martedì 21 agosto 2018

IL SERGENTE FIASCONARO


Ricevo e pubblico, una breve descrizione di un evento, che secondo l'autore è realmente accaduto.

IL SERGENTE FIASCONARO
(Un’allegoria metafisica).

L’aspirante allievo ufficiale esitava sulla sommità del trampolino. Non se la sentiva proprio di lasciarsi cadere nel vuoto: giù, a qualche metro più in basso, non fluttuava uno specchio d’acqua invitante pronto a dischiudersi appena la sua corporatura robusta lo avesse sfiorato, ma un selciato inflessibile ed arcigno, del tutto inadatto ad assorbire l’impatto che, da lì a poco, sarebbe necessariamente avvenuto. Era già stato tutto deciso: la recluta avrebbe dovuto saltare poiché l’esercizio costituiva la conditio sine qua non per il superamento del corso d’addestramento. Niente salto, niente mostrine.

Il sergente Fiasconaro, considerò quell’esitazione come un vero e proprio atto di inammissibile insubordinazione. Scuro in volto, cominciò a salire la scaletta d’accesso alla pedana con fare minaccioso, non prima, tuttavia, di essersi munito di un possente badile da sterro. Senza proferire parola, giunse velocemente alle spalle del malcapitato, il quale, percosso violentemente al fondoschiena dal colpo poderoso, quanto inaspettato, non potette far altro che proiettarsi nel vuoto, rinunciando a qualsiasi possibile via di scampo.

Atterrò su una gamba, l’impatto lo fece accovacciare all’indietro, comprimendo l’addome come una focaccia. L’urto fu tremendo. Il volto del disubbidiente, divenne prima paonazzo, poi si colorò di una tinta violacea, da moribondo. La recluta, a causa della violenta compressione al diaframma, non riusciva a respirare. Un’ambulanza silenziosa lo portò via, facendola sparire nel nulla. Nessuno ebbe più notizia di lei.

Vi sono ordini a cui, giocoforza, bisogna obbedire, giacché tali ordini sono decisi dall’alto, per fini imperscrutabili. Non importa quali conseguenze comporti il salto dal non essere all’essere, poiché bisogna comunque saltare, con le buone o con le cattive. Incarnarsi a qualunque costo, in un corpo sano o deforme, ciò solo conta: la corporizzazione dello spirito, l’imprigionamento della psiche in un involucro di carne, la caduta dell’anima in una dimensione infera che la sfigurerà abbruttendola, la umilierà soggiogandola, la renderà asfittica e bolsa negandole, impietosamente, ogni speranza. La disciplina metafisica, come quella militare, è ferrea e implacabile: non ammette alternative e i sergenti che la fanno rispettare, come Fiasconaro, non conoscono pietà.

Piero Ferrari.

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