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E’ stupefacente sapere che molti popoli distanti migliaia di km tra loro, hanno in comune, tradizioni, cultura e mitologia, più di quanto si possa immagine. Come se fossero comparsi sulla terra nel medesimo periodo. Potrei riempire intere pagine per provare tale tesi, ma non penso sia necessario un tale dispendio di energie, soprattutto per coloro che amano rovistare nella cultura dei popoli tracce di storia comune. Questi sanno, come accennavo sopra che le storie sono le stesse per tutti, anche se i personaggi e le scene vengono descritte in modo diverso.
Per esempio, i táltos sono demoni o alieni …. oppure esseri di luce?
Per la cultura ungherese il tàltos è una figura simile ad uno sciamano e ai benandanti del Friuli. Secondo il prete cattolico Arnold Ipolyi, autore del libro "Magyar mitológia" del 1854, un táltos è colui che prima di nascere è stato in diretto contatto con il creatore, e mandato sulla terra per compiere una missione speciale: prendersi cura delle anime della sua comunità. Un tàltos può essere sia maschio che femmina. Alla nascita si riconoscere perché ha un numero superiori di dita per ogni mano, oppure dal fatto di avere già i denti. ( Impossibile non notare la similitudine per quanto riguardo il numero delle dita, con i grigi ….. ambiguità o similarità mitologica?).
Sbrogliare la matassa non è facile, ma per chi vede oltre non è un mistero.
Il táltos come gli sciamani e i maestri indù, può entrare in un profondo stato di meditazione, e in tale stato, curare qualsiasi malattia o combattere qualsiasi male. Il tàltos, è presente anche nelle antiche scritture siberiane. Per i siberiani sono esseri soprannaturali scesi dal cielo a bordo di una luccicante nave celeste. Si narra che per primo, istruirono la donna e successivamente, mescolandosi tra la popolazione istruirono gli uomini. (Anche in questo caso è impossibile non riconoscere il racconto biblico di Eva sedotta dal serpente. Solo che in questo caso la seduzione della conoscenza non avviene attraverso il frutto proibito, ma con un approccio diretto). E, diversamente da Eva, la prima donna incontrata da quegli esseri venuti dal cielo, ricevette poteri straordinari.
Questi esseri come accennavo prima, avevano sei dita per mano, e lasciarono questa traccia genetica nella popolazione, sia locale che in altri luoghi del mondo … in Ungheria, più che in altre parti del pianeta. Il mondo scientifico è divisa sulla figura dei tàltos. Una corrente di pensiero li associa a fenomeni negativi come la demonologia, l’altra corrente, forte della tradizione magiara, li associa a figure benefiche che aiutano l’umanità.
Infatti, da un libro di storia ancora in uso nelle scuole ungheresi, si può leggere che i tàltos, secondo la fede degli antichi magiari, sono persone particolari con grandi poteri divinatori. La prova secondo loro, deriva dal fatto che nascono già con alcuni denti, e un numero superiore di dita per ogni mano. Inoltre nel corso della vita cade in una profonda estasi e al risveglio, dispone di meravigliosi poteri: può guarire i malati, può vedere nel futuro, ecc.
Sempre secondo la cultura e tradizione magiara, i tàltos sono esistiti realmente, e si sarebbero sviluppati grazie ad esseri alieni, i quali diedero loro la luce della sapienza e della conoscenza da trasmettere in tutti i luoghi della terra in cui si trovavano. La corrente positiva riguardo la natura benevole nei tàltos sostiene che potrebbero addirittura essere gli ultimi resti della civiltà primordiale di Mu. Ma questa è un'altra storia.
In virtù di quanto sopra, la mia convinzione che ha radici in un diverso altrove, e fortificata nell’attuale vita, insegna che gli artefici hanno lavorato con maestria nel seminare lungo il cammino di coloro che cercano la verità, seducenti e magistrali indizi sulle origini dell’uomo e le divinità, che instancabili ricercatori, trovano inaspettatamente sul loro cammino, e guarda caso sempre per “caso”, trovano manoscritti di eventi che fanno riferimenti a storie simili, ma presentate in modo diverso e a volte discordante, con lo scopo di seminare nell’animo di chi cerca, il tarlo del dubbio per minare lo spirito di ricerca.
Il dubbio è come il vino, bisogna assumerlo con moderazione altrimenti ubriaca. Udite e meditate, voi che pensate di sapere di non sapere, ma nell’azione vi comportate come se aveste raggiunto la suprema verità.
Da Splinder - sabato, 26 agosto 2006 ♥ 16:37
E si, che COINcidenza.
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