domenica 4 novembre 2018

Giordano Bruno e l’addio di Sagredo



Il 17 Febbraio 1600, moriva Giordano Bruno, condannato al rogo per eresia dal Tribunale Centrale del Sant’ Uffizio, e arso vivo in Roma a campo de fiori, con la lingua cucita perché non parlasse. Giordano Bruno nell’ultimo interrogatorio rivolto alla giuria disse:
Avete forse più timore voi nel pronunciare questa sentenza che io nel subirla.

La sera del 23 maggio 1592, Giordano Bruno viene arrestato e condotto nelle carceri di S. Domenico di Castello a disposizione dell’Inquisizione. Bruno si trovava a Venezia ospite del suo “amico” Mocenigo. Costui l’aveva invitato perché gli insegnasse l’arte della memoria, ma quando Bruno, dopo due mesi, gli ha chiesto congedo per tornarsene a Francoforte per pubblicare dei libri, l’ha fatto sequestrare in casa sua dai suoi servi e l’ha denunciato per eresia.
Giordano Bruno aveva lasciato l’Italia nel 1578 anche per problemi con la giustizia ecclesiastica e aveva vissuto e lavorato in molte città europee, con frequenti problemi con le autorità religiose. Nel divulgare le sue idee rivoluzionarie contro la chiesa, aveva distrutto cardinali, certezze culturali, il geocentrismo, l’antropocentrismo e anche l’idea che Adamo sia il padre di tutti gli uomini; aveva scritto critiche radicali anche alla dottrina della Trinità, della transustanziazione, dell’anima come forma del corpo, e non ultimo, il culto dei santi e delle immagini. Scomunicato da tutte le Chiese: la romana, la calvinista e la luterana, e compromessi i rapporti con i puritani inglesi, nel 1586 era stato costretto a lasciare Parigi, e nel febbraio del 1591 viene espulso anche dal Senato di Francoforte. Bruno era in difficoltà un po’ in tutta Europa, ma l’Italia in particolare non era certo un luogo in cui potesse pensare di vivere e lavorare in tranquillità.

Perché torna in Italia? Perché viene nella tana del lupo?

Nell'angusto, buio e lungo corridoio delle carceri di Castel Sant'Angelo, si odono passi che segnano l'avvicinarsi di ospiti ai condannati prossimi all'esecuzione. Con un forte rumore di chiavi si apre la pesante porta della cella ove è rinchiuso il condannato al rogo: Giordano Bruno; è lì, steso su un rude pagliericcio, mentre i suoi occhi lucidi, si illuminano di tenerezza alla vista del suo amico Sagredo un giovane matematico.

Sagredo, mio giovane amico!" esclama Bruno. I due si abbracciano; il guardiano esce in silenzio, richiudendo dietro di sé la porta della cella.
Corri gravi rischi, figliolo. L'inquisizione non ha simpatia per chi ha simpatia per gli eretici! Maestro, non potevo non salutarvi. Il giovane nasconde a stento l'emozione di trovarsi di fronte al suo saggio amico, ormai prossimo all'esecuzione.
Sei un uomo ormai e il tuo coraggio comunque ti premierà.
Ho chiesto un permesso speciale al cardinale Bellarmino. Si è dimostrato disponibile... Forse qualcosa sta cambiando...
Si, sta cambiando", conferma Bruno. Anche grazie alla mia morte. La storia di questo mondo è segnata più dalla morte che dalla Vita. La morte suscita paura, inquietudine, domande, tanto più se è illustre. Ciò mi rende sereno, amico mio, so di compiere il mio destino.
Sagredo: Maestro, ma non temete il fuoco che brucerà le vostre carni?
Si, Sagredo, ho paura; il mio corpo ha paura, ma io so che non morirò. Quando il mio corpo fisico morirà, io sarò lì; vedrò cadere il mio corpo, vedrò i volti trionfanti, attoniti e sgomenti dei miei persecutori...

Malgrado le parole del maestro, il volto del giovane è triste e sconsolato: Se io non vi avessi avvertito dell'arresto di vostra figlia e della vostra amata, voi non sareste tornato a Venezia! afferma, con rammarico.
Sarei tornato comunque, prima o poi. Si, la loro morte fu un segnale per me, rispose Bruno. Quanto teneramente e voluttuosamente ho amato quella donna... L'amore, Sagredo, è la forza più grande della Natura. E’ Vita, fusione dei corpi degli amanti. Avvicinarmi a lei significava, sentire l'infinita dolcezza di Casa, del vero mondo, la dolce tenerezza che solo una donna intelligente e profonda sa dare.
Quanta illusione, quanta ignoranza... L'uomo non è cattivo, Sagredo, è solo infelice; è la sua piccola mente la causa della sua infelicità. Si, Sagredo, sapevo che erano state prese e anche della loro condanna. La tua è stata solo una triste conferma.
Quando il mio corpo brucerà, io sarò libero Sagredo, libero di ricongiungermi a loro, abbracciarle ... Non ti crucciare, amico mio. Questo era il nostro destino; destino comune a tutti coloro che cercano la verità. Verità bandita da un mondo che si regge sulla menzogna. Verrà un giorno, Sagredo, che l'uomo si risveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza: purtroppo, ad una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo. L'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.

