domenica 8 maggio 2016

Prossima tappa, Vita Artificiale


La consapevolezza, la conoscenza, non possono essere trasmesse, ma possono essere riconosciute e sviluppate, “se l'osservatore possiede la traccia della stessa visione.” Diversamente, continuerà a rimanere invisibile.

Premetto, che non ho mai creduto di cambiare qualcuno; so che è quasi impossibile, perché mentre è facile fare del male, perché la vittima collabora con il suo carnefice, è estremamente difficile fare del bene, perché il ricevente non crede che si possa fare del bene senza chiedere nulla in cambio, come fa quello che intende farti del male…

E a proposito di fare del bene, una coalizione di 35 organizzazioni internazionali, che include scienziati, ambientalisti, esperti di biowarfare e avvocati, ha lanciato un appello per dibattere e regolamentare il settore, in rapida ascesa, della biologia sintetica. Ovvero la produzione in laboratorio di forme di vita artificiali progettate per assolvere specifici compiti. Le organizzazioni che hanno firmato questa Lettera Aperta chiedono ai biologi sintetici di abbandonare il loro progetto di auto-governo e di aprirsi ad un dibatto pubblico e globale riguardo le implicazioni del loro lavoro.

C'è il rischio che la biologia sintetica finisca nelle mani di ricercatori senza scrupoli”, fà notare Jim Thomas dell'ETC Group, una organizzazione canadese che vigila sul lato oscuro delle nuove tecnologie.

Agli scienziati che creano nuove forme di vita in laboratorio non può essere concesso di agire come giudici e giurati; sostiene, Sue Mayer, di GeneWatch UK, “le possibili implicazioni sociali, ambientali e bio-terroristiche sono troppo gravi, la questione non può essere lasciata trattare dagli stessi scienziati coinvolti, c'è un chiaro conflitto di interessi”.

In questi ultimi anni, i biologi sintetici, nel tentativo di ri-scrivere il codice genetico del DNA hanno dimostrato di essere in grado di produrre artificialmente nuovi virus e nuove forme di vita. Allo US Center for Disease Control è stato ri-creato il virus della Spagnola che ha ucciso milioni di persone; scienziati della University of Wisconsin-Madison hanno creato una nuova versione del batterio E. coli; mentre il guru della genomica Craig Venter, diventato famoso per aver guidato, con la Celera, la corsa commerciale al sequenziamento del genoma umano, è ora a capo di una nuova compagnia, la Synthetic Genomics, che intende commercializzare microbi artificiali da usare nella produzione energetica, agricola, e come rimedio ai cambiamenti climatici. La Synthetic Genomics è solo una della compagnie di biologia sintetica specializzate in sintesi genica e produzione di DNA artificiale.

“La biologia sintetica è una sorta di ingegneria genetica sugli steoridi”, dice Doreen Stabinsky di Greenpeace International, “fabbricare organismi viventi che possono essere rilasciati nell'ambiente pone gravi problemi di bio-sicurezza”.

Nell'ottobre del 2004, un editoriale di “Nature” chiamava in causa lo storico meeting del 1975 di Asilomar che vide riunirsi la comunità scientifica internazionale per discutere i rischi legati all'ingegneria genetica optando per l'auto-regolazione per evitare l'intervento governativo. Proprio richiamandosi a quel modello, l'attuale comunità scientifica impegnata nella biologia sintetica ha indetto una conferenza (dal 20 al 22 maggio) per adottare un codice di auto-governo relativo alla bio-sicurezza.

“La scienza non può continuare a vivere in un regno astratto disconnesso dal resto della società”, ha detto Alexis Vlandas dell'associazione International Engineers and Scientists for Global Responsibility (INES).

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