martedì 23 agosto 2011

Mark Rothko


Mark Rothko

Mark Rothko nasce a Dvinsk, in Russia, nel 1903 da famiglia ebrea. A dieci anni segue la madre in America, per raggiungere il padre e i fratelli che risiedono a Portland, nell'Oregon.
La sua vita scorre abbastanza serena. Nel 1921 frequenta l'Università di Yale, nel Connecticut. Nel 1923 si trasferisce a New York, dove nel 1924 si iscrive all'Art Students League. Studia anatomia con George Bridgeman e pittura con Max Weber, pittore cubista ed ebreo come lui, che esercitò su Mark Rothko una grande influenza del suo stile pittorico. Salvo che Max Weber era meno appiattito e più fantasioso di lui. Ogni tanto nei cubi “disegnava” qualcosa. 


Nel 1929 diventa insegnante al Brooklyn Jewish Center, incarico che porta avanti per circa 20 anni. Nello stesso periodo incontra Adolph Gottlieb, con il quale condividerà varie esperienze in campo artistico. Personalmente faccio fatica ad immaginare il tipo di esperienze dato che più o meno dipingevano gli stessi spazi vuoti ….. o meglio spazi colorati che a mio parere avevano molto più in comune con un centro di igiene mentale che con l’arte.
Nel 1934 e 1935 partecipa a mostre collettive presso la Gallery Secession. Nel 1935, con 9 compagni, tra cui Louis Harris, Adolph Gottlieb, Ilya Bolotowsky e Joseph Solman, fonda il gruppo "The Ten". Con il gruppo espone in varie sedi fino al 1940, anno dello scioglimento.


Nel 1936 incontra Barnett Newman. Lo stesso anno viene fondato l'American Artists Congress, a cui aderisce anche Rothko. Nel 1938 acquisisce la cittadinanza americana e nello stesso anno comincia a interessarsi al mito di Edipo e legge La nascita della tragedia di Nietzsche, che lo influenzerà notevolmente. Comincia anche a interessarsi dell'arte primitiva e a studiare la psicanalisi di Jung. Non si capisce in che modo lo influenzarono dato che continuò a dipingere spazi vuoti.


Quanto sopra, sono attività comuni a qualsiasi persona di medio livello, ma dato che i critici non avevano molto per esaltare le sue qualità artistiche non restava che aggrapparsi a questi piccoli espedienti per cercare di porre rimedio al vuoto che regnava sulle tele. Sostanzialmente Mark Rothko non convinceva nessuno con i suoi spazi vuoti, tanto è vero che la mostra annuale della Dederation tenutesi nel 1943 con il suo gruppo, fu un vero fiasco, tanto da essere fortemente criticata dal New York Times. Offeso (poveretto) per le critiche ricevute, scrisse una lettera al giornale insieme a Gottlieb e Newman, lettera che non sortì alcun effetto, tanto è vero che il New York Times non li degnò di risposta. 

Nel 1948, con William Baziotes, David Hare e Robert Motherwell, fonda la scuola d'arte The Subjects of the Artist, che chiude dopo breve tempo perché non riuscirono ad appassionare nessuno che amasse veramente l’arte. 
In realtà  gruppo “ artistico” di Mark Rothko era voluto e sostenuto soprattutto dalla comunità ebraica che in quel periodo storico cercava fortemente visibilità per il neonato stato di Israele. Difatti le lobby ebraiche si mobilitarono per farlo conoscere  anche in Europa. 

Tenne corsi e conferenze in varie scuole. I media addomesticati lo esaltano, (secondo me dietro lauti compensi) diversamente dai critici seri che quando parlavano dei suoi quadri li chiamavano tele e non opere d’arte come si addice ad un vero artista. La verità è che il nostro Rothko “dipingeva, o meglio sporcava le tele con quadrati sempre uguali. Tanto che se le tele fossero state esaminate da un psicologo avrebbe concluso che quei quadrati, (per la verità non più di tre per ogni tela) testimoniavano una personalità assolutamente priva di immaginazione, a tal punto da risultare incapace di un qualsiasi atto creativo …… per quanto la sua mente fosse piatta. 


