vittoria del "no"al referendum. Dopo l'accordo raggiunto da Tsipras con i creditori l'austerità si fa ancora più dura di prima. Ebbene, per la permanenza della Grecia nell'euro l'Europa ha promesso 80 miliardi in cambio di una serie di riforme, da fare poi in soli tre giorni.

Nel frattempo la Grecia è allo sfascio e in via di privatizzazione totale. Rimane da capire che legame abbia questo accordo con la democrazia di cui tanto si vanta l'Ue. Sputnik Italia ha raggiunto per un'analisi l'economista Alberto Bagnai, professore associato di politica economica all'Università G. D'Annunzio di Pescara.

— Che cosa ne pensa dell'accordo raggiunto sulla Grecia?

— Tsipras è stato sconfitto politicamente in Europa. Esce da questo accordo con un programma di austerità più pesante di quello per combattere il quale si era fatto eleggere con due ciliegine sulla torta, che però sono come due angurie. Deve accettare la supervisione del FMI, che sarà ad Atene e avrà un potere si ispezione preventiva degli atti legislativi greci, uno scrutinio preventivo che poi deve passare alle camere, atto di una violenza politica secondo me inaudita.

C'è poi la necessità di conferire al fondo teoricamente sotto il controllo greco, ma in pratica sotto la mano tedesca, 50 miliardi di attività del settore pubblico greco che verrà privatizzato. Si tratta di fatto di far svendere il patrimonio pubblico greco con un'operazione finanziaria molto simile alla famigerata Treuhandanstalt, la fiduciaria alla quale la Germania ovest affidò la privatizzazione del patrimonio della Germania Est. Un veicolo finanziario molto opaco all'epoca, attorno al quale si verificarono casi di corruzione e di criminalità: ci furono aziende floride di stato vendute a un solo marco tedesco, ci furono suicidi sospetti. Tutto questo lo racconta Vladimiro Giacché nel libro "ANSCHLUSS. L'annessione". Noi stiamo vivendo un film già visto, il suo titolo è "Annessione monetaria", di fatto ora la Grecia sta alla Germania, come la Cisgiordania allo Stato di Israele, in una situazione quindi né felice né decente per un Paese europeo.

— Secondo lei è ancora probabile tornare a parlare dell'uscita dall'euro per la Grecia? Gli Stati Uniti lo permetterebbero o hanno il timore di spingere così le Grecia nell'orbita russa e verso i Brics?

— Se gli Stati Uniti non vogliono che la Grecia si rivolga ai Brics, devono fare una cosa molto semplice: mettere la mano al portafogli. Se siamo in questa situazione è anche per una certa leadership americana sul continente europeo. L'euro non è assolutamente una creazione europea, non lo è concettualmente, è una moneta che corrisponde al disegno egemonico degli Stati Uniti sul continente europeo. C'era bisogno di mantenere l'Europa coesa contro il nemico russo, la concezione di questa moneta corrisponde all'idea del monetarismo statunitense. Draghi dice di applicare la regola del tasso di crescita costante dell'offerta di moneta, che è la regola del monetarismo di Milton Friedman. Abbiamo il paradosso di una sinistra europea, che appoggia un progetto di matrice ideologica statunitense e monetarista che si richiama a Milton Friedman, padre spirituale dei Chicago Boys, cioè i consulenti di Pinochet. Abbiamo oggi un'Europa che sta diventando sempre più pinochettiana, pensiamo alla distruzione dei diritti civili e sociali e soprattutto economici. La sinistra oggi: siamo passati dai Ventotene Boys ai Chicago Boys. Se la democrazia venisse così compressa in un posto dove gli elettori si sentono rappresentati, gli elettori reagirebbero. La sinistra europea sta difendendo il grande capitale e quindi non rappresenta più i suoi elettori! L'Europa quindi è condannata ad una dittatura finanziaria.

— Dopo la Grecia anche l'Austria e la Finlandia dicono di voler uscire dall'euro. Le scosse greche arriveranno anche in Italia? Quando a suo avviso l'Italia sarà davanti a questo bivio?

