Cristina da Pizzano, non era conosciuta al grande pubblico, ma grazie alla regia di Stefania Sandrelli nel 2010, e all’affascinante figlia Amanda nel ruolo di protagonista della scrittrice e poetessa, è ritornata a riscaldare i cuori dei più sensibili e creativi con le sue indiscusse opere letterarie. Christine de Pisan, nasce a Venezia il 1362, e grazie al padre, Tommaso, medico, astrologo e consigliere della Serenissima Repubblica, che nel 1368 venne chiamato alla corte francese di Carlo V, ebbe modo di formarsi in seno alla cultura francese grazie alla ricchissima e vastissima Biblioteca del Louvre tra le più importanti del mondo.
Cristina a soli 15 anni, sposa un giovane notaio, Étienne de Castel segretario del re, ma dopo pochi anni di matrimonio, il marito muore a causa di un’epidemia nel 1390. Rimasta sola con 3 bambini e la madre anch’essa vedova, inizia un calvario di povertà e umiliazioni, perché spogliata di ogni titolo e beni, compreso la casa che abitava con suo marito presso il castello reale. Per sostenere i suoi figli fu costretta a vivere di espedienti e di lavori anche umili. In seguito grazie ad un fortunato incontro con un cantastorie di nome Chiarleton, che si guadagnava da vivere nelle osterie dei bassifondi parigini, ammirato dalla sua cultura e vena poetica, decise di ospitarla con la sua famiglia, anche perché sua moglie tempo prima aveva prestato servizio presso la famiglia di Cristina. Forte della sua vastissima cultura, incominciò a collaborare quasi per gioco con il cantastorie Chiarleton aiutandolo nella costruzione di rime pungenti e di alto valore poetico, contro le vicissitudini della vita ed in particolare contro i cinici nobili del regno. Tanto che ben presto fu minacciata di morte se non la smetteva con e sue pungenti rime.
Tra tante vicissitudini, ebbe la fortuna di fare amicizia con il teologo Jean Charlier detto Jean de Gerson, noto anche con il titolo di Doctor Christianissimus, di cui impressionato e affascinato dal suo pungente talento poetico, la prese sotto la sua protezione, offrendole tra l’altro una discreta dimora per potersi dedicare alla sua ricerca poetica, filosofica e di scrittrice. Dimora che ben presto venne devastata dai sicari dei potenti nobili, che distrussero tutti i macchinari che servivano per la stampa delle sue creazioni poetiche. Ma con l’aiuto di Gerson ancora una volta riuscì a risollevarsi tanto che ben presto divenne nota tra gli accademici di Francia, che non mancarono di deriderla e perseguitarla perché osava competere con loro, fino a sfidarli pubblicamente per dimostrare che le donne in quanto ad intelligenza, creatività non era seconda agli uomini come stupidamente credevano, ma anzi le donne grazie alla maggiore sensibilità e senso della vita primeggiavano in molte discipline. Prerogative che dimostrò sul campo grazie alle numerosissime opere partorite dal suo talento. Tanto che con il suo lavoro, riusciva a sostenere tutta la famiglia, e riverita e ammirata, dalle menti maggiormente progressiste e creative dell’epoca.
Cristina fu sicuramente la prima donna in assoluto che osò sfidare il mondo della cultura e delle arti, fino a quel momento prerogativa del mondo maschile. Dimostrando senza ombra di dubbio che gli uomini e le donne posseggono le stesse capacità intellettuali. Difatti nella sua opera filosofico-saggistica, Cristina corregge le posizioni misogine veicolate dalla tradizione Boccacciana assumendole dal punto di vista delle donne.
Dopo il suo ultimo lavoro, "Ditié de Jehánne d'Arc" (poemetto in 67 strofe di versi sciolti, dedicato a Giovanna D'Arco del 1429 - si tratta del primo entusiastico poema su Giovanna D'Arco nonché l'unico ad essere composto mentre la pulzella d'Orleans era ancora viva, Cristina da Pizzano all'età di 65 anni si ritira in un convento. La data della morte è sconosciuta, ma dovrebbe aggirarsi intorno al 1431.
Di seguito una sua poesia che esprimere il dolore per la perdita del marito e il rammarico per le brutalità che la vita le ha riservato.
Sono sola ......
.......e sola voglio rimanere.
Sono sola, mi ha lasciata il mio dolce amico;
sono sola, senza compagno né maestro,
sono sola, dolente e triste,
sono sola, a languire sofferente,
sono sola, smarrita come nessuna,
sono sola, rimasta senz’ amico.
Sono sola, alla porta o alla finestra,
sono sola, nascosta in un angolo,
sono sola, mi nutro di lacrime,
sono sola, dolente o quieta,
sono sola, non c’è nulla di più triste,
sono sola, chiusa nella mia stanza,
sono sola, rimasta senz’ amico.
Sono sola, dovunque e ovunque io sia;
sono sola, che io vada o che rimanga,
sono sola, più d'ogni altra creatura della terra
sono sola, abbandonata da tutti,
sono sola, duramente umiliata,
sono sola, sovente tutta in lacrime,
sono sola, senza più amico.
Principi, iniziata è ora la mia pena:
sono sola, minacciata dal dolore,
sono sola, più nera del nero,
sono sola, senza più amico, abbandonata.
Per saperne di più:
http://it.wikipedia.org/wiki/Christine_de_Pizan