Maestro, ma perché questo destino crudele? Chi può aver voluto tutto questo?

Io stesso, Sagredo, ben prima di nascere in questa dimensione. La morte ignea del corpo fisico è una purificazione profonda, è il battesimo del fuoco. In tanti abbiamo scelto questa morte, non solo come esempio ad un'umanità ottusa, meschina e crudele, ma anche per adempiere il compito che la Vita ci ha assegnato e che abbiamo accettato di buon grado, e cioè, per Amore! In fondo, anche se in modo inconsapevole, la Chiesa sta compiendo la nostra volontà.

Sagredo: Ma allora, il cardinale Bellarmino esegue la nostra volontà?

Il cardinale Bellarmino ora esegue la volontà della Chiesa, volta a conservare il potere; esegue però anche la Volontà vera, quella di una morte illustre che lasci traccia nella storia. Anche gli uomini di chiesa sono parte dell'Uno. La mia morte servirà per mostrare il vero potere, quello occulto, che si muove dietro tutte le chiese e tutti i poteri del mondo. In questo mondo illusorio, ove menzogna, bontà ipocrita e paura dominano; una morte illustre è più efficace di un'intera vita. Le umane genti la ricordano. L'uomo che infligge morte è colui che più la teme; è un paradosso, ma chi procura la morte, cerca disperatamente di comprenderla.

Sagredo: Il cardinale Bellarmino quindi, anche lui, è alla ricerca di Dio?

Certo, anche Bellarmino è un fratello … Risponde Bruno.

Maestro, ma perché tutto questo, perché tutta questa sofferenza, queste atrocità, ingiustizie, dolori: fratelli che uccidono loro fratelli? Come può Bellarmino firmare ad animo leggero la sentenza della vostra morte?
Non lo ha fatto ad animo leggero, Sagredo. È stata per lui una decisione sofferta e penosa, ma non poteva fare altrimenti; avrebbe dovuto rinunciare all'abito che porta e ai credi che predica. Egli non ha coscienza, non sente l'unità dell'infinito universo, non sa che la sua azione di oggi avrà per lui una reazione, in altra sua vita futura; questo vale anche per me e tutti coloro che hanno cercato invano di risvegliare l'umanità dall'inganno. La terra è una dura scuola. Ogni opera lascia una traccia, perché la giustizia vera esiste, figliuolo, anche se in questo mondo non appare.
La giustizia vera vuole la vostra morte? - Sagredo è tanto incredulo quanto ammirato della saggezza del suo maestro.

La vogliamo noi stessi, Sagredo, non i nostri corpi transeunti, ma i veri Esseri immortali che siamo. Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. L'Essere non teme la morte, perché sa bene che non esiste. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell'illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi. Siamo figli dell'unico vero “sole” che illumina i mondi. Il dolore e la sofferenza non c'erano all'inizio della storia, che conservava ancora memoria delle gloriose ed immortali origini. Un giorno non lontano, una nuova era giungerà finalmente sulla Terra. La morte non esiste. La miseria, il dolore e le sue tante tragedie, sono il frutto della paura e dell'ignoranza di ciò che è la vera realtà.

Ma quanto tempo ancora sarà necessario? Chiede Sagredo angosciato.
Il tempo anche dipende da noi, Sagredo. Il tempo è l'intervallo tra il concepimento di un'idea e la sua manifestazione. L'umanità ha concepito il germe dell'utopia e la gestazione procede verso il suo compimento. Gli Esseri divini vegliano sulla gestazione della terra e alcuni nascono qui per aiutare gli umani a comprendere che la trasformazione dipende anche dal loro risveglio.
Anche voi, maestro, siete sceso qui per questo scopo?
Anch'io Sagredo, ma non sono il solo. C'è un folto gruppo di Esseri che sono scesi più volte nel corso della storia. Nomi noti, ma anche gente nata in umile case, per finire sul patibolo perché come me, sentivano una diversa realtà di infiniti mondi.
Giordano è commosso al ricordo dei tanti che l'hanno preceduto sulla via del patibolo.
Sagredo è profondamente colpito; è divenuto partecipe di una verità finora a lui sconosciuta. Giordano continua: Questa morte, è il battesimo del fuoco che serve a trasmutare il corpo fisico e a manifestare i veri Esseri. La loro rivelazione ormai è inevitabile. Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di aver vinto.

