giovedì 22 luglio 2021

LA SCOMPARSA DEL POPOLO ANASAZI

«Eravamo un popolo senza leggi, ma eravamo in ottimi rapporti con il grande spirito, Creatore e Signore del tutto. Ci giudicavate dei selvaggi. Non capivate le nostre preghiere; né cercavate di capirle. Quando cantiamo le nostre lodi al Sole, alla Luna o al vento ci trattate da idolatri. Senza capire ci avete condannati come anime perse solo perché la nostra religione è diversa dalla vostra. » La storia della civiltà degli Indiani d’America parte dal momento in cui, oltre 40.000 anni fa, in due successive ondate alcune popolazioni dell’Asia attraversarono l’istmo di Bering, (oggi sommerso dall’oceano) e discesero nel continente Americano occupandolo dall’Alaska fino alla Terra del Fuoco. Nel Sud-Ovest degli Stati Uniti, dove le frontiere dell'Arizona, Nuovo Messico, Utah e Colorado si incrociano, si trovano le spettacolari rovine di una delle culture indiane più misteriose del nord-America: gli Anasazi, termine Navajo che sta per "antichi". La storia di questo popolo risale al 6000 A.C.

I popoli che si insediarono in America del Nord diedero vita a Culture diverse, succedutesi nel tempo e in parti diverse del continente: dall’antica Cultura di Kociss (Utah), alla Cultura dei Mogollon (Nuovo Messico), in cui comincia ad essere praticata l’agricoltura, agli Hohokam (Arizona), abili artigiani incisori, e infine al misterioso popolo Anasazo (conosciuti dai Navajo come gli “antichi”). Furono costruttori di case in mattoni, e le (“kivas”).
Benché da anni si lavori sui resti archeologici il popolo degli Anasazi, per gli studiosi  costituisce ancora una grande enigma, vista la loro misteriosa scomparsa. Gli Anasazi, costruttori di importanti villaggi con i caratteristici Kivas, per gli studiosi è il più importante mistero archeologico del Nord America. Ed è difficile pensare il contrario quando si inizia a conoscere la storia di questo, popolo che nel New Mexico, prima di scomparire misteriosamente, circa 1000 anni fa, ha lasciato tracce di una grande e misteriosa civiltà. Chi erano? Che funzione avevano i loro enormi kivas? Cos’era per gli Anasazi Pueblo Bonito? Quali segreti del cielo e della terra conosceva questo popolo, e quale fu la causa della loro improvvisa scomparsa?
Nessun popolo può scomparire da un giorno all’altro senza lasciare tracce. Scomparvero oppure come racconta la leggenda furono trasportati in cielo?
L’ipotesi più accreditata dagli studiosi è che colpiti da una grave improvvisa siccità emigrarono per diventare nomadi, generando poi le moderne tribù americane, tra cui i Navajo. Ma tale teoria fa acqua da tutte le parti perchè un popolo ricco di una grande civiltà e cultura, ovunque avesse piantato le proprie radici, avrebbe messo in pratica le proprie conoscenze per costruirsi un nuovo inizio. Quindi come qualsiasi altra civiltà, nella nuova terra, avrebbe costruito attingendo alla propria cultura, religione e soprattutto alle conoscenze architettoniche. Diversamente, dei Kivas, non c’è nessuna traccia, oltre Pueblo Bonito.

Gli Anasazi costruirono molte strade, per un totale di circa 300 chilometri. Ciò che più colpisce è che molte di queste strade non portavano da nessuna parte. Né univano tra loro i villaggi e kivas. Ma portavano a particolari conformazioni geologiche, a sorgenti d’acqua, e tante altre strade non portavano da nessuna parte. Non si può escludere che tali strade erano state costruite a scopo rituale, che conducevano a luoghi sacri.
Tra queste strade va ricordata per la sua lunghezza la "Grande strada del Nord",che si estende, per oltre venti Km, in direzione Nord-Sud. Ma chi erano questi pellerossa e quali segreti del cielo e della terra conoscevano? E cosa li indusse ad abbandonare improvvisamente Chaco Canyon? La cultura indiana degli Anasazi si sviluppò nel Sud-Ovest degli attuali Stati Uniti d’America, molto prima dell'arrivo dei bianchi,ed ha lasciato una quantità di testimonianze archeologiche che ancor oggi si possono ammirare nel territorio di frontiera fra Arizona, Nuovo Messico, Utah e Colorado. Il centro più importante di questa cultura si trova nel Chaco Canyon ove esistono tuttora numerosi villaggi in pietra, chiamate "Le Grandi Case". Dotate di innumerevoli Kiva, cioè di luoghi sacri nei quali gli Anasazi si radunavano per celebrare i loro riti.
Le kivas, case per lo più di forma rotonda costruite con mattoni di fango essiccati al sole, gli adobes e utilizzate per convegni o cerimonie religiose e come veri e propri osservatori astronomici), rivelano allineamenti astronomici come le piramidi in Egitto. Come ad esempio la Casa Grande Hohokam, un gruppo di kivas rettangolari comunicanti tra loro, nel quale è stato possibile rilevare l’allineamento di alcuni ingressi con le posizioni del sorgere o del tramontare del sole ai solstizi, nonché della luna al momento della massima o della minima declinazione.