— Questo sistema ci è stato propagandato come una grande vittoria delle forze progressiste, che secondo me non è. Il primo momento quando ne abbiamo sperimentato l'antidemocraticità è stato quando la Bce ha tolto di mezzo Berlusconi, che oltre il governante molto discutibile che sappiamo, era anche un conservatore. Solo ora capiamo come è antidemocratico il sistema, quando ci va di mezzo uno colorato un po' più di rosa come Tsipras. In Europa un po' ovunque si acquisirà coscienza che il sistema non tiene per la sua antidemocraticità.

Quando succederà da noi io non le so dire, se non è successo nel 2011. Una cosa è certa: l'Italia è l'unico Paese insieme alla Francia in grado di contrastare la Germania da pari a pari. La Germania ha paura dell'Italia. Noi abbiamo un certo potere di estorsione per rapporto alla Germania che la Grecia non ha.

— Sul suo blog ha scritto che la situazione in Grecia può portare a degli scontri e anche ad una guerra civile, pericolo che spetterà anche all'Italia. L'allarme è alto?

— Io ritengo di sì. Per quanto riguarda la Grecia si è espresso così anche il ministro della Difesa Panos Kammenos, che teme scontri in piazza. La Grecia è uscita da una dittatura in tempi più recenti che l'Italia, che ci sia più di una persona in Grecia la quale dentro di sé coltivi l'idea dell'uomo forte capace di risolvere il problema, io lo do per scontato. La posizione della Grecia all'interno della Nato rende improbabile un colpo di stato militare, ma che ci saranno tensioni pascolate da Alba dorata sulle macerie di Syriza è scontato.

— Per la crisi economica secondo lei anche in Italia si corre il rischio di una guerra civile tra poveri?

Io comincio ad essere estremamente pessimista. Il racconto che si sente oggi: i giovani non trovano lavoro per colpa dei vecchi che percepiscono la pensione. Il governo sta fomentando così una guerra tra poveri, mette i figli contro i padri. È un'operazione spregevole da un punto di vista etico e infondata da un punto di vista economico, perché il sistema pensionistico era sostenibile anche prima della riforma Fornero. La narrazione secondo cui siamo in una crisi del debito pubblico, che è una menzogna, è la madre di una quantità infinita di violenza. Violenza genera violenza. Le persone rimangono in trappola, come in Grecia per esempio, perché è stata detta loro una menzogna, cioè che avrebbero vissuto meglio con l'euro. È una situazione molto tragica.

Tatiana Santi

Fonte: http://it.sputniknews.com/economia/20150714/742922.html#ixzz3g2Ynj1y8

Segue intervista di Marco Fontana.

Raggiunto l’accordo con l’UE per un maxi prestito-ponte che scongiurerebbe il temuto Grexit, molte voci si stanno levando contro questo patto. Come si vive in Italia la nuova apertura di credito nei confronti della Grecia?

Lo abbiamo chiesto a Cristiano Puglisi, esperto di politica internazionale, editorialista per "Libero" e "IlGiornaleOff", Consigliere Delegato alle Relazioni Istituzionali dell'APICAM (Associazione Promozioni Industriali Commerciali e Agricole nel Maghreb).

- Questo accordo con l'UE è una vittoria per la Grecia o per l'Europa? o è una sconfitta per entrambi?

- E' una disfatta per tutti. Le richieste dell'UE sono disumane: abbassamento delle pensioni, privatizzazione di servizi pubblici a favore delle multinazionali, ulteriore riduzione dello Stato sociale. Per un Paese che ha visto riemergere la malnutrizione infantile e che ha una disoccupazione vicina al 30%, queste misure sono un atto di guerra. E' un film già visto, purtroppo, nella Repubblica di Weimar. Dopo la Prima guerra mondiale furono imposte alla Germania condizioni intollerabili per la popolazione; l'assoluta inflessibilità della comunità internazionale nell'esigere il rispetto di quegli obblighi condusse alla catastrofe che sappiamo. Questa tragica miopia politica mostra il totale asservimento della classe dirigente europea alle lobby finanziarie. Merkel e i falchi si interessano di cifre, ma i greci sono esseri umani.