Rumori di fondo fanno intendere che la visita deve volgere al termine. Il respiro di Sagredo si fa affannoso.
Maestro, come posso ritrovarvi? Guarda dentro di te, Sagredo, ascolta la tua voce interiore e ricorda che l'unico vero maestro è l'Essere che sussurra al tuo interno. Ascoltala: è la verità ed è dentro di te. Sei divino, non lo dimenticare mai.

La porta della cella si apre e compare il guardiano; è il volto di un uomo apparentemente duro, ma che ha anche timore reverenziale di Bruno, di cui si trova ad essere suo malgrado il carceriere. Non pronuncia alcuna parola ed attende con rispetto che il visitatore si allontani da Bruno.
Giordano e Sagredo si alzano e si abbracciano, entrambi commossi.
Non ci stiamo separando Sagredo, aggiunse Bruno: la separazione non esiste.
PROLOGO de "La futura scienza di Giordano Bruno" di Giuliana Conforto.

P.S.
Convinto di conoscere abbastanza il pensiero di Giordano Bruno per aver letto, molto dei suoi scritti, ma soprattutto per quanto ho creduto di cogliere tra le righe, e dei significati della sua scelta di morire sul rogo pur avendo la possibilità di salvarsi, ho eliminato alcune parti che esaltavano con frasi mielate il racconto dell’incontro con Sagredo, perché convinto che fossero estranee alla natura di entrambi.

martedì 21 agosto 2018

I vaccini sono bombe che uccidono


Da Daniele 12 – 07 – 2017

I vaccini sono bombe che uccidono i bambini, e i Senatori sono complici.

Il Dottor Franco Trinca è un Biologo Nutrizionista, Specializzato in Scienza dell’Alimentazione all’Università di Perugia.

Nel video che segue, registrato l’11 luglio 2017 nei pressi di Piazza Montecitorio, durante una delle proteste che da mesi continuano a oltranza, il biologo spiega che sono state inviate delle PEC (Posta Elettronica Certificata) agli indirizzi e-mail delle principali istituzioni, con dei documenti scientifici in allegato.

I documenti scientifici dimostrano che gli attuali vaccini contengono metalli pesanti e altre sostanza che vanno a distruggere il sistema antiossidativo, sistema che permette agli esseri umani di vivere. È stato dimostrato, infatti, che lo stress ossidativo ha causato la morte di bambini autistici. È lo stress ossidativo che uccide i bambini e dunque, se i vaccini contengono sostanze che causano questo stress, le massicce dosi di vaccini che il Governo vorrebbe sottoporre ai nostri figli, secondo il biologo, sono «bombe che uccidono i bambini».

Il Dottor Trinca è perentorio: se prima i Senatori potevano non saperlo, adesso lo sanno e non potendo più giustificarsi, in qualche modo, con la scusa dell’ignoranza, diventano complici di una «legge omicida».

E incalza: «Lo dico ai Senatori: se mi volete querelare, almeno lo spiego in Tribunale».

Dottor Franco Trinca

Fonte: https://www.informarexresistere.fr/video-dott-trinca-vaccini-sono-bombe-che-uccidono-i-bambini-e-i-senatori-sono-complici/

IL SERGENTE FIASCONARO


Ricevo e pubblico, una breve descrizione di un evento, che secondo l'autore è realmente accaduto.

IL SERGENTE FIASCONARO
(Un’allegoria metafisica).

L’aspirante allievo ufficiale esitava sulla sommità del trampolino. Non se la sentiva proprio di lasciarsi cadere nel vuoto: giù, a qualche metro più in basso, non fluttuava uno specchio d’acqua invitante pronto a dischiudersi appena la sua corporatura robusta lo avesse sfiorato, ma un selciato inflessibile ed arcigno, del tutto inadatto ad assorbire l’impatto che, da lì a poco, sarebbe necessariamente avvenuto. Era già stato tutto deciso: la recluta avrebbe dovuto saltare poiché l’esercizio costituiva la conditio sine qua non per il superamento del corso d’addestramento. Niente salto, niente mostrine.

Il sergente Fiasconaro, considerò quell’esitazione come un vero e proprio atto di inammissibile insubordinazione. Scuro in volto, cominciò a salire la scaletta d’accesso alla pedana con fare minaccioso, non prima, tuttavia, di essersi munito di un possente badile da sterro. Senza proferire parola, giunse velocemente alle spalle del malcapitato, il quale, percosso violentemente al fondoschiena dal colpo poderoso, quanto inaspettato, non potette far altro che proiettarsi nel vuoto, rinunciando a qualsiasi possibile via di scampo.