Gli allineamenti in questione riguardano l’intera pianta della costruzione nel suo insieme, allo stesso modo la disposizione di feritoie, finestre e porte; in tal caso sono realizzate con il metodo degli “stipiti alternati”. Lo stesso metodo utilizzato nelle costruzioni sacre Maya. Pueblo Bonito è il sito più noto di Chaco Canyon, nell’estremo nord ovest dello stato americano del New Mexico. Chaco Canyon è un canyon lungo circa 19 chilometri e largo poco più di un chilometro e mezzo. Pueblo Bonito è il sito più grande di tutta l’area abitata un tempo dagli Anasazi. Posto all'estremità nord del Chaco Canyon, Pueblo Bonito lascia ancora oggi in dubbio gli studiosi sulla sua natura: era la capitale di questo misterioso popolo oppure era il più importante centro religioso dell’area?
Gli Anasazi sono scomparsi senza lasciare niente di scritto, non sappiamo neanche se usassero la scrittura. Dobbiamo quindi affidarci a quanto gli archeologi hanno capito dalle pietre e dalle costruzioni rimaste?
Sugli Anasazi si sono dette molte cose da quando, nel 1888, due cow boy capitarono casualmente nel Chaco Canyon, all’epoca zona abitata dai pericolosi Navajos. E proprio ai Navajo è legato uno degli errori più diffusi sugli Anasazi, popolo che prende il suo nome proprio da una parola Navajo che significa "antichi" e non come affermano alcuni studiosi "i nemici".
In passato, e anche di recente, per raccontare le vicende degli Anasazi si è lavorato molto di fantasia, tra cui che erano cacciatori di bisonti. Diversamente i bisonti popolavano zone molto lontane da Pueblo Bonito. Si è scritto che montavano cavali, quando i cavalli è risaputo arrivarono con gli spagnoli, secoli dopo la "scomparsa" degli Anasazi. Anche le origini sono imprecise. Ci sono degli archeologi che affermano che risalgono a circa 6000 anni a.c. e altri a soli 3000 anni a.c. Questo per intendere che di preciso si sa veramente poco.
Pueblo Bonito si racconta che fu costruito tra il Mille e il 1150 d.C. Ma sono solo ipotesi. Pueblo Bonito, è una costruzione a ferro di cavallo composta da circa 700 stanze, tutte più o meno delle stesse dimensioni e distribuite su quattro piani. Si calcola che nel momento di maggior splendore ci vivessero oltre mille persone.

L’aspetto uniforme delle stanze hanno fatto in un primo tempo pensare ad una società priva di gerarchie sociali ma c'è chi crede che Pueblo Bonito fosse una specie di enorme convento, destinato ad ospitare la casta sacerdotale degli Anasazi, un popolo che regolava la sua vita attraverso l’osservazione dei segni del cielo e delle energie della terra.
La religione degli Anasazi ci riporta anche uno degli aspetti più impressionanti di Pueblo Bonito: i giganteschi kiva, queste enormi fosse perfettamente circolari tipiche di ogni insediamento Anasazi. La caratteristica di Pueblo Bonito è però il numero delle sue kiva, ben 37. Nessun altro sito ne ha così tante.
Ma per capire meglio cosa fossero le kiva bisogna raggiungere "Casa Rinconada". Si tratta di una delle più grandi kiva di tutto il Chaco Canyon, con i suoi 20 metri di diametro e i quasi cinque metri di profondità. Una gigantesca fossa perfettamente circolare che, a differenza delle altre kiva, non è inserita in un centro abitato ma è posta in cima ad una collinetta a mezzo miglio da Pueblo Bonito.
Ma a cosa servivano dunque le kivas? Erano fosse, per lo più perfettamente circolari, utilizzate per riunioni e cerimonie sacre. Al centro delle kiva c’era sempre anche un focolare. Gli Anasazi, molto attenti alle forze della natura, ritenevano non solo che da quel foro ci si potesse mettere in contatto con gli spiriti degli antenati ma anche con le forze del centro della Terra. Non a caso si è osservato come gli Anasazi abbiano costruito insediamenti e kiva vicino a luoghi particolari, cosiddetti "vortici". Luoghi dove si sprigionerebbe una strana energia.
Un'altra caratteristica di Casa Rinconada è il suo allineamento astrale. Sembra infatti che il sole, al momento dell’alba del solstizio d'estate, vada ad illuminare, attraverso una finestra posta sul muro a nord-nord est, una nicchia posta all'interno della kiva.

