domenica 28 giugno 2015

Grecia alza la testa e segui l’esempio dell’Argentina


Aggiornamenti del 29-06-C.M.-(*).

La Grecia non deve cedere ai satanisti della troika che intendono strozzarla con la scusa del debito pubblico; un debito fatto lievitare di proposito dai passati governi corrotti e conviventi con l’èlite delle lobby e delle banche. La Grecia culla della democrazia e della cultura, ridotta a elemosinare a dei farabutti, che con la complicità di politici corrotti, entrando in Europa hanno accettato una moneta di cui nessun politico aveva spiegato ai cittadini, le regole di un gioco che celava una vera truffa che sta distruggendo le economie delle nazioni. La più grave di tutte, l’aver ceduto la sovranità monetaria e politica dei paesi ad una banda di individui “parastatali.” Consegnando in questo modo l’Europa, nelle fauci di gente autoreferenziale senza scrupoli, dato che nessun cittadino europeo li ha eletti. I politici, per lo più gentaglia assetata di danaro e potere non hanno spiegato ai popoli europei che li avrebbero veduti ad un gruppo di banchieri e lobbysti come se fossero merce da banco. Quindi il 5 luglio al referendum i Greci tutti, devono votate NO, alle proposte della troika, perché quelle proposte seppelliranno definitivamente la Grecia affamando ancora di più i più deboli:i giovani e i pensionati. Mi pare chiaro che l’obiettivo della troika è distruggere il paese per poi poterselo comprare a prezzi di fallimento …. cittadini compreso, pagati peggio degli schiavi a 400 euro al mese.

Da che mondo è mondo, i popoli possono anche attraversare dei periodi economici “neri”, ma se il paese ha una sovranità monetaria, lo stato può sempre stampare moneta e superare il periodo di crisi. Si d’accordo, stampare moneta provoca inflazione, e la moneta sui mercati perde di valore, ma una moneta svalutata, ha il vantaggio di aumentare l’esportazione dei beni prodotti perché sui mercati sono competitivi, a vantaggio della produzione interna, che significa nuova occupazione, e nuova moneta per le casse dello stato.

Quando un paese è sovrano non esiste la possibilità che possa fallire, perché i creditori interni ed esterni, saranno costretti ad attendere momenti migliori per riscuotere i crediti. Di questo anche un bambino è in grado di rendersi conto. Il vero male della moneta unica, non è la moneta in sé, ma le regole tutte a vantaggio della troika, e soprattutto la perdita di sovranità monetaria e politica ceduta a dei privati cittadini….. perfetti sconosciuti che si sono comprati i nostri “cari” politici …. Politi, che hanno venduto i propri cittadini, il proprio paese ad una banda di perfetti “sconosciuti”. Quindi non è affatto vero che se la Grecia esce dall’Euro viene il diluvio universale, dal momento che la crisi Greca, Italiana, Spagnola, Francese, e domani non si può escludere la stessa Germania, è stata provocata dalle regole capestro imposte con la moneta unica e da un debito pubblico fatto lievitare di proposito. Se ricordate, appena entrati nella moneta unica, tutto sembrava vantaggioso, rassicurante, soprattutto per i mutui che sono diventati più convenienti, ma era solo un trucco, un inganno, perché dopo un po’ sono cominciati i guai, e i mutui sono ritornati a lievitare fuori controllo, così le tariffe e i beni di consumo, impoverendo sempre di più le popolazioni. La tecnica criminale è semplice: Aumentano i prezzi e le tariffe, lasciando che gli stipendi vengano corrosi dal caro vita, costringendo in questo modo il governo a chiedere prestiti alla troika per far fronte alla spesa dello stato, entrando in questo modo in un tunnel da dove uscire diventa quasi impossibile, perchè per lo stato e per le familgie, non c'è nulla di peggio che chiedere prestiti per pagare i prestiti precedenti.

Dulcis in Fundo se i paesi della comunità europea abbandonano l’euro e tornano alla sovranità monetaria dopo qualche anno il sole ritornerà a splendere come prima della moneta unica. L’argentina né è una prova. Quindi cari cugini o se preferite fratelli greci, non abbiate paura, non fatevi intimorire dal terrorismo che viene dalla troica perché per loro il solo pensiero di perdere il dominio finanziario sugli stati, li fa tremare dalla paura, perchè perderebbero ciclopici guadagni, frutto del nostro lavoro, lasciandoci come accade ora, solo le briciole, e tanta disperazione.

Anche l’Argentina finì nella fossa dei serpenti “decidendo” di appoggiarsi al dollaro, e tutti sanno come finì. Fu praticamente devastata dalla moneta americana, e dagli speculatori. E anche in quel caso si terrorizzò la popolazione che abbandonare il dollaro significava la fine per l’Argentina. Contrariamente ai scenari di terrore prospettati dalle lobby statunitensi, l’Argentina poco a poco ritornò a crescere e risalì la china. Incominciò a cresce talmente bene, che attualmente hanno persino le risorse per mandare un razzo nello spazio. Se restava legata al dollaro, il paese sarebbe stato condannato ad una crisi economica endemica, con il risultato che i cittadini si sarebbero impoveriti sempre di più, pur lavorando come schiavi. Esattamente quello che accade a voi Greci e quello che sta accadendo a noi italiani se resteremo ancora con il cappio al collo dell’euro; cappio che si stringerà sempre di più. Uno stato privo di sovranità monetaria, cessa di essere stato e diventa una colonia governata da forze straniere predatrici. Nella fattispecie, lobbysti, affaristi senza scrupoli e banchieri satanisti
Greci, mandate al diavolo la troika … mandateli esattamente da dove sono venuti: all’inferno.