Sono convinto che Rothko fu un prodotto artificiale costruito a tavolino dal clan dei collezionisti e dalle lobby ebraiche per ragioni politiche, e dai collezionisti per far salire il valore delle tele per spennare i polli che sarebbero caduti nella rete. Mi rendo conto che tale affermazione non è generosa, ma è un fatto che la vera arte segnò il suo declino quando i collezionisti incominciarono a controllare il mercato dell'arte. Difatti se teniamo conto della quotazione sul mercato americano della tela White Center dipinta negli anni 50 e acquistata dal potentissimo banchiere David Rockefeller nel 1960 per circa 10.000 dollari, con il preciso scopo di far salire le quotazioni delle tele, risultano chiaro le ragioni per cui Rockefeller acquistò la tela, dal momento che da esperto e amatore dell'arte quale era, non avrebbe mai pagato 10.000 dollari per una tela che raffigurava un quadrato con un rettangolo sotto, seguito da un altro quadrato. 

Difatti meno di 15 anni dopo fu venduta all’asta per 53 milioni di dollari. E successivamente rivenduta all’asta da Sotheby’s di New York il 15 maggio 2007 per l’astronomica cifra di  72,8 milioni di dollari. 

Come si fa a non pensare che sono truffe organizzate preparate con cura per decenni? Una tela che anche un bambino sarebbe capace di dipingere, non può valere 10.000 dollari, figuriamoci 73 milioni di dollari. La tela in questione è quella sopra … e tutte le altre che ha dipinto, (dipinto si fa per dire) sono copie identiche alla prima.


Insomma, anche un deficiente si rende conto che dietro certi personaggi agiscono potenti gruppi economici. Tanto è vero che Rockefeller incassato i 53 milioni di dollari si guardò bene di acquistare ulteriori tele di Rothko, consapevole che passato l’attuale periodo storico le tele di Rothko saranno considerate panni sporchi.

Diversamente dalle vere opere d’arte che continueranno a vivere nel tempo. Per esempio Raffaello dell’era classica e Van Gogh, Dalì, Modiglioni, De Chirico da me tanto amato e tanti altri dell’arte moderna, quale ad esempio gli impressionisti francesi capeggiato da André Breton. Tanto per citarne alcuni di vero talento.


Per come io intendo l’arte, Mark Rothko non solo non era un artista, ma neppure un pittore. Difatti non sapeva minimamente disegnare, e in quanto a dipingere neanche a parlarne. Mark Rothko è un’offesa per l’arte, e per i veri artisti. Tanto è vero che i veri artisti dell’epoca lo ignorarono alla grande. Quella di Mark, non è arte, l’arte è unione di significati e emozioni. Un artista possiede la capacità di cogliere significati nascosti sia della natura che dell’animo umano, che cercherà di realizzare sulla tela con grande impatto emozionale e visivo. l’artista è un uomo non comune. Diversamente quello che c’e’ su quella tela dal titolo White Center lo può fare chiunque, anche un bambino. E se è vero che lo può fare chiunque, significa che Mark Rothko piuttosto che un artista, fu un prodotto artificiale creato a tavolino per ragioni politiche e speculative. Allo stesso modo in cui vengono manipolate le quotazioni delle azioni in borsa per alleggerire le tasche dei piccoli risparmiatori considerati polli dagli stessi operatori finanziari..

Mark Rothko soffriva di depressione, cosa inusuale per un vero artista. Un vero artista può soffrire di ossessioni, può essere tormentato da problemi esistenziali perché fortemente in conflitto con la realtà che non accetterà mai. Può anche dannarsi, ma non potrà mai soffrire di depressione perché un vero artista è consapevole di rappresentare qualcosa di speciale … di unico. Rothko soffriva di depressione perché consapevole di essere un vuoto chiuso in un quadrato. Si suicidò nel suo studio di New York la mattina del 25 febbraio 1970.