Gli Anasazi erano ossessionati dalle stelle e dal cielo. Di questo abbiamo infinite prove, tante quante sono le costruzione lasciate da questo popolo. Infatti una caratteristica comune a case, villaggi, kiva è che sono quasi sempre allineate ad un determinato fenomeno astronomico. La conoscenza che gli Anasazi avevano dell’astronomia lascia ancora oggi sorpresi: uno degli esempi più clamorosi della loro sapienza è rappresentata dalla famosa “Grande Strada del Nord".
 La "Grande Strada del Nord" partendo da Pueblo Alto, sulla Mesa che sovrasta Pueblo Bonito, si dirige per tre chilometri a 13 gradi ad est del Nord per poi disporsi esattamente in direzione nord per 20 chilometri con uno scarto di solo mezzo grado. Per capire la straordinarietà di questo allineamento bisogna pensare che una precisione del genere sarebbe difficile anche usando una bussola, che gli Anasazi non conoscevano. Oggi, per raggiungere risultati migliori di questo bisogna ricorrere alla tecnologia satellitare GPS, tecnologia che vanta poco più di 20 anni di vita! La più nota studiosa della cultura del Chaco Canyon, Anna Sofaer, ritiene addirittura che tutte le maggiori costruzioni degli Anasazi presentino correlazioni con i movimenti tanto del Sole che della Luna, sotto almeno tre punti di vista: il loro orientamento, le geometrie interne e le relazioni geografiche tra i vari siti. Uno sforzo immenso che ha segnato tutta la storia Anasazi: la loro vita e probabilmente anche la loro improvvisa scomparsa.
Uno dei cow boy che scoprirono Chaco Canyon poco più di un secolo fa, Alfred Witherhill, raccontò del suo stupore nel aggirarsi per le case degli Anasazi:
Quando entrammo nel Navajo Canyon e scoprimmo le rovine, riportammo il nostro mondo indietro di un numero imprecisato di secoli. Tutto era intatto, esattamente come era stato lasciato dagli abitanti originali. Gli oggetti erano sistemati nelle stanze come se le persone fossero appena uscite per far visita ai loro vicini.
Esemplari perfetti di stoviglie, erano adagiati a terra, mentre utensili di ferro e altri attrezzi domestici si trovavano lì dove le donne Anasazi li avevano usati per l'ultima volta". Se si dovesse esprimere un giudizio partendo da come risultavano gli oggetti, la conclusione non può essere che gli Anasazi scomparvero tutti nel giro di pochi secondi, come se fossero stati prelevati da un raggio trasportatore, oppure entrati una un vortice aperto su una diversa dimensione.
Destò meraviglia e curiosità anche la scoperta, presso due diversi antichi insediamenti Anasazi in Arizona (presso le rovine di un antico “pueblo” a White Mesa, e su di una parete del Navajo Canyon) di graffiti su pietra, raffiguranti una stretta falce di luna crescente e vicino ad essa una stella molto luminosa.

Scartata l’ipotesi che il petroglifo potesse ritrarre un allineamento tra Venere, “stella del mattino” con la Luna, evento non così raro da meritare una simile rappresentazione, non rimase che constatare che potesse raffigurare una stella straordinaria, una Supernova (l’esplosione di una stella di grande massa alla fine della sua vita) che brillò repentinamente nel cielo. Molti elementi fanno oggi ritenere che questa stella così immortalata dagli Anasazi sia stata la famosa supernova del 1054 registrata negli annali cinesi e che diede origine alla nebulosa del granchio, ed in particolare, tra questi, il fatto che essa, così luminosa (magnitudine -6) da essere visibile anche di giorno, il 14 Luglio di quell’anno venne a trovarsi a 2 soli gradi d’arco di distanza dalla luna, allora nella fase di “luna nuova”.
Intorno al 1200 d.C. un evento sconosciuto e improvviso determinò il repentino abbandono da parte degli Anasazi della zona che avevano abitato per oltre mille anni. Accadde qualcosa che ancora non sappiamo ma che si rivelò decisivo, inducendo una popolazione di alcune migliaia di persone ad abbandonare all’istante le proprie case. Il problema della scomparsa degli Anasazi è ancora aperto. Forse la spiegazione più fantasiosa, potrebbe essere quella più ovvia. E non solo perché è quella che si collega meglio a quella che gli archeologici, basandosi sullo stato delle case al momento della loro scoperta, chiamano "Evidenza archeologica di un rapido spostamento".
Splinder: Venerdì 26 dicembre 2008 ♥ 16:01

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