-(*)- Aggiornamenti del 29-06-c.m.

Al telegiornale delle 13, su rai new24, del 29-06-2015, ho sentito il presidente della commissione europea Jean Claude Juncke, spiegare le ragioni del mancato accordo con la Grecia. Ebbene questa figura sinistra, ha avuto il coraggio di addossare tutte le responsabilità a primo ministro Tsipras. Questo signore che nessuno dei cittadini europei ha eletto, ignorando totalmente la decisione di chiudere le banche, ha avuto il coraggio di parlare di democrazia. Una vera bestemmia che grida vendetta. Questo tizio, non ha neppure la più vaga idea di cosa sia la democrazia.
Ma senza saperlo questo losco individuo con il suo discorso ha reso un grande servizio ai cittadini europei: ha svelato il vero volto della BCE, e lo ha fatto nel momento in cui ha dato ordine al sistema bancario della Grecia di chiudere le banche per impedire ai cittadini di prelevare i loro soldi.

Un vero e proprio colpo di stato; un atto estremo di terrorismo perché quella miserabile decisione cancella i più elementari diritti civili dei cittadini, e li espone ai vari pericoli quotidiani perché non potendo prelevare i loro soldi potrebbero andare incontro a grave conseguenze. Per esempio potrebbero non poter comprare medicine, o far fronte ad importante improvvise necessità, e in tanti altri casi, a vere e proprie tragedie personali.

Chiudere le banche significa voler dimostrare che comandano loro, e che i greci andando a votare Tsipras nelle ultime elezioni, hanno eletto un primo ministro privo di qualsiasi potere di governo. Quindi non in grado di rispettare degli impegni assunti con gli elettori.
Se un primo ministro eletto dal popolo, non ha il potere di poter amministrare i fondi delle casse dello stato per decidere come ripartire la ricchezza prodotta dai cittadini, in quanto tali decisioni sono prerogativa esclusiva della famigerata organizzazione europea, attraverso quella terribile arma di distruzione di massa che conosciamo come: BCE, significa che chiederci di andare a votare per eleggere i propri rappresentanti, è una vera e propria presa per i fondelli.

Se ai greci è rimasto anche solo un minimo di coraggio e di orgoglio, il 5 luglio devono votare in massa contro le proposte criminali della Commissione Europea e riprendersi la propria vita e la propria indipendenza e sovranità, ponendo in questo modo, le basi affinchè i popoli europei, sul loro esempio, e ancora prima dell’Argentina, possano liberarsi di tale mostruosa tirannide.

Sotto ho pubblicato una sintesi di due articoli molto eloquenti di come l’Argentina, non si lasciò intimorire dal terrorismo dei banchieri e da giornalisti asserviti, che fecero da cassa di risonanza. Uscire dall’Europa e dall’euro significa appropriarsi della propria vita, attualmente nelle mani di gente senza scrupoli. Se l’euro era una cosa buona, l’Inghilterra non sarebbe rimasta fuori. E’ talmente vero che vogliono uscire anche dall’Unione Europea.

Rigore? No, sovranità: così l’Argentina ha fatto il "miracolo".

Esattamente dieci anni fa, tra il 19 e il 20 dicembre 2001, l’Argentina esplodeva. Fernando de la Rúa, ultimo presidente di una notte neoliberale durata 46 anni, appoggiato da una maggioranza nominalmente di centro-sinistra, sparava sulla folla (i morti furono una quarantina.) per fuggire dalla mobilitazione di un paese intero.
Con la parità col dollaro, e con la popolazione addormentata dalla continua orgia di televisione spazzatura dell’era Menem (1989-1999), il paese aveva dissipato un’invidiabile base manifatturiera e tecnologica. Nulla più si produceva e si spacciava che oramai fosse conveniente importare tutto in un paese che aveva accolto, realizzato e poi infranto il sogno di generazioni di migranti e da dove figli e nipoti di questi fuggivano. In quei giorni, in quello che per decenni il Fmi aveva considerato come il proprio “allievo prediletto”, salvo misconoscerlo all’evidenza del fallimento, non fu solo il sottoproletariato del Gran Buenos Aires ridotto alla miseria più nera a esplodere, ma anche le classi medie urbane. Queste, che per decenni si erano fatte impaurire da timori rivoluzionari e d’instabilità, blandire da promesse di soldi facili e convincere che il sol dell’avvenire fosse la privatizzazione totale dello Stato e della democrazia, si univano in un solo grido contro la casta politica e finanziaria responsabile del disastro: «Que se vayan todos», che vadano via tutti.