Dopo la morte si allestirono mostre in tutta Europa. Cioè si battè il ferro finchè era caldo per spennare quanti più polli era possibile.
La vita artistica di Rothko, se si osserva con occhio esperto, si scopre come i suoi tentativi di creare qualcosa di autorevole e significativo artisticamente, fallirono miseramente.

Sono ben cosciente che tantissimi che di arte non sanno assolutamente nulla, e tanti altri che guardano l’arte attraverso il borsino delle quotazioni, non saranno d’accordo con il ritratto sopra, ma è esattamente così che stanno le cose. Detto questo ognuno è libero di credere ciò che vuole.

26 commenti:

  1. Non sono d'accordo con l'articolo. Sicuramente non si tratta di un Michelangelo , ma ti assicuro che la sua arte è complessa e densa di filosofia. Prima di darsi all'espressionismo ha realizzato numerose tele , fra cui le incomprese scene della metropolitana newyorkese, nelle quali rappresenta con malinconia la condizione umana di solitudine . Anche altre opere sono estremamente affascinanti e depressive. Cmq, l'artista ebbe un'esistenza molto tormentata fin dall'infanzia ; dai pogrom dei cosacchi contro gli ebrei in russia alla prematura scomparsa del padre negli usa x cancro al colon , dai 2 sofferti divorzi fino all incomprensione artistica , dai problemi fisici quali ipertensione e enfisema bilaterale fino all alcolismo.... insomma fu senza dubbio una figura tormentata, non escludendo la grave depressione in cui versò per gran parte della vita. Per quanto riguarda l arte è proprio un caso a parte : nonostante negli anni sessanta le sue tele venissero valutate milioni, visse sempre modestamente e nell incomprensione : mentre le sue tele dovevano creare un rapporto diretto con l osservatore e inglobarlo nel tragico, venivano continuamente considerate come quadri d arredamento.... aspetto risp grazie

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  2. Gentilissimo Neegga Nugga, la ringrazio del commento, e comprendo le ragioni sentimentali e compassionevoli per Mark Rothko, di cui a livello umano ed esistenziale ho grande rispetto, ma il mio giudizio riguardo la sua attività artistica non può fare sconti, per il grande rispetto che ho per l’arte e per i veri artisti. Ho vissuto tutta la mia infanzia e il corso della vita, fino a questo momento immerso nell’arte, essendo figlio di un pittore, e penso che sarà così per resto della vita. Quindi al di là dei sentimentalismi personali di chiunque verso Mark Rothko, sottolineo, che quando penso all’arte e agli artisti, Mark Rothko è escluso da tale categorie, e non certo per ragioni personali, o di qualsiasi altra natura, ma esclusivamente artistiche. Naturalmente, secondo il mio modo di concepire l’arte.
    Per quello che mi riguarda Mark Rothko, non possedeva nessuna capacità artistica; non sapeva, né dipingere, né disegnare. Lo dimostra tra l’altro, il suo autoritratto.
    http://www.settemuse.it/pittori_opere_R/rothko_mark/rothko_mark_003_autoritratto_1936.jpg
    Dove emerge, una completa mancanza di disciplina e tecnica, sia pittorica che artistica. In virtù di questo, pur rispettando le sue opinioni, non posso condividerle.
    Cordiali saluti, Vulcano

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  3. Mi sembra giusto che ognuno abbia le proprie opinioni... sicuramente da un punto di vista artistico preferisco un Bacon o un Munch... Alla prossima

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  4. Sicuramente Edvard Munch .... secondo me, uno dei più importanti espressionisti del suo tempo.
    A presto.