Atterrò su una gamba, l’impatto lo fece accovacciare all’indietro, comprimendo l’addome come una focaccia. L’urto fu tremendo. Il volto del disubbidiente, divenne prima paonazzo, poi si colorò di una tinta violacea, da moribondo. La recluta, a causa della violenta compressione al diaframma, non riusciva a respirare. Un’ambulanza silenziosa lo portò via, facendola sparire nel nulla. Nessuno ebbe più notizia di lei.

Vi sono ordini a cui, giocoforza, bisogna obbedire, giacché tali ordini sono decisi dall’alto, per fini imperscrutabili. Non importa quali conseguenze comporti il salto dal non essere all’essere, poiché bisogna comunque saltare, con le buone o con le cattive. Incarnarsi a qualunque costo, in un corpo sano o deforme, ciò solo conta: la corporizzazione dello spirito, l’imprigionamento della psiche in un involucro di carne, la caduta dell’anima in una dimensione infera che la sfigurerà abbruttendola, la umilierà soggiogandola, la renderà asfittica e bolsa negandole, impietosamente, ogni speranza. La disciplina metafisica, come quella militare, è ferrea e implacabile: non ammette alternative e i sergenti che la fanno rispettare, come Fiasconaro, non conoscono pietà.

Piero Ferrari.

venerdì 29 giugno 2018

Gli Dei del nostro passato


La stragrande maggioranza dell’umanità non sa esattamente dove esiste, nel senso che vive ai margini di tutte le possibilità e le potenzialità anche scientifiche di quel mondo di luce e di tenebre che ci viene nascosto. Di luce per le grandi riscoperte scientifiche che ci vengono negate; di tenebre perché quelle scoperte che potrebbero elevare l’umanità, vengono usate contro di noi per impedirci di evolvere verso la conoscenza e quindi renderci liberi. Diversamente una piccola minoranza vive godendo di ogni privilegio. Questi sono i servi dei padroni del mondo, che a loro volta sono serviti da un'altra piccola percentuale di umani che vivono di piccoli e miseri privilegi sotto il loro controllo. Tutti gli altri, vivono di stenti. Anche se sono convinti di vivere dignitosamente perché fanno il confronto con le popolazioni del terzo mondo.

L’élite padroneggia una scienza negata alla stragrande maggioranza dell’umanità. Usa tecnologie che i semplici umani non riescono neppure ad immaginare.
Oltre il controllo, l'élite che domina il pianeta, dispone di conoscenze antichissime, che risalgono a quando il mondo era governato in prima persona da razze aliene. Razze aliene che attualmente governano il mondo nell'ombra. Tali conoscenze tramandate da Re e dignitari, oltre l'enorme quantità di scritture egizie e maya trafugate dai crociati, che raccontavano dall'inizio la storia dell'uomo sulla terra, e tante altre antiche scritture di formule e rituali di un antica conoscenza. Conoscenze in grado di manipolare la materia e l’energia dell’universo. Attualmente custodite nei sotterranei della città del vaticano, in un archivio che solo da poco si è venuti a conoscenza anche grazie al lavoro di Alfredo Lissone.

Le antiche conoscenze non sono bizzarrie di esseri visionari. A sostegno, esistono grandi e autorevole testimonianze. Per esempio le tavolette sumere, fino ai misteri irrisolti della civiltà egizia fondata da potenti civiltà aliene di cui le Piramidi sparse sull’intero pianeta e su Marte sono una prova inconfutabile, della presenza aliena sulla terra. Anche se gli egiziani contemporanei vorrebbero farci credere che sono loro i costruttori delle piramidi. Ma purtroppo, loro non possedevano la tecnologia per costruire tali mega-strutture, e con rammarico, nonostante la nostra tecnologia, non ci siamo riusciti neppure noi, dato che la gru più grande del mondo arriva solo a 100 metri di altezza, mentre la più alta delle piramide e mi riferisco alla piramide di Cheope è alta 139.

Le piramidi, la Sfinge, Atlantide, Nazca, e tanti altri reperti archeologici di città megalitiche abitate da esseri giganti di cui si conservano gli scheletri … fino alla bibbia, sono prove che non lasciano dubbi di chi fossero i possessori di tali conoscenze. Prove talmente evidenti da lasciare stupito anche il più incallito degli scettici.