Era un movimento forte quello argentino, antesignano di quelli attuali, e solo parzialmente rifluito perché soddisfatto in molte delle richieste più importanti. I passi successivi al disastro furono decisi e in direzione ostinata e contraria rispetto a quelli intrapresi nei 46 anni anteriori. Quegli argentini che a milioni si erano sentiti liberi di scegliere scuole e sanità private adesso erano costretti a tornare al pubblico trovandolo in macerie. Al default, che penalizzava chi speculava – anche in Italia – sulla miseria degli argentini, seguì la fine dell’irreale parità col dollaro.
Al dunque, l’Argentina ha dimostrato che perfino un’altra economia di mercato è possibile e dal 2003 in avanti il paese cresce con ritmi tra il 7 e il 10% l’anno. Le date-chiave di tale processo sono due: nel 2005 a Mar del Plata, soprattutto la sinergia Kirchner-Lula stoppò il progetto dell’Alca di George Bush, il mercato unico continentale che voleva trasformare l’intera America latina in una fabbrica a basso costo per le multinazionali statunitensi, mettendo un continente intero a disposizione degli Stati Uniti per sostenere la competizione con la Cina. E nel 2006 l’Argentina e il Brasile, con l’aiuto di Hugo Chávez, chiusero i loro conti col Fmi: «Non abbiamo più bisogno dei vostri consigli interessati», dissero, mettendo fine a mezzo secolo di sovranità limitata.

Per anni, i media mainstream mondiali hanno cercato di ridicolizzare il tentativo del popolo argentino di rialzare la testa, l’integrazione latinoamericana e la capacità del Sudamerica di affrancarsi dallo strapotere degli Stati Uniti e dell’Fmi. A dieci anni di distanza, tirando le somme, ci si può levare qualche sassolino dalla scarpa su chi disinformasse su cosa. Ancora un anno fa, nel momento della morte di Néstor Kirchner i grandi media internazionali – quelli autodesignati come i più autorevoli al mondo – avevano di nuovo offeso la presidente, con un maschilismo vomitevole, descrivendola come una marionetta incapace di arrivare a fine mandato. Il popolo argentino la pensa diversamente e il 23 ottobre 2011 l’ha confermata alla presidenza al primo turno con il 54% dei voti.

Cristina, e prima di lei Néstor, ad una politica economica che ha permesso all’Argentina di riprendere in mano il proprio destino, affianca una politica sociale marcatamente progressista, dai processi contro i violatori di diritti umani alle nozze omosessuali. Perfino nei media l’Argentina è oggi all’avanguardia nel mondo nella battaglia contro i monopoli dell’informazione: non più di un terzo può essere lasciato al mercato, il resto deve avere finalità sociali e culturali perché non di solo mercato è fatta la società.

A dieci anni dal crollo, l’Argentina sta vincendo la scommessa della sua rinascita. I paradigmi neoliberali sono sbaragliati e, dall’acqua alle poste alle aerolinee, molti beni sono stati rinazionalizzati per il bene comune dopo essere stati privatizzati durante la notte neoliberale a beneficio di pochi corrotti. I soldi investiti in educazione sono passati dal 2 al 6.5% del Pil e… la lista potrebbe continuare. Basta un dato per concludere: dei 200.000 argentini che nei primi mesi del 2002 sbarcarono in Italia (tutti o quasi con passaporto italiano) alla ricerca di un futuro, oltre il 90% sono tornati indietro: «Meglio, molto meglio, là».

http://www.libreidee.org/2011/12/rigore-no-sovranita-cosi-largentina-ha-fatto-il-miracolo/

L’Argentina sovrana sfratta i vampiri del suo petrolio

L’Argentina della rinascita nazionale, basata sulla ritrovata sovranità monetaria, si scrolla di dosso i vampiri liberisti che – a suon di tangenti – le avevano “rubato” il suo petrolio. La presidente Cristina Kirchner ha annunciato l’inizio di un processo che porterà ad una rinazionalizzazione della compagnia petrolifera Ypf, svenduta da Menem nel 1992 alla spagnola Repsol che divenne così una delle principali compagnie petrolifere del mondo, nonostante la Spagna non possieda una goccia di petrolio. Da Madrid, venti di guerra contro il governo argentino, giusto per occultare l’incapacità del governo Rajoy di fronte alla crisi. E intanto viene alla luce la verità sulla privatizzazione di Ypf e sull’azione delle multinazionali iberiche in America Latina: mazzette ai politici corrotti, ricatti contro i lavoratori e zero rispetto per l’ambiente.

http://www.libreidee.org/2012/04/largentina-sovrana-sfratta-i-vampiri-del-suo-petrolio/

1 commento:

  1. Grazie per i complimenti, riguardo il link proposto, in merito al futuro della tv, non mi pare ci siano grossi cambiamenti rispetto al modello attuale. Francamente quello che ho sentito nell'intervista, non va verso una tv di servizio, ma va ad espandere il business. Personalmente penso che la tv sia un mezzo obsoleto, rispetto ad INTERNET. Comunque io la guardo raramente perchè non sopporto le interruzioni pubblicitarie.
    Ciao e grazie del commento.

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