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  5. Pienamente concorde con Marco. Trovo veramente assurdo il valore che e' stato dato a questo " dipinto" , non tanto per la facilita' di esecuzione ma perche' non trasmette veramente nulla.. Io quando lo osservo mi sento presa in giro , come se l'autore avesse voluto farsi beffa dei suoi spettatori, ma aihme.. temo che invece che piu' di quello che vediamo non potesse fare :) Grazie per l'articolo davvero molto interessante. Un sorriso. Valentina

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  6. Ciao Valentina, grazie del commento e della condivisione mentale e culturale. Questo per me significa che sei una persona che non si lascia incantare dalle chimere. Chi ama l'arte .... quella vera, che è pura bellezza di pensiero creativo e intense emozioni, non può amare Mark Rothko. Diversamente offenderebbe la vera arte e soprattutto il geniale e amatissimo Van Gogh.
    Ricambio il sorriso.
    Marco

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    1. Leggendo la tua risposta ho immaginato Rothko teletrasportato nella meta' del 1.800, epoca in cui nemmeno Van Gogh fu riconosciuto come grande pittore. Sarei curiosa di sapere cosa ne avrebbero pensato i critici del tempo dei " fantasiosi" dipinti di Rothko. :)
      Ci si avvicina all'arte in modo soggettivo ma ci sono canoni oggettivi indiscutibili. Rothko non esprime passione, non esprime sentimento, non esprime tecnica ne racconta qualcosa. La prima volta che ho visto White Center ho pensato fosse un letto con un lenzuolo bianco con il risvolto , decorato con una linea nera :) Un quadro cosi' lo vedrei bene nel reparto tessuti dell'Ikea :)
      Grazie per la risposta.
      Ciao
      Valentina

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  7. Dubito che in quel periodo storico, potesse esistere qualcuno tanto folle da prendere in considerazione le tele di Rothko. In quel periodo storico così ricco di grandi artisti, quelli come Rothko, al massimo potevano fare gli imbianchini. Lo so sono tremendo ….. ma non ci posso fare nulla, perché è esattamente quello che penso. Diversamente nella nostra epoca così caotica, dove ogni cosa pare sia sovvertita, il posto per Rothko, è esattamente quello indicato da te: Ikea.
    E' stato un piacere. Ciao ciao.
    Marco

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  8. Ciao Valentina, grazie per il link, la grafica davvero fantastica ….. un lavoro interessante, anche se è vero che alcuni effetti grafici risultano troppo esaltati tenuto conto della raffinatezza delle opere. Ma nell’insieme un lavoro davvero notevole. Talmente tanto che invito i lettori del mio blog a vedere il video:
    http://www.rinostefanotagliafierro.com/beauty_video.html

    Buon fine settimana e grazie ancora.
    Marco

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  9. ma l' avete mai visto un Rothko dal vivo?

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    1. Si, alla Tate Gallery a Londra, il battito cardiaco si è quasi fermato
      mentre i colori pulsavano....

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  10. Credo che l'ARTE cno la A maiuscola sia una creazione intima con il proprio SE' , e non centra niente con l'espressione data da un tecnico del pennello. Sono anch'io un artista che butto l'anima su sulle tele

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  11. Da quello che hai scritto, (scusami, non è per essere maleducato) tu con l'arte non c'entri assolutamente nulla. Secondo il tuo concetto, anche una pernacchia può essere un'opera d’arte. Dai siamo seri......
    Il concetto che hai dell'erte è tipico di tutti coloro che non sanno nè dipingere, nè disegnare. Esattamente come Mark Rothko. Detto questo sei libero di pensarla come meglio credi, ma per favore, lasciamo perdere la vera arte e gli artisti ...

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  12. Se rifiutare il nulla significa essere ignorante, ebbene lo sono e ne sono fiero.
    Tu sei la prova vivente che il mondo si è capovolto ........ma nel tuo caso, è anche questione di sinapsi. Svegliati dal coma ...... non è mai troppo tardi.