Nelle migliaia di papiri, che sono stati trovati, gli scribi hanno meticolosamente raccontato un po' di tutto sul popolo egizio. I suoi costumi, la religione, le pratiche magiche, e non ultimo il famoso libro dei morti ecc. Ma il sapere più grande è custodito nei libri di Thot, conosciuti anche come i libri della conoscenza. La scienza ufficiale tende a far credere che i libri di Thot sono una legenda, ma purtroppo per loro esistono le prove che i libri di Thot sono stati trovati da due ricercatori inglesi, Flinder William Petrie e Ora Kinnaman. Di tale scoperta, informarono le autorità egiziane, giurando di non rivelare a nessuno il contenuto dei libri. Ma prima di morire, Kinnaman lasciò un foglio dattiloscritto dove indicò come raggiungere il passaggio segreto sotto la piramide di Cheope per accedere alla stanza dove erano custoditi i libri della conoscenza. Oggi abbiamo la prova che Kinnaman non era un ciarlatano ma un ricercatore serio, tanto è vero che dopo tanti anni dalla sua morte, la scienza ufficiale con un espediente, o perché costretta da qualcuno che sa, si è decisa ad ammettere che sotto la piramide di Cheope è stata scoperta una stanza segreta, senza fare accenno a tutto il resto.

Per i mistici, la Piramide di Cheope, impregnata di grande spiritualità è soprattutto un tempio ove si svolgevano funzioni magiche dell’antico sapere tramandato dagli alieni. Insomma un luogo della conoscenza dove si forgiavano i sacerdoti egizi, e si tramandavano la conoscenza.
Erodoto, racconta che alcuni sacerdoti, di notte, venivano visti navigare su misteriose barche, con le quali passavano sotto le sabbie di Giza. Sempre Erodoto riferisce anche di una pietra girevole. Un passaggio segreto all’esterno della Piramide.
Ritornando a Kinnaman, non si limitò alla ricerca dei segreti della piramide, ma grazie alla sua competenza dell’antico ebraico, ri-tradusse tutta la Bibbia, scoprendo molte diversità con le versioni tradotte in precedenza. Questo lo convinse che il testo originale era stato intenzionalmente manipolato e alterato.

Ciò lo incuriosì a tal punto da indurlo a dedicarsi con molto interesse allo studio dell’Archeologia in relazione alla Bibbia e ai racconti definiti “apocrifi”, specialmente dopo la scoperta con sir William Flinders Petrie, della tomba della Regina di Saba.
Daniele Bertoluzzi, approfondendo la sua ricerca, scoprì che durante una riunione massonica del 1955, Kinnaman tenne una conferenza e dichiarò che negli anni 20, lui e Petrie, scoprirono un passaggio segreto sul lato sud della Grande Piramide, e di lì entrarono in numerose camere piene di reperti inquietanti. Sembra che i due archeologi avessero trovato un vero e proprio tesoro, comprese le prove dell’antica saggezza egizia e Atlantidea.
Videro anche oggetti incredibilmente moderni, alcuni eseguiti con metallo inossidabile e altri con materiale sconosciuto. Ma il “pezzo forte”, fu il ritrovamento di alcune macchine antigravità, usate per costruire le Piramidi. Oltre ai documenti che svelavano lo scopo per cui era stata costruita la grande piramide. Tra le varie cose, i due videro anche l’elenco completo di tutti i re egizi dall’inizio.
Erano forse le leggendarie 30 stanze “allestite” dal Re anti-diluviano Saurid, di cui parlava lo storico arabo Al Makrizi ?

Ritenendo che la collettività non fosse pronta per queste rivelazioni, decisero di comune accordo di non svelare a nessuno l’ingresso segreto della Piramide, così che nessuno potesse mettere gli occhi (e soprattutto le mani) sul prezioso contenuto. E siccome William Flinders Petrie non parlò mai di questa esperienza, nell’ambiente ortodosso si preferì sospettare che le 30 stanze fossero frutto della fantasia dello stimato Dr. John Ora Kinnaman.
A distanza di tutto questo tempo, si sta ancora investigando sulla sensazionale scoperta. Alla Kinnaman Foundation for Biblical and Archeological Research, che l’archeologo e biblista istituì nel 1960, Steven Mehler (Direttore di Ricerca della Fondazione) da anni sta cercando di ricostruire la vicenda, attraverso gli scritti e le documentazioni lasciate da Kinnaman, tra cui anche molte audio-cassette, compresa quella con la registrazione della famosa conferenza, in occasione della riunione massonica del 1955.

La scoperta di macchine antigravità trovate nelle stanze segrete della piramide di Cheope, potrebbe far sorridere i più scettici, ma dovete fare uno sforzo e cercare di non escludere a priori ciò che alla vostra mente appare impossibile, perché in altre parti del mondo e precisamente in Tibet, i monaci posseggono conoscenze tali da sollevare e frantumare enormi blocchi di pietra, utilizzando il suono prodotto dai tamburi e dalle loro caratteristiche trombe lunghe tre metri. Sicuramente anche questa tecnologia proviene dalla civiltà extraterrestre in questione.