- Come esce da questo accordo Tsipras?

- Malissimo. Tsipras ha capitolato senza quasi combattere, tradendo il voto del referendum. Il malcontento della gente è destinato a convogliarsi verso posizioni radicali, come ad esempio Alba Dorata, che ha molto puntato proprio sull'incapacità di Tsipras di "tenera la schiena dritta" davanti agli euroburocrati. Mi pare francamente incredibile come, in questo panorama, Merkel e compagnia abbiano ipotizzato di instaurare in Grecia un governo tecnico.

- Quanto hanno influito gli appelli americani per scongiurare il nein della Germania?

- Nulla. Gli USA sono presi tra due fuochi. Da un lato Obama non ha avallato completamente la linea dei falchi, conscio che se in Grecia la situazione sfuggisse di mano sarebbero inevitabili il Grexit e l'avvicinamento greco a Russia, SCO e BRICS. Molti fingono di dimenticare che la nascita dell'Europa unita fu favorita dagli stessi Stati Uniti per contrastare l'URSS, come risulta da documenti declassificati dalla CIA già nel 2000. Dall'altro lato gli USA, proprio come l'UE, sono un'entità sottoposta ai desiderata dei grandi poteri economici globali, ai cui programmi non tentano nemmeno di opporsi. Ecco cosa significa la globalizzazione incontrollata, propagandata da sociologi ed economisti come Friedman e Von Hayek. Oggi, delle 175 maggiori entità economiche mondiali, 112 sono aziende private, le altre sono Paesi. Queste aziende private sono per lo più società occidentali. Ogni decisione presa in Europa e in America serve ad accontentarle, indipendentemente da criteri politici o sociali. La volontà popolare, come dimostra il caso greco, viene palesemente ignorata.

- In Austria si profila un altro storico referendum: l'accordo con la Grecia scongiurerà l'uscita dell'Austria dall'UE?

- L'Austria è particolare: è da sempre una frontiera tra Occidente e Oriente. Conserve una sua autonomia di pensiero già dai tempi della Guerra Fredda. Vienna era un "hub" per le spie di entrambi gli schieramenti. Ancora oggi non è a pieno titolo nella NATO e il suo Governo ha spesso preso posizione contro i diktat di Bruxelles. Non credo che gli eventi ellenici avranno ripercussioni sul destino dell'Austria, nella quale la raccolta firme del referendum è stata proposta da un movimento spontaneo, senza l'avallo governativo.

- Quali scenari si potrebbero delineare con l'uscita della Grecia? Che effetto si avrebbe sugli Stati Uniti?

- Come già detto, sarebbe inevitabile un avvicinamento alla Russia. Dobbiamo renderci conto che si sta formando un blocco alternativo all'egemonia americana: ciò genera nervosismo e continui "dispetti". Da un lato gli Usa si fanno accomodanti con Iran, Cuba e Vietnam, dall'altro Mosca accarezza l'Arabia Saudita, la Turchia e appunto la Grecia, con la quale ha una notevole vicinanza culturale dovuta al cristianesimo ortodosso. Però, a mio parere, Tsipras nelle trattative con Putin ha svolto un ruolo secondario. Più discreto, ma ben più importante, è il ruolo del ministro della Difesa Panos Kammenos, che non fa parte di Syriza, ma ha permesso coi suoi numeri la costituzione del governo Tsipras. Credo sia una personalità da seguire nell'ambito dell'evoluzione della crisi greca.

- Sulla decisione ha pesato anche la crisi ucraina? Avere più fronti aperti era insostenibile per USA e UE?

- Probabile. Ma, vista la terribile situazione sociale di Atene, temo che la questione sia stata solo spostata nel tempo. Il popolo greco non può reggere questo affronto.

- Vendere i gioielli di famiglia come ha fatto la Grecia è finanza creativa?