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  13. L'arte non si misura, si vive. Come le emozioni. Tantomeno ''si misura'' con giudizi ricchi di presunzione che in modo presuntuoso scagli sulle tele di Rothko, alla luce di che? Di una tecnica che tanto inneggi,ahimè,assente in queste opere. Ma l'arte non coincide -completamente- con essa, mi dispiace per te! :)

    Se non ti bastasse, ti invito a pensare a come la musica classica\accademica non sia antagonista della musica ambient, dove a volte il rumore diventa il perno e l'organizzatore delle emozioni.
    Un conto è non condividere l'arte, un'altra degradare la figura dell'artista.
    ''Tanto che se le tele fossero state esaminate da un psicologo avrebbe concluso che quei quadrati, (per la verità non più di tre per ogni tela) testimoniavano una personalità assolutamente priva di immaginazione'', guarda caso è un'altra castroneria, sono uno psicologo: quello che scrivi non ha basi scientifiche solo voglia di criticare, che ahimè, è piacevole. Ma sappila utilizzare :) ciao

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  14. Sono d'accordo con te su una cosa: l'arte non mi si misura!! Ma quella di Rothko, non è arte, ma il nulla. Se tu ami il nulla, ce ne faremo una ragione. E non darmi del presuntuoso, anche perchè io l'arte la creo. Inoltre, non vantarti di essere un psicologo, perchè la tua è una categoria parassitaria che sfrutta le debolezze delle persone, senza mai giungere ad una coclusione...

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  15. Sig. Marco, dopo questo suo ultimo commento mi auguro che le persone intelligenti non stiano più a perdere il loro tempo leggendo questo blog. E spero accetti questa mia pietra dal momento che lei è il primo a scagliarne.

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    1. Ti ringrazio della raccomandazione a quelle persone che hanno un quoziente intellettivo secondo il tuo concetto di intelligenza, di non visitare il mio blog.... tanto non capirebbero nulla.
      Mi chiedo solo come faranno a saperlo in anticipo senza prima visitare il blog. Salvo che tu non avvisi il mondo intero .....
      Come puoi costatare la tua intelligenza non è proprio il massimo...

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  16. che poi si chiama pure arte e anima. che coraggio..

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  17. A quello che ha scritto l'articolo vorrei sottolineare la sua incoerenza: nel testo che ho appena letto viene chiaramente detto che Rothko non è un artista non solo perché i suoi quadri possono essere definiti banali ma anche perché secondo te gli artisti non possono soffrire di depressione perché consapevoli dell'importanza della loro arte. Hai citato così alcuni veri artisti tra cui Van Gogh che soffriva di depressione quindi secondo la tua logica insensata Van Gogh non era un'artista perché depresso. La prossima volta prima di scrivere un articolo pensaci su due volte e argomenta meglio la tua tesi e antitesi

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  18. Prima di tutto rivolgersi all'autore dell'articolo con (quello) non è il massimo dell'educazione e questo secondo il mio codice ti classifica tra un certo tipo di persone; secondo confermo che Van Gogh non soffriva di depressione, questa è una cosa inventata da te. La sofferenza di Van Gogh era di tipo esistenziale e non ha nulla in comune con la depressione che è una malattia mentale mentre quella di Van Gogh, era un disagio esistenziale. Detto questo abbi più rispetto se desideri che i tuoi commenti siano pubblicati.

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  19. l'arte è soggettiva , anch'io alla tate gallery ho avuto la sindrome di Stendhal nella sala dedicata a Rothko. Evidentemente non abbiamo aperti gli stessi canali di ricezione emozionale.

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    1. Ovviamente no. Condivido che l'arte è soggettiva, ma deve trasmettere qualcosa non certo il nulla. Oppure un elettrocardiogramma piatto. Detto questo ognuno è libero di credere in ciò che meglio lo rappresenta.

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