Dalle ricerche di Mauro Paoletti risulta, che un ingegnere svedese, Henry Kjellson, scrisse su misteriose e sconosciute tecnologie, in alcuni libri come "Teknik Forntiden" e "Forsvunden Teknik", nei quali riportò un paio di queste esperienze.
Scrisse anche di un medico svedese, che lui chiamò "Jarl", che nel 1939 poté assistere, a sud-ovest di Lhasa, come i monaci tibetani spostavano grossi blocchi di pietra a ben duecentocinquanta metri di altezza, dirigendoli dentro una caverna che si trovava su di una parete rocciosa davanti a loro.
Il dottor "Jarl" portò in Inghilterra testimonianza fotografica di quanto visto. Materiale fotografico con tutto il resto fu confiscato dalle autorità e sparito nel nulla. (Davvero strano che le autorità confiscano un qualcosa che secondo loro non esiste … o meglio non deve esistere per il resto del mondo.) Dunque qualcuno sapeva.
Non è la sola vicenda riportata da Kjellson. Sempre nel 1939 era presente ad una conferenza tenuta da tale Linauer, cineasta austriaco, il quale affermava di aver assistito in un monastero in Tibet, negli anni trenta, a fenomeni straordinari che rivoluzionavano le conoscenze della fisica così come pensiamo di conoscerla.

Linauer parlò di un gong di tre metri e mezzo, composto da tre metalli. Al centro l’oro, e intorno un cerchio di ferro, entrambi racchiusi in un anello di ottone. Quando veniva percosso, il gong emetteva un suono sommesso e breve.
Vi era anche un secondo strumento, simile ad una grossa cozza, anch’esso composto da tre metalli, largo un metro e alto due, che aveva sulla superficie delle corde in tensione. Non veniva suonato, ma, come gli riferirono i monaci, emetteva un’onda di risonanza non udibile. Davanti a questi strumenti venivano posizionati un paio di schermi, in modo da formare uno strano triangolo e contenere l’onda prodotta nello spazio circoscritto. Nel momento in cui veniva prodotto il suono, un monaco poteva sollevare, con una sola mano, un gigantesco blocco di pietra gi decine di tonnellate.
I monaci dissero all’austriaco che con tale sistema, avevano costruito la muraglia che delimitava il Tibet e con lo stesso sistema potevano disintegrare la materia. Era un segreto tramandato fra i monaci che non potevano rivelarlo al mondo perché l’uomo lo avrebbe certamente impiegato male.
Il sollevamento di enormi massi da parte degli egiziani e monaci tibetani è stato materia di ricerca e studio soprattutto da parte degli USA in riferimento al caso di Edward Leedskalnin, di corporatura fragile e malaticcio che costruì un castello da solo con enormi blocchi di pietra spostati con un congegno segreto, che permetteva ai massi di muoversi nello spazio apparentemente privi di gravità. Per chi è interessato ecco il link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Coral_Castle

In tempi recenti è stato dimostrato che è possibile sollevare piccole pietre utilizzando vibrazioni sonore. La gravità attira le cariche positive e respinge quelle negative, per una ragione ancora ignota. Forse abbiamo scoperto che è possibile spostare oggetti giganteschi con il suono anche se non conosciamo la giusta tecnologia. Comunque penso che un passo è stato fatto… dunque è possibile. Personalmente penso che certe tecnologie per conoscerle e usarle occorre qualcosa che nel nostro tempo salvo rare mosche bianche, non possediamo: il senso mistico dell'universo. Un tipo di scienza che ci è del tutto sconosciuto ma che riesce a smuovere le montagne.

Dal Tibet giungono storie incredibili, che narrano di un tempo in cui i nostri antenati erano a conoscenza di una tecnologia sonica impiegata nelle costruzioni. Una tecnica simile a quella narrata dagli Indios di Tiahuanaco agli spagnoli. Circa ventimila anni fa la città Inca fu eretta da uomini capaci di sollevare pietre e trasportarle dalle cave situate sulle montagne, al suono di una tromba.
Erano gli uomini di Ticci Viracocha, alti di statura, con la pelle chiara, gli occhi azzurri, i capelli biondi e una folta barba. Muovevano le pietre utilizzando un fuoco celeste che le avvolgeva senza consumarle e permetteva di sollevarle con le mani.
Anche i Maya presentano racconti simili, dove una razza di nani riuscivano a posizionare le pietre al posto voluto utilizzando un fischio.
Alcuni racconti Greci parlano di un figlio di Zeus, Anfione, gemello di Zete, con il quale cinse di mura Tebe, utilizzando ciclopiche pietre che da sole si posizionarono una sull’altra al suono della sua lira. Si racconta che quando suonava lo strumento le pietre lo seguivano.