- No, è proprio un suicido. Non si tratta di liquidare qualche stipendificio o fabbrica di sprechi, come nel caso di molte municipalizzate. Qui è macelleria sociale, fatta passare come riforme necessarie dalla stampa mainstream, totalmente asservita ai poteri forti europei. I servizi pubblici e le imprese strategiche sono la cassaforte di uno Stato: privatizzandoli si ottiene un guadagno nell'immediato, ma una perdita costante nel lungo periodo. Lo abbiamo visto in Italia dal 1992 in poi, dalla riunione sul Britannia passando per il governo Monti e infine con Renzi. Oggi assistiamo al passaggio dell'Ansaldo ai giapponesi di Hitachi: un'azienda di Stato che fatturava miliardi…svenduta per 36 milioni!

- Esiste ancora l'Europa?

L'Europa continuerà ad esistere se troveremo la forza di ribellarci a questo scempio. L'Unione Europea è contro l'Europa, come dice spesso un intellettuale che ammiro moltissimo, Gianluca Savoini. Lo vediamo in ogni cosa, dal TTIP che vuole spazzare via le piccole e medie imprese dell'agroalimentare e tutte le sigle di tutela, come Dop e Igp, fino alla folle idolatria del gender, l'educazione omosex imposta alle scuole per direttiva comunitaria. Esiste qualcosa di diabolico in questo disegno, quasi una mano invisibile guidata da un'ideologia antiumana e totalitaria, votata al materialismo, al consumismo, al buonismo autodistruttivo. Solo rievocando la nostra identità profonda potremo resistere e combattere. Questa, lo si capisca una volta per tutte, è una guerra.

Marco Fontana 15.07.2015

Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/economia/20150715/752768.html#ixzz3g2nPDQUr

LOTTARE UNITI CONTRO LA DITTATURA DELLA TROIKA E IL TRATTATO SEGRETO CON GLI USA TTIP CHE CANCELLA DIRITTI E QUALITA' DEI PRODOTTI PERCHE' SARANNO RICAVATI DA SURROGATI. Al POPOLO CIBO SPAZZATURA COME NEGLI USA E ALL'ELITE PRODOTTI BIOLOGICI PRODOTTI IN AZIENDE DI FAMIGLIA.

martedì 14 luglio 2015

USCIRE DALL'EURO PER RITORNARE AD ESSERE LIBERI DAI DEMONI


© Foto: Corriere della Sera

Per comprendere che la rovina dei popoli è incominciata con l'introduzione dell'euro, non occorrono specialisti, avendo il compito primario di terrorizzare le persone, adducendo, che se si esce dall'euro pioveranno fulmini e fiamme, ma è sufficiente analizzare alcuni valori:

1) il PIL, prima e dopo l'euro;

2) le infrastrutture industriali, prima e dopo l'euro;

3) il tasso di disoccupazione, prima e dopo;

4) la domanda interna, prima e dopo l'euro;

5) il debito pubblico, prima e dopo l'euro;

6) i diritti sindacali, e servizi sociali, prima e dopo l'euro.

L'euro è una moneta criminale .... pardon, mi correggo, non l’euro in quanto tale, ma le regole della troika, sono regole malavitose e schiavizzanti per i popoli sottomessi. La troika e chi ha permesso la moneta unica in Europa negando al popolo la possibilità di essere correttamente informato, ed esprimersi in merito, alle distruttive conseguenze, a cui andava incontro, devono essere processati da un tribunale popolare per crimini contro l'umanità, dato che solo in Italia ci sono stati centinaia di suicidi di imprenditori che dopo una vita di lavoro si sono visti rovinati da un fisco assassino e predatore, (Equitalia) con il conseguente fallimento di migliaia di aziende, e milioni di persone cadute in povertà.

Questi sono i fatti; fatti che prima saranno compresi dai popoli europei, e prima sarà ristabilita la legalità e la sovranità dei popoli.

W LA LIBERTA' E L'INDIPENDENZA DEI POPOLI E /\/\ LA TIRANNIDE. DELLA TROIKA E DEI POLITICI TRADITORI E CORROTTI.

Per saperne di più: L’Europa dopo l’Euro:

http://www.libreidee.org/2012/07/ida-magli-come-previsto-leuro-e-la-rovina-delleuropa/