Dagli scritti di Sanconiatone veniamo a conoscenza che quando gli uomini vivevano in armonia con gli Dei, durante la famosa età dell’Oro, uno degli dei, Taautus, il Thot egizio, fondò la civiltà Egizia.
Era il tempo in cui Urano, chiamato anche Cielo, fondò la città di Biblo, "Betulla", "creando pietre che si muovevano come dotate di vita propria".
Ma c’è ancora dell’altro che prova che gli egizi utilizzavano tecnologie aliene. Il sarcofago di duro granito rinvenuto nella piramide di Cheope, risulta essere levigato da tecnologie che gli egizi secondo le nostre conoscenze non dovevano possedere. Cristopher Dunn, autore di un articolo redatto nel 1983 (Macchinari avanzati nell’antico Egitto), riporta che per ottenere quel tipo di levigatura e fori in quel tipo di granito, doveva essere esercitata una pressione di almeno un paio di tonnellate.

La moderna tecnologia possiede trapani che ruotano a 900 giri al minuto, secondo Dunn gli egizi erano in grado di forare il granito con trapani che ruotavano cinquecento volte più veloci. Se le teorie di Dunn e di Dunley sono esatte la piramide assume ben altro e più grande significato. Siamo in presenza di un tempio, o di un congegno che, sfruttando l’energia sonica prodotta da qualche particolare nota musicale, riusciva ad aprire una porta spazio temporale?
E a proposito delle note musicali, Gustavo Rol, nei suoi scritti racconta di aver scoperto una tremenda legge che lega il colore verde alla quinta musicale e il calore. Sono troppe le assonanze per reputarle coincidenze. (Secondo la scienza quando le coincidenze sono più di tre, si è in presenza di una regola. Quindi di un sistema). Detto questo ognuno è libero di essere scettico come meglio crede.

Non è vai vero che ciò che non riusciamo a vedere, qualunque sia la ragione, non esiste solo perché non lo vediamo o non siamo in grado di comprenderlo. Per esempio sapevate che il nostro corpo, emette una specifica frequenza, conosciuta come "bodyprint". Una impronta corporea personale che può essere monitorata anche attraverso un satellite. ?
E' triste ammetterlo ma secondo recenti dati, neppure tanto segreti, per i padroni del mondo siamo diventati apparati organici in grado di essere manipolati elettronicamente a loro piacimento. Credo che sono pochi coloro che hanno certezza di tale realtà. Eppure tale realtà esiste, ed è sempre più invasiva.
L'uomo non è una creatura tecnologica, ma spirituale. Quando ci allontaniamo dalla spiritualità diventiamo facili prede per demoni ...

sabato 9 giugno 2018

Status di schiavo.



Senza sprecare inutili paroloni e cimentarsi in sofisticate analisi tipiche di chi non intende risolvere nulla, coloro che difendono l'immigrazione illegale, quindi clandestina … dunque non programmata e controllata dallo stato, inconsapevolmente sono complici di una banda di criminali senza scrupoli che non ha alcun rispetto per la vita umana.

Salvini, il nuovo ministro degli interni, intende risolvere il problema dell'immigrazione selvaggia, e per tale iniziativa è stato coperto di critiche. Preciso che non ho mai votato la lega, ma questo non mi impedisce di dire che mi auguro che affronti il problema al più presto, soprattutto nell'interesse di quei poveracci, sfruttati soprattutto dai cattolici, condensato di ipocrisia, che non importa un fico secco, se i clandestini, vengono abusati, ricattati, sfruttati e lasciati morire di stenti in fatiscenti baracche prive delle più elementari misure igieniche … Quello che conta è che nei campi si spezzino la schiena per pochi euro, 10 ore al giorno sotto il feroce tallone dei caporali.

Mica è colpa di Salvini se i due terzi dell'umanità vive di stenti in assoluta povertà? La colpa è di un sistema satanico che programma la povertà come sistema di controllo della popolazione mondiale per conservare il potere. Quindi, trovo disumano e incivile per l'Italia e l'Europa, far entrare centinaia di migliaia di miserabili del terzo mondo per impiegarli nei campi e ovunque gli italiani si rifiutano, per pochi euro al giorno. Questo è puro cannibalismo da parte di una classe dirigente al servizio delle multinazionali e dei padroni terrieri. Bene fa Salvini a pretendere che l'immigrazione sia controllata e il numero sia stabilito dalle necessità del paese, nel rispetto delle paghe sindacali, come si conviene in uno stato di diritto.

Per me l'attuale questione degli extracomunitari illegali è barbarie. Far entrare centinaia di migliaia di persone senza nessuna tutela e assistenza, lasciati deliberatamente sulle strade perchè possano diventare prede del caporalato con il benestare delle istituzioni trovo che sia disumano. Chi difende anche se inconsapevolmente questo stato di cose, in realtà difende l'élite che sta dietro alle multinazionali; una banda di criminali che non hanno nessun rispetto per la vita umana. Gli immigrati vanno aiutati nei loro paesi di origine.

Piuttosto i nostrani benpensanti cittadini che difendono a spada tratta gli sbarchi clandestini sulla pelle degli immigrati, dovrebbero impegnarsi contro i signori occidentali della guerra che da secoli occupano quei paesi, sfruttando le risorse di quei poveracci. Non è con il falso pietismo che si aiuta quella povera gente, ma smettendola di derubarli delle loro ricchezze. Tutto il resto è retorica è indifferenza verso i soprusi che noi occidentali commettiamo contro i più deboli, anche in Italia …

Sono le guerre e il saccheggio delle loro risorse che provocano giganteschi flussi migratori sulle nostre coste. Solo alcuni esempi degli ultimi due decenni: vedi la Guerra in Siria pagata dagli occidentali con in prima fila gli USA, per prendersi il petrolio dei siriani. E se non siete deboli di stomaco, ricordatevi dell'Iraq, della Libia, dell' Afghanistan, della Siria e di tutti quei popoli che vivono sotto schiavitù degli occidentali come per esempio i palestinesi e altri popoli come i curdi che non hanno ancora una patria. Tutto questo non accade per caso, ma è pianificato dagli oligarchi del satanico liberismo senza regole, che hanno ridotto la vita umana a merce, che viene messa sul mercato come un qualsiasi altro prodotto usa e getta.

lunedì 22 gennaio 2018

Bambini scomparsi



Nel mondo esiste una piaga che tra le piaghe è la più insopportabile, e quasi nessuno ne parla, e quando lo fanno chiudono in fretta. Non sollecitando le autorità dei vari paesi ad approfondire per trovare gli autori di tali terribili crimini. Il crimine di cui parlo, è il rapimento dei bambini e la scomparsa di adulti che vengono inghiottiti dal nulla, a parte una piccolissima percentuale di scomparsi adulti che fanno ritorno alle loro famiglie. Ma va detto che questi casi non hanno nulla a che fare con le sparizioni e i rapimenti di cui sopra.

Il fenomeno delle “sparizioni” è un problema antico; sempre esistito, nonostante nessuno se ne occupa, come se fosse normale che nel mondo ogni anno scompaiono tra adulti e bambini circa otto milioni di anime, ma stranamente i media si concentrano esclusivamente su quell'unico caso che si verifica nei mesi estivi, costruendoci sopra una storia a puntate per tenere impegnata la popolazione per distrarla dai veri problemi, per vendere i giornali, e per alzare il gradimento per fare cassetta pubblicitaria, con ospiti considerati “grandi esperti” solo per fare scena, dato che in realtà di quelle scomparse, non interessa nessuno, oltre le famiglie colpite, altrimenti l'impegno non solo sarebbe costante, ma farebbero pressione verso le istituzioni proposte per capire dove finiscono gli otto milioni di scomparsi ogni anno …

Gli Ultimi dati dei bambini scomparsi solo negli stati Uniti, risalgono al 2013, e sono oltre 800.000 mila, quindi circa 2.200 al giorno. Una cifra impressionante. Su tale fenomeno sono stati scritti anche dei libri, ma chissà per quale ragione il mondo non è interessato a tale orribile tratta. Tale dramma le famiglie lo vivono in estrema solitudine tra le mura domestiche, nella più assoluta indifferenza da parte delle istituzioni, che dato il silenzio sembrano rassegnate a non risolvere tale dramma. Praticamente gli scomparsi sono l'equivalente di una metropoli come New York. Una intera città che scompare ogni anno, inghiottita dal nulla.

Tale problema riguarda tutti i paesi del mondo. Ogni nazione sembra che paghi un tributo di vite innocenti forse per continuare ad esistere così come crediamo di esistere, a qualche entità “fantasma”.
Per esempio in Europa i bambini scomparsi sono circa 30 ogni ora; circa 720 bambini al giorno nella più assoluta indifferenza.
In Itali, nel 2017, sono scomparsi oltre 10 mila bambini giunti dai paesi extracomunitari, non accompagnati, di cui le istituzioni italiane avrebbero dovuto proteggere. Nessuno sa dove sono finiti. Anche questi bambini divorati dal nulla?

In Italia, ogni anno scompaiono oltre 100 bambini e nessuno li cerca. Perchè?
E' forse il tributo che paghiamo per continuare ad avere una parvenza di libertà a entità non di questo mondo?
Otto milioni di scomparsi ogni anno nel mondo, sono troppi; non possono scomparire nel nulla come se non fossero mai esistiti. Qualcuno sa, ed è sicuramente per questo che nessuno li cerca…

Nota:
I dati forniti provengono da fonte istituzionale